I videogiochi, al giorno d’oggi, sono un vero e proprio “aggregatore di medium“. Sempre più spesso vediamo la partecipazione attiva di attori di alto livello e di compositori musicali non da meno.
Ciò ha invogliato, secondo il mio parere, i game director a sperimentare e cercare di dare sempre il massimo in termini narrativi, con campagne molto dense di contenuti e molto lunghe da completare (vedasi anche i ben noti Red Dead Redemption 2 o Days Gone, che si attestano sulle 30 ore necessarie per il completamento della campagna principale).
Il fatto che a questi progetti partecipino attori di un certo livello, come ad esempio nel più recente Death Stranding, rende inevitabile l’implementazione di una narrazione di una certa caratura; per capirci meglio, sarebbe impensabile vedere attori come, Mads Mikkelsen in titoli di breve durata, sia per motivi economici che di rappresentazione del personaggio stesso.
Faccio questa premessa perché credo sia una grande fortuna poter vedere questo livello di interpretazione, preferire una breve durata potrebbe comportare un ritorno a volti sconosciuti, perdendo quella marcia in più data dall’esperienza sul grande schermo dei professionisti.
Se pensi che i videogiochi siano troppo lunghi e che nessuno li completi eccoti alcuni dati interessanti
Partendo dai titoli sopracitati, eccoti una classifica dei dieci titoli più completati su PlayStation, dalla percentuale più bassa a quella più alta:
- Red Dead Redemption 2 28.2%
- Death Stranding 28.6 %
- The Witcher 3 29.6%
- Assassin’s Creed Odyssey 30%
- Horizon Zero Dawn 34.1%
- Days Gone 34.7%
- Far Cry 5 36.7%
- Assassin’s Creed Origins 38.2%
- Ghost of Tsushima 50.2%
- Marvel’s Spider-Man 50.8%
A prescindere dall’opinione che ognuno ha, riguardo l’argomento, è secondo me molto interessante vedere come si smista l’interesse dei videogiocatori nei confronti delle varie produzioni. In terza posizione troviamo Assassin’s Creed Origins, un titolo non proprio breve, per non parlare anche di Ghost of Tsushima, la sua percentuale di completamento è davvero notevole!
In conclusione, credo che sia davvero sufficiente organizzare al meglio il proprio tempo, in fin dei conti videogiocare è un po’ come seguire una serie televisiva, anche solo un’ora al giorno è capace di farci godere al massimo le campagne principali dei nostri titoli preferiti.
Dico ciò perché molti affermano di perdere la voglia di giocare, in quanto tempo libero e durata dei videogiochi non collimano alla perfezione, abbattendo l’interesse nei confronti degli stessi.
Questa argomentazione è ovviamente giunta anche all’orecchio di molti sviluppatori, che, come era prevedibile, hanno pensato di abbreviare la durata delle loro prossime produzioni; spero solo che questa convinzione generale non ci si ritorca contro.
Il mercato odierno non è ancora a conoscenza del proprio potere, una lamentela può portare ad una virata del sistema produttivo, essendo noi il carburante di questo medium.
Sicuramente non è la durata a fare grandi i videogiochi, ci sono innumerevoli esempi di titoli che offrono solo qualche ora di intrattenimento, ma che sono comunque in grado di donare esperienze di pregevole fattura; con questo articolo ho solo voluto dare qualche spunto di riflessione e dire la mia sull’argomento.
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Se con “completare” si intende il 100%, beh, allora capisco il motivo dietro il fatto che in pochi li completino. Probabilmente, invece, con completare qui si intende la Storia del gioco, e quindi le percentuali sono più, uhm, normali. Nonostante ciò non capisco perché la gente non completi i giochi che compra. Il 100% capisco sia faticoso, e possa scoraggiare, ma dai, almeno la Campagna.
L’unico gioco di questa classifica di cui capisco la motivazione dietro un rating basso è Death Stranding, che per molti può essere noioso dopo un po’.
Con 100% si intende la campagna principale, sono d’accordo con te comunque.