Continuiamo la rubrica dedicata a Sony, soffermandoci su una delle sue più importanti e longeve succursali, Sony Interactive Entertainment, nota anche come Sony Computer. Essa è specializzata nel settore videogiochi, di cui parleremo oggi, e console, che saranno invece le protagoniste della prossima rubrica.
Le origini di Sony Interactive
La società nasce nel 1993 a Tokyo con la funzione di gestire la ricerca, lo sviluppo, la produzione e la vendita di tutto ciò che concerne il marchio PlayStation. Fin dal primo momento, infatti, è vista come sussidiaria di mamma Sony. Ma il suo ruolo non si ferma qui: dalle console ai videogiochi, sia da editare che da sviluppare, il suo nome si afferma in tutto il mondo.
Per ben 13 lunghi anni è stata retta da Ken Kutaragi, chiamato da tutti noi appassionati il “padre della PlayStation”. Ma al di là del senso di paternità, a lui si deve il successo che la società ha avuto fin dai primi tempi. Nel 2006 cede il posto a Kazuo Hirai, che si è limitato ad una mera opera di prosecuzione di quanto iniziato dal suo predecessore. Jack Tretton è l’attuale presidente e CEO di Sony Computer Entertainment America. La Software House ha sede in California, sede che va ad affiancarsi a quella di Tokyo, la sua città di origine, ma non mancano filiali disseminate ovunque nel globo.
Un nuovo inizio o un’evoluzione?
Sony Interactive Entertainment nasce, invero, dalla fusione di due succursali che l’hanno preceduta, ossia Sony Computer Entertainment e Sony Network Entertainment LLC. Queste agivano indipendentemente l’una dall’altra, la prima nel campo degli hardware, la seconda in quello dell’interattività videoludica e non solo. Ecco le parole del Presidente di allora per comprendere le ragioni intrinseche che hanno spinto Sony ad agire in quest’unica direzione.
QUESTA NUOVA ORGANIZZAZIONE SOCIETARIA UNIRÀ LE FORZE DI SONY COMPUTER ENTERTAINMENT INC. (SCE) E SONY NETWORK ENTERTAINMENT LLC (SNEI) IN UN UNICA SOCIETÀ INTERATTIVA E GLOBALE.
E proprio Sony Interactive Entertainment è responsabile del grandioso marchio PlayStation, nonché di tutto il campo dell’intrattenimento videoludico di cui si occupa dagli albori Sony Corporation.
Ma la grandezza non arriva subito! È necessario ingranare, riorganizzare la forza lavoro e porsi degli obiettivi in lungo periodo. Solo così si raggiungono le vette del successo, com’è stato per la società sia allora che anche adesso. Non dimentichiamo, infatti, che la produzione innovativa è sempre attiva: basti pensare alla realtà virtuale su cui si sta lavorando da un po’ e che promette ottimi risultati.
Il campo delle console
Questo è sicuramente il settore in cui Sony Interactive Entertainment eccelle. E la conferma la si ritrova proprio nel marcio PlayStation! L’hardware è entrato in punta di piedi nelle case degli appassionati di videogiochi, abituati da tempo alle modalità arcade di gioco. Ora non ne fuoriesce più, tanto è vero che alle console casalinghe si sono aggiunte quelle portatili. Ma vedremo entrambe le categorie da vicino nel prossimo sequel di questa rubrica!
La prima console targata Sony è stata, di certo, uno dei primi competitor delle console già esistenti, firmate Nintendo e Sega. Siamo nel 1994, in Giappone, e un processore a 32 bit, comprensito di hardware per CD è cosa benvoluta dal pubblico. E i risultati si vedono: 300.000 pezzi venduti in soli trenta giorni! E dopo vent’anni dall’ingresso nel mercato europeo, questi continuano a stupire tutti gli esperti ed appassionati del settore.
Playstation è un’icona, un simbolo delle passioni da sfogare: la gioia, la rabbia, la guerra, la sfida con gli altri. Insomma, tutto quello che può appartenere al mondo del divertimento.
Sono queste le parole di Marco Saletta, general manager della società in Italia. La console è entrata così nel profondo delle vite dei giocatori che è difficile, per chi ci gioca, farne ora a meno. Schiavi del gioco? Dipende forse dalle prospettive e dagli approcci con cui si vive l’esperienza videoludica. L’unione che può dare un gioco tra più persone può essere visto come un buon metodo per riunire ad esempio la famiglia negli spacchi tra il lavoro e le faccende della propria quotidianità. Così come può diventare deleterio e pericoloso nell’ambito dell’instaurazione dei rapporti umani… ma lasciar propendere la prima opzione è cosa buona e giusta!
Un fenomeno sociale più che tecnologico
Eh si! La prima cosa che si nota di una console PlayStation è l’elevato grado di alta tecnologia presente al suo interno, ma anche al suo esterno, grazie ai design unici progettati in questi anni. Ma forte è anche il sostrato sociologico che ne è alla base. Ormai il marchio è diventato sinonimo di “videogioco” e di tutto ciò che è di contorno.
Lo dimostrano anche Share Play e Play Now. Il primo è una funzione che permette ad un giocatore di condividere il proprio gioco con un amico, facendogli provare l’ebbrezza di giocare ad un titolo non posseduto e condividere una sessione in streaming del gioco per massimo un’ora. Il secondo è, invece, un sistema che permette di giocare ad un titolo senza possederlo fisicamente. E questo sarà possibile non solo su console, ma anche su altri dispositivi, non esclusivamente finalizzati al gaming.
Il videogame è cultura, chi lo crea è un’artista
Aspettavo con ansia la seconda parte!!!! bellissimo questo articolo… !