“Tutto ciò che siamo è la meta di un percorso iniziato fin dalle origini“
…è da questa idea che nasce la rubrica “I Giganti in pixel”, dedicata alla storia delle Software House!
Il primo articolo di questa rubrica non poteva che essere dedicato a una delle aziende più note nella produzione e specializzazione di software e applicazioni per videogames: la Capcom!
La Capcom Co., Ltd. (acronimo per Capsule Computers) vede i suoi natali in Giappone nel lontano 30 maggio del 1979. Fin dalla sua costituzione, la società si occupa del settore legato ai videogiochi, tant’è che dopo pochi anni è in vendita Vulgus, un videogioco di sparatoria, che ha come protagonista un pilota di un’astronave che deve farsi strada nello spazio scansando veicoli nemici lungo il suo percorso! Già emerge una differenza rispetto agli altri videogames del tempo, ossia lo spostamento ulteriore della visuale di gioco verso sinistra o verso destra, non rimanendo invece fissa su ciò che lo schermo mostrava in quel determinato momento.
Ma le abilità della neo-società iniziano già a rilevarsi: nello stesso anno, a distanza di pochi mesi, la Capcom lancia un secondo videogioco di successo, sempre in modalità arcade: SonSon, il ragazzo-scimmia col bastone che deve raggiungere la statua di Buddha superando gli ostacoli in cui si imbatte e combattendo contro pipistrelli, razzi, bombe.
Sul finire degli anni ’80, sulla scia del genere picchiaduro a scorrimento, sono prodotti, sempre in arcade:
– Final Fight, incentrato su un ex lottatore di wrestling, che decide di trasformarsi in vigilante per salvare la figlia del sindaco della città, rapita dai malviventi del posto;
– The King of Dragons, dove il player, dopo aver scelto quale dei cinque personaggi disponibili vuole attivare, ha lìobiettivo di salvare il regno di Malus, eliminando gli invasori e, infine, il loro boss, il drago rosso Gildiss;
– Street Fighter II, il game più venduto dalla Capcom e basato su combattimenti tra guerrieri provenienti da ogni parte del mondo, con l’intento di vincere contro i 4 boss finali. La caratteristica di questo gioco – e forse il segreto del successo avuto – è stata quella di “animare” i personaggi, assegnando ad ognuno una storia, un carattere e un obiettivo. Un successo strepitoso che porta la Capcom a idearne una sottoserie, intitolata Alpha.
La stagione d’oro per la Capcom è solo agli inizi.
Darkstalkers si mantiene sul genere picchiaduro, questa volta in 2D, e, per distinguerlo dagli altri games prodotti, si ispira – quanto alle storie dei personaggi – alla mitologia e alla letteratura fantasy;
Una nuova serie di Street Fighter è pronta a solcare le onde del mondo videoludico: la Serie VS, nata dall’unione delle ambientazioni e dei personaggi delle diverse serie di SF.
E siamo solo agli inizi degli anni ’90, quando invece sembra essere passato più di un ventennio!
Impervia l’era delle console e le statistiche riguardanti le vendite dei videogames firmati Capcom per il Super Nintento e il Megadrive, sono sempre più favorevoli alla ormai consolidata azienda giapponese. Tanto è vero che la sua reputazione non viene certo minata da un cambio di rotta rispetto al genere picchiaduro, ormai tanto in voga tra i fans dei videogiochi. Su questa scia si sviluppano, infatti, Mega Man X, che prende il titolo dal nome del protagonista, un androide della Maverick Hunters, fondata per sventare i piani di un’associazione criminosa denominata “Maverick”, finalizzati alla distruzione dell’intera umanità. Sulla medesima linea, viene prodotto Breath of Fire, che ripercorre le avventure di Ryu, metà uomo e metà drago, alla ricerca della sorella scomparsa.
I tempi corrono, e con essi avanzano le tecnologie e aumentato le esigenze dei consumatori. Le console soppiantano appieno il mondo arcade e la Capcom si adegua al cambiamento, inaugurando un genere, il survival horror.
Siamo nel 1996 e nasce uno dei videogame destinati a segnare la storia del mondo videoludico: Resident Evil, che ancora oggi prosegue nella molteplicità di serie che ne sono conseguite.
Ma in realtà tanti e tanti ancora sono i titoli legati alla Capcom, alcuni più famosi, altri meno, limitandosi ad una mera imitazione di serie già dalla stessa società prodotte (cito per tutti Devil May Cry, Dino Crisis, Ghosts ‘n Goblins, Ghouls ‘n Ghosts, Monster Hunter). Indicarli tutti sarebbe riduttivo e darebbe poco lustro ad una storia di successi che va avanti di decennio in decennio.