Il boosting è una pratica sempre più diffusa, principalmente nei videogiochi competitivi, grazie alla quale si può affidare il proprio account a giocatori più esperti per arrivare senza sforzo a livelli maggiori rispetto alle proprie abilità reali. Una pratica che può essere paragonata al doping nello sport, tanto che il governo sud coreano ha deciso di punire in maniera severa chi fa uso di questo espediente per avere risultati negli esport.
La pena può variare da una grossa sanzione a sei mesi di carcere.
Chi verrà scoperto a “boostare” il proprio account dovrà comunque pagare una multa fino a 18.000 dollari americani.
La Corea del Sud prende veramente sul serio i videogiochi competitivi, soprattutto da quando la sua squadra ha dominato il torneo mondiale di Overwatch. Questa serietà può essere giustificata, soprattutto se si pensa che nel Paese asiatico gli esport hanno una percentuale di spettatori paragonabile al baseball negli Stati Uniti.
La legge, proposta inizialmente nel 2017, è stata approvata come emendamento del Game Industry Promotion Act, ma la cosa da sottolineare è che a garantire il successo della proposta di legge siano stati proprio gli sviluppatori di videogiochi, che hanno fortemente supportato questo nuovo strumento contro le frodi negli esport. Strumento che, sicuramente, rafforzerà la posizione delle stesse software house nella battaglia per far emergere gli esport a livello mondiale, oltre a garantire maggiori garanzie per i giocatori di tornei internazionali.