Non ci sono dubbi sul fatto che Jedi: Fallen Order sia un successo su tutti fronti. In termini di vendite, il titolo di Respawn ha ampiamente superato gli ultimi due titoli a tema Star Wars sia nel formato fisico che digitale; ma quello delle vendite non è l’unico campo in cui il discusso publisher sta mietendo successi.
La critica ha accolto molto favorevolmente Fallen Order, con molte recensioni (sia di colossi che dei circuiti indipendenti) che hanno lodato la veste graficadel titolo, il suo storytelling e più in generale un apprezzamento per la resa dell’universo di Star Wars.
A completare il tutto, in Fallen Order sono del tutto assenti le microtransazioni e tutti quegli stratagemmi che EA spesso utilizza per spremere il giocatore; in definitiva, con questo titolo, sembrerebbe che EA abbia fatto tesoro dei feedback ricevuti negli ultimi anni e stia cercando di invertire la rotta.
A questo punto la domanda non è più se EA sappia cosa fare o meno, ma diventa: lo stanno facendo realmente? O è solo apparenza?
Si tratta di una domanda che riguarda non solo EA, ma l’intero settore videoludico, ed è una domanda che ora più che mai merita una risposta.
Nessuno di noi ha la palla di vetro, ma possiamo provare a mettere insieme le informazioni a nostra disposizione per farci un’idea di quelle che sono le idee di EA.
Un deciso cambiamento nella filosofia della Software House?
Il primo aspetto che emerge è il contrasto tra le critiche piovute sui due capitoli di Battlefront, Andromeda, Anthem e le lodi ricevute per Fallen Order; sicuramente le reazioni ai titoli menzionati hanno dato un bello scossone a EA e all’intero mondo del gaming.
Fino a che punto questi scossoni si spingeranno e avranno efficacia nel tempo rimane tutto da verificare, ma al momento la rottura con il passato appare netta a tutti.
Questo segna il primo punto a vantaggio di EA; non avviene spesso che una compagnia tenga conto delle istanze dei giocatori, facendo sì che i loro soldi vengano ben spesi.
Normalmente, decidere quando cambiare direzione e quale strada intraprendere è un processo molto costoso, sottoposto a numerosi calcoli e valutazioni dei rischi. Nel caso di EA, per chiunque avesse posto un minimo di attenzione, tanto i problemi quanto le soluzioni erano abbastanza ovvi. Non occorreva un team di specialisti per sapere che il problema principale sollevato dai giocatori era relativo alle microtransazioni, specialmente quelle legate ai personaggi, oltre che nel creare esperienze di gioco con solide fondamenta gettate alle ortiche, creando titoli da giocare principalmente online, molto lontani dal gaming tradizionale.
E in questo, i parziali fiaschi degli ultimi titoli di BioWare non hanno aiutato.
Negli ultimi anni abbiamo potuto notare un residuo apprezzamento di EA per i giochi single player, con progetti più piccoli come Unravel ma la maggior parte dei loro sforzi è stata concentrata sull’idea di utilizzare i giochi come servizi delle loro esperienze tripla A. Con piogge di critiche e flop di vendite come unico risultato.
Con Jedi: Fallen Order invece EA ha fatto si che l’intera esperienza di gioco fosse inclusa nel prezzo del gioco; questo ha generato un cauto ottimismo nei giocatori riguardo al futuro di EA, con un percorso che per la stessa compagnia appare ovvio e difficile da sbagliare.
Il futuro di EA, almeno per i prossimi anni, è nelle mani di EA stessa.
Partendo da questi presupposti e andando oltre le apparenze di un cambiamento, ci sono dei piccoli elementi che dimostrano come un cambio di filosofia sia realmente avvenuto.
EA è sul mercato da molto tempo e un anno di esperimenti potrebbe non essere così indicativo di un nuovo corso come potremmo pensare, del resto anche un orologio rotto segna l’ora giusta due volte al giorno.
Con Origin che è tornata una piattaforma di vendita di giochi per PC e il servizio in abbonamento che comincia ad ingranare, potremmo supporre che sia in atto una svolta importante. Ma questa, sia pur piccola, certezza viene meno guardando al gaming nel suo complesso.
In particolare Activision, il concorrente più agguerrito di EA, ha iniziato ad inserire microtransazioni in molti dei propri titoli di successo mesi dopo la loro uscita, quando le recensioni erano già state scritte e assimilate dagli utenti. Pensare che EA non si sia accorta di questa strategia e non stia valutando un metodo per applicarla sarebbe alquanto ingenuo, a maggior ragione dal momento che stanno cercando una soluzione che gli consenta di far tornare i giocatoriche hanno peso interesse verso la compagnia e al tempo stesso continuare a generare profitti.
Esaminando la questione possiamo ritenere che EA abbia intenzione di voltare pagina? Assolutamente si, ci sono numerosi esempi nella storia del medium che ci mostrano lezioni imparate e tradotte in esperienze di gioco migliori e più rispettose per gli utenti.
Con la storia di EA fatta di grandi titoli e ottimi team di sviluppo portati avanti per intere decadi, è difficile immaginare che non ci sia qualcuno in grado di riportare la compagnia ai vecchi fasti, facendo scelte più etiche e meno improntate al semplice guadagno.
Al contempo si potrebbe tuttavia sospettare che EA stia cercando di costruire una facciata pulita, animata da buona volontà per guadagnare una credibilità da spendere in seguito con titoli più simili agli ultimi Battlfront.
Del resto, non è una politica rara per le società che vogliono rientrare nelle grazie dei propri clienti: perché cambiare strategia, quando far sembrare che sia cambiata è più economico?
In definitiva è impossibile dire quale delle nostre ipotesi si verificherà, o se sarà una via di mezzo tra le due opzioni, in considerazione della storia di EA e degli eventi alla base di questa inversione di rotta.
E’ ancora presto, per chiunque all’infuori di EA, per ragionare su eventuali risultati già a questo punto. Con ogni probabilità la compagnia sta cercando di capire dove andare a parare; con così tanti rami d’azienda coinvolti e così tanto in gioco, ogni decisione e ogni cambiamento improvviso potrebbe avere conseguenze impreviste.
Se EA è in procinto di grandi cambiamenti, ci farà sapere attraverso i giochi che la sua attenzione è rivolta ai giocatori, con meno titoli rivolti al guadagno facile.