Per la rubrica “I Giganti in pixel”, oggi ripercorriamo la storia di Electronic Arts, comunemente nota come EA Games.
Le origini di Electronic Arts
Siamo nel 1982, negli USA: Trip Hawkins decide di fondare una società che si occupasse di produzione e divulgazione di videogames per PC e console. Nasce Amazin’ Software, divenuto poi SoftArt e, da ultimo, Elecronic Arts. Un bagaglio di ben 5 milioni di dollari privati e un team di 11 persone, e si parte!
Forte di questo primo e originario logo, l’azienda si avventura nel mondo del publisher videoludico. Il lemma “Arts” non è un caso: il suo lavoro comprende ad ampio raggio grafica, produzione, confezionamento, colore.
La prima esperienza nel campo dei videogiochi si inaugura con M.U.L.E., dove con un badget di 1000 dollari, obiettivo del player è colonizzare una parte del pianeta Irata e renderlo quanto più produttivo per la sopravvivenza dei coloni.
Il gioco, per Atari e Commodore 64, prende il nome dal robot di cui il giocatore dovrà dotarsi per sviluppare e produrre risorse dai propri terreni.
Nello stesso anno viene pubblicato anche Dr. J and Larry Bird Go One-On-One, per Apple II. Detto anche One-on-One, il game consiste in un simulatore NBA, dove obiettivo del gioco è fare canestro con il pallone. Novità di questo titolo è stata l’avere, per la prima volta nel settore, incluso personaggi reali come protagonisti.
Hard Hat Mack, Pinball Construction Set, Archon, Worms? e Murder on the Zinderneuf, sono altri esempi di giochi che, nella prima fase di produzione della società, si affermano nei diversi generi di appartenenza.
Il cambio di rotta… verso il successo smisurato!
La grande qualità con cui vengono prodotte le cover dei videogames, di forma quadrata, e la grafica che eccelle rispetto al livello generale, portano molte entrate a Electronic Arts.
Ma a stravolgere in positivo la situazione arriva Larry Probst, abile uomo d’affari, promosso fin da subito a direttore delle vendite della Software House. A lui si devono le innovazione nel campo distributivo e l’aver reso la società publisher non solo di se stessa ma anche di altre SoftCo.
La crescita è esponenziale: l’azienda inizia a fornire il proprio marchio e a distribuire videogames per conto di altre società. Jordan vs. Bird: One on One, Ferrari Formula One, Richard Petty’s Talladega ed Earl Weaver Baseball per il settore sportivo; The Bard’s Tale, Wasteland, Starflight, Chuck Yeager’s Advanced Flight Trainer per il genere adventure. A porsi, invece, fuori categoria è Deluxe Paint: un programma di grafica che inizia a sviluppare le capacità creative dell’utenza.
Oltre i confini…
Per anni Electronic Arts si è focalizzata sul settore home computer. Con l’evolversi dei tempi, però, il progresso non è stato di certo sottovalutato e l’adeguamento alle mode è stato necessario.
L’avvicinamento al pianeta delle console è stato improntato sulla filosofia ormai costante della società: erogare servizi per sé e per tutti, senza ancorarsi ad una specifica casa. Non sono mancati comunque giochi pubblicati in esclusiva per una piattaforma, soprattutto per SEGA, come Zany Golf, Power Monger, Syndicate, Starflight, The Immortal.
Uno dei punti di forza di EA Games è stato anche l’aver provveduto essa stessa alla vendita dei propri giochi, senza aziende intermediarie. Un’autonomia, questa, che le ha permesso di avere il totale controllo sulla produzione e sulla vendita e di non sottostare a regole imposte da altri.
Il brand più celebre della Software House è di certo Madden Football, da ben 25 anni sul mercato mondiale.
La battuta d’arresto e la ripresa
È stato il progetto 3D0 a non apportare benefici e sviluppo alla società. Tant’è vero che il famoso CEO decide di abbandonare tutto e creare autonomamente un compagnia propria, la 3D0 Company. Forse le debolezze del sistema a cui si era avvicinata EA Games posavano tutte sul fatto di aver troppo anticipato i tempi. Una macchina costosa e non adeguata alle strutture delle Software House del tempo difficilmente avrebbe potuto, infatti, cavalcare la cresta dell’onda.
Ma come esistono i punti di debolezza, esistono quelli di forza! EA Games ritorna ad occuparsi del settore sportivo su cui ha avuto molto successo. Vengono prodotti i grandi titoli che ancora oggi attendiamo ogni anno: FIFA, Need for Speed, Wing Commander, Dungeon Keeper, System Shock, Command & Conquer, NHL. Insomma, l’oro degli anni ’90!
“we learn by doing”
E così è stato! Oggi Electronic Arts costituisce il publisher indipendente più importante al mondo, produce titoli tra i più venduti, riscuote successi a seguire. Si afferma anche nell’online gaming e nel 2011 presenta Origin, una piattaforma di digital delivery per i suoi titoli per PC, grande competitor di Steam.