IGNISTONE, in parole povere, è un roguelite basato sul parry. Potremmo quasi dire che tutta la struttura di gioco ruota attorno a questo elemento specifico, il quale in un certo senso distanzia il titolo dagli altri congeneri. Vediamo però se vale la pena giocarlo.
Recuperiamo l’IGNISTONE!
L’incipit di IGNISTONE è tanto semplice quanto efficace. L’IGNISTONE, una gigantesca pietra che consente a un villaggio di andare avanti, è stata rubata. Questa preziosa fonte di energia è fondamentale per la sopravvivenza delle tenere creature del villaggio stesso e quindi va recuperata. Per fortuna, però, un’improbabile rivalità tra due abitanti del villaggio consentirà di organizzare una squadra di recupero.
Due giovani, infatti, lottano da anni: il primo cercando di costruire robot abbastanza forti da sconfiggere il secondo, un abile guerriero. Nel tentativo di costruire queste macchine, il primo protagonista si è avventurato quotidianamente nella miniera dove si sono rifugiati i ladri della IGNISTONE e di conseguenza la conosce bene. Al contrario, il secondo guerriero è particolarmente performante nel combattimento.
Questo porta i due a formare una squadra che si avventurerà alla ricerca della pietra rubata. Nonostante la trama appaia fin da subito molto semplice, va sottolineato come il titolo vanti un’atmosfera cartoonesca leggera e quasi fiabesca, in grado di rendere IGNISTONE a suo modo unico e riconoscibile.
Parry this you filthy casual!
Il loop di gameplay di IGNISTONE si basa su una struttura ormai rodata e riproposta in tutte le salse: si inizia da un HUB centrale da cui si possono acquistare vari potenziamenti, si esplora un dungeon generato proceduralmente e si torna all’HUB in due modi: morendo e perdendo tutto, oppure arrivando a dei punti specifici del dungeon stesso.
Si crea quindi un circolo virtuoso dove si raccolgono materiali, si potenzia il personaggio e si prosegue sempre più in profondità, fino alla fine del gioco. Chiaramente, la morte permanente non azzera la metaprogressione, ma porta comunque a perdere tutto l’equipaggiamento trasportato al momento.
La metaprogressione del titolo, comunque, non è troppo marcata e di conseguenza buona parte del successo è posto nelle mani del giocatore. Questa si basa infatti principalmente sul potenziamento di Amuleti, Spada e Scudo. Mentre i primi offrono abilità passive in grado di cambiare in parte lo stile di gioco (come guarire a ogni parry), i secondi i limitano a potenziare rispettivamente attacco e difesa. Ma vediamo a cosa servono nello specifico.
Ogni esplorazione di IGNISTONE si struttura tramite la scelta di tre strade. Queste vanno selezionate basandosi sui simboli che rappresentano ciò che troveremo: nemici, funghi con effetti vari (come aumentare l’attacco), cristalli per potenziare l’equipaggiamento o la valuta di gioco. Ogni strada presenta quantità diverse di questi elementi, che definiscono l’esplorazione stessa.
Il dungeon, però, non si “visita” letteralmente. Ogni stanza è una semplice schermata statica dove si raccoglie l’oggetto di turno, prima di passare alla successiva. Di fronte a un nemico, invece, inizia il combattimento vero e proprio. Questo si svolge in tempo reale, ed è basato totalmente su parata, parry e attacco.
In ogni scontro, il nemico di turno attacca con tempistiche precise, quindi per esempio ritardando leggermente l’attacco stesso. Il nostro eroe deve quindi innanzitutto difendersi tramite la pressione del tasto parata. Questo può essere premuto per parare, appunto, perdendo circa il 30% della salute totale, oppure può – e praticamente deve – essere premuto all’ultimo momento per effettuare un parry che stordisce il nemico e annulla tutto il danno in entrata. Questo, di fatto, è l’unico modo per sopravvivere nei dungeon abbastanza a lungo.
Il parry in questione, però, ha delle tempistiche enormemente diverse in base al nemico di turno: alcuni attaccano subito, altri dopo un leggero ritardo, altri ancora dopo diverse oscillazioni. Premere troppo presto o troppo tardi significa perdere salute preziosa e di conseguenza imparare a parryare diventa fondamentale per sopravvivere.
Dopo un parry ben riuscito, peraltro, il nemico resta scoperto abbastanza a lungo da poter essere attaccato. Anche in questo caso, basta la semplice pressione di un tasto, dato che non ci sono combo di sorta. In pratica, i combattimenti di IGNISTONE sono quasi a turni, dato che di fatto si basano totalmente su uno scambio di attacchi, influenzati però dalle tempistiche in tempo reale di questi ultimi e del parry stesso. A tutto questo si aggiunge un attacco speciale, da attivare con la semplice pressione di un tasto.
Nonostante questa formula base funzioni molto bene, per via delle meccaniche decisamente riuscite, risulta anche molto ripetitiva. Da una parte per la struttura tipica dei roguelite, dall’altro lato per via di un gameplay che in fin dei conti propone di fare sempre la stessa cosa. IGNISTONE si dimostra quindi un ottimo titolo su mobile o per brevi sessioni di gioco, ma decisamente meno interessante su PC. Si aggiungono a questa struttura minigiochi e piccoli extra che possono essere svolti nell’HUB centrale, ma anche in questo caso non siamo davanti a qualcosa in grado di modificare troppo il loop generale di gioco.
Tecnicamente ottimo
Il comparto tecnico di IGNISTONE non è male. Il titolo vanta infatti sprite e ambienti discretamente dettagliati, colorati e sempre belli da vedere. Fanno eccezione le animazioni, mai troppo sviluppate. Il comparto artistico cartoon è invece decisamente interessante, ed è in grado di donare al titolo un’atmosfera unica.
Infine, il comparto sonoro si limita a fare il suo lavoro.