L’anno che sta per concludersi comprende un ciclo di uscite videoludiche di altissimo livello. Il 2019 non ha visto solamente piccole delusioni da parte della community verso produzioni che sarebbero potute essere l’eccellenza e (magari) la ciliegina sulla torta. I trecentosessantacinque giorni che sono quasi trascorsi hanno evidenziato un anno caldo di annunci, uscite di vario tipo, conferenze che si sono avvicendate senza timore.
Tra prime impressioni sulla prossima generazione di console e videogiochi di ogni genere che hanno saputo lasciare un’impronta divina nelle menti del consumatore, il 2019 può definirsi come un anno pieno di aspettative risolte da parte delle produzioni videoludiche.
In questa classifica che segue, andrò a elencare alcuni dei giochi migliori secondo la redazione iCrewPlay. Se non hai ancora dato uno sguardo alla classifica dei peggiori flop secondo la redazione, ti consigliamo di leggerla qui.
Prima di lasciarti alla lettura della seguente lista, vorrei ricordarti che questa NON è una classifica, ma una serie di giochi che richiamano l’amore provato da ogni componente redattore di iCrewPlay. Buona lettura.
ROBERTO LIGORIO
A PLAGUE TALE INNOCENCE
Titolo passato quasi in sordina, è riuscito a sorprendermi non solo nella trama e nelle magistrali rappresentazioni della Francia nel periodo della Guerra dei Cent’Anni, ma anche dal punto di vista del gameplay.
Prendendo spunto da tantissimi titoli, non è considerabile come una produzione originale, ma la formula stealth funziona perfettamente con soluzioni mai scontate o banali. La trama riesce nell’intento di coinvolgere fin dal primo istante il giocatore, commuovendolo e accompagnandolo in un’avventura indimenticabile. A mio avviso, uno dei migliori titoli del 2019 che consiglio a chiunque voglia approcciarsi a un prodotto forse lento in alcune meccaniche dei movimenti, ma che sarà davvero difficile dimenticare. Grazie specialmente ai sorprendenti colpi di scena.
ALBERTO CAFAGNA
GREEDFALL
GreedFall non è sicuramente il titolo migliore che abbia giocato nel 2019, ma è assolutamente la miglior sorpresa tra tutti i giochi provati durante il corso dell’anno. Infatti, pur essendo una produzione AA, dimostra una qualità di gioco e una qualità dei dettagli riscontrata raramente in titoli tripla A. I suoi difetti sono da evidenziare nella maggior parte dei casi, in primis a causa del suo budget limitato. Nella speranza, dunque, che il team Spider possa usufruire di un budget superiore per il suo prossimo progetto, poiché GreedFall è riuscito a coinvolgermi nella sua avventura come solo pochi giochi sono riusciti a farlo durante il corso del 2019.
LUIGI GALLETTI
DEVIL MAY CRY 5
Il ritorno di Hideaki Itsuno e della serie di Devil May Cry rasenta la perfezione in termini di gameplay. Devil May Cry 5 è l’hack and slash per antonomasia, e probabilmente lo sarà ancora per molto tempo. Dante, Nero e V godono di un numero sconfinato di parco mosse che elevano i tecnicismi, da sempre punto cardine del brand, lasciando più che mai libera scelta al giocatore su come riuscire a raggiungere quel tanto agognato SSS.
Sul comparto tecnico del prodotto è stato svolto un impressionante lavoro di ottimizzazione: nonostante graficamente sia un prodotto davvero valido, questo non significa che il framerate sia stato sacrificato; soprattutto su console, dove gli hardware faticano nella maggior parte dei casi a tenere il passo in termini di fluidità nelle produzioni dove questa è importante. Specie in una grafica pregna di minuzie. Tutto merito del motore grafico RE Engine, uno dei maggiori contribuenti alla rinascita qualitativa di Capcom.
La narrativa, per quanto possa basarsi su una storia puramente al servizio dei fan storici della saga, regge in piedi e riesce a ritagliarsi il proprio spazio rispetto agli altri capitoli. Ciò va dato ai colpi di scena sempre dietro l’angolo, oppure a molto di più che la quinta produzione offre, al contrario di quanto si possa pensare rispetto al decimare ondate di demoni.
Buona narrativa, comparto tecnico ottimo e gameplay sublime. Cos’altro serviva a Devil May Cry 5 per candidarsi nella sezione Game of the Year 2019?
DENISE ROMANO
SUPER SMASH BROS. ULTIMATE
Sebbene abbia perso nella categoria de Gioco dell’Anno 2019 all’ultima edizione dei The Game Awards, Super Smash Bros. Ultimate rimane il mio personale gioco dell’anno. Mashiro Sakurai, nel realizzare uno degli ultimi desideri del compianto Satoru Iwata, ha portato a compimento il crossover videoludico più ambizioso di sempre; grazie a un game design versatile che ben si presta ad essere usato come “adattatore universale” per il gameplay del suo sempre più ricco cast. Un gioco da avere, giocare, vivere e amare.
MICHELANGELO NANNA
STAR WARS JEDI: FALLEN ORDER
Dopo un’inaspettato trailer d’annuncio, l’arrivo sulle piattaforme di Star Wars Jedi: Fallen Order è il rilancio perfetto di una saga videoludica che ha sempre visto il fan service accanirsi su produzioni esclusivamente volte al comparto multigiocatore. Respawn Entertainment porta sulle spalle un titolo di altissimo livello, insieme ad una responsabilità che sa di flagello. Mentre le paure e i timori di un flop erano sulla bocca di tutti, inaspettatamente per il pubblico e per me stesso, la produzione ha tirato fuori un gioiellino che strizza l’occhio al publisher, in primis, EA, conscia che la materia narrativa di una produzione videoludica è ancora viva; e ricalca molti generi del passato in secundis, donando, però, al personaggio e protagonista una varietà del parkour e del combattimento sommandosi in un divertimento che si riflette direttamente al giocatore davanti allo schermo.
Storia, giocabilità e comparto tecnico sono la profonda scommessa vinta da Respawn Entertainment, che ha saputo regalare una produzione ottima, capace di essere rigiocata all’infinito, fino al completamento al 100%. Tralasciando, comunque, in un angolino i piccoli cali di framerate. E chissà: forse il team di sviluppo e EA si prepareranno alla nuova generazione di console per regalarci un’altra storia a tema Guerre Stellari.
DAVIDE SAIETTI
FIRE EMBLEM: THREE HOUSES
La serie Fire Emblem non stava navigando in ottime acque ultimamente. Dopo il bellissimo Awakening, si sono susseguiti degli spin off piuttosto deludenti, Fire Emblem Warriors e Fire Emblem Heroes, la serie stava prendendo una deriva sempre più incomprensibile e veniva già data per morente da alcuni. Ecco però arrivare una terza iterazione, che stavolta ha portato luce fulgida nel brand.Una storia dai risvolti stupefacenti e dai ritmi incalzanti, maggior personalizzazione dei personaggi e una componente da sim simulator, quella della vita scolastica, a fare da cornice a un quadro stupendo: questo è Fire Emblem Three Houses. Qualsiasi fra le tre case si finisca per scegliere, la storia prenderà una piega totalmente differente. La scelta però, potrebbe costarti caro: spesso e volentieri si trovano sull’altro lato del campo di battaglia alcuni degli studenti con cui precedentemente si erano stabiliti dei rapporti. Condito da un combat system tattico a turni che non delude mai, Fire Emblem: Three Houses è un gioco eccellente in ogni aspetto, se non per una grafica che non sfrutta al meglio le (discrete) potenzialità della Switch. Ma, dal’altronde, non esiste il gioco perfetto, no?
Direi che sono d’accordo, avete tirato fuori i titoli più rappresentativi :)
Sì, Valentina. Indubbiamente sono i migliori titoli dell’appena trascorso 2019 meraviglioso