Era l’ormai lontano 2013 quando venne messa in vendita PlayStation 4 (almeno negli Stati Uniti e in Europa). Di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta da allora, così come sono stati veramente tantissimi i titoli degni di nota rilasciati sul gioiellino Sony. Quando si passa da una generazione ad un’altra di console, si ha sempre un senso di vuoto e di frustrazione: probabilmente, non sei riuscito a giocare tutti i titoli che avresti voluto.
Pensi di aver giocato tutti i giochi degni di nota? Ecco allora 5 perle che potresti esserti perso su PlayStation 4! Ma prima, ti faccio una piccola premessa: non sono perle nascoste (2 o 3 titoli da questo elenco potresti averli già giocati), ma bensì 5 videogiochi che penso tutti dovrebbero giocare prima di passare a PlayStation 5; non troverai inoltre titoli che sbarcheranno sicuramente o probabilmente anche sulla nuova generazione PlayStation (The Witcher 3, Marvel’s Spiderman etc.) e, soprattutto, non troverai giochi che (purtroppo) non ho ancora giocato (The Last of Us, Bloodborne o God of War).
Dragon Quest XI: Echi di un’Era Perduta
Il JRPG di Square Enix uscito nel 2017 è non solo uno dei titoli che propongo di recuperare su PlayStation 4, ma anche uno dei videogiochi più belli e completi che abbia mai completato.
La trama è tipicamente dragonquestiana: un temibile mostro chiamato Mordegon minaccia il mondo intero con la sua oscurità e toccherá al Lucente (il protagonista dell’avventura) e al suo party combattere il terribile nemico, che si scoprirà essere solo la punta dell’iceberg della reale minaccia che incombe sul mondo.
Dragon Quest XI: Echi di un’Era Perduta è colorato, avvincente e tanto, tantissimo altro. La struttura del gameplay è quella tipica degli RPG nipponici di stampo classico, tranne che per l’assenza di incontri casuali: combattimenti a turni in cui la strategia, la conoscenza del nemico che si ha di fronte e la consapevolezza della forza del proprio party saranno le armi da utilizzare per vincere tutti gli scontri.
Ero inizialmente un po’ scettico quando acquistai il titolo, pensavo che nessun JRPG avrebbe mai potuto competere o minimamente avvicinarsi a Dragon Quest VIII: L’Odissea del Re Maledetto, ma l’incredibile storia narrata all’interno del videogioco mi fece rapidamente ricredere, oltre ovviamente all’overworld molto ben curato e alle tante tipologie di nemico affrontabili.
Non sei ancora convinto? Il character designer è Akira Toriyama, il papà di Dragon Ball, che ha lasciato nel titolo l’impronta del suo enorme talento e incommensurabile esperienza. What else?
Sekiro: Shadows Die Twice
Il soulslike di FromSoftware è un titolo che sento di dover inserire in questo articolo quasi obbligatoriamente, per una quantità pressoché infinita di motivi, anche se in realtà qualche difetto, il titolo, lo possiede.
Il videogioco, ambientato in Giappone durante l’epoca Sengoku, narra le vicissitudini di uno shinobi chiamato “Lupo”: il gioco inizia proprio con quest’ultimo, sconfitto e amareggiato, che deve liberare dalle grinfie del clan Ashina il signore a cui ha giurato fedeltà, ossia Kuro, l’erede divino del sangue di drago.
Il Lupo, una volta liberato il proprio signore, riesce quasi a scappare, ma gli si para davanti il generale supremo del clan avversario: Genichiro Ashina. Lo spietato samurai amputa il braccio sinistro del Lupo e lo lascia morente in un campo fiorito, mentre rapisce Kuro. Lo shinobi tuttavia si sveglia improvvisamente in un capanno di uno scultore giapponese. Rimessosi in forze e avendo ottenuto una protesi da battaglia per rimpiazzare il proprio braccio, il Lupo parte in viaggio per salvare il proprio signore.
Sekiro: Shadows Die Twice possiede non solo una trama interessantissima per chiunque (anche se i finali lasciano un senso di incompletezza), ma anche un sistema di combattimento molto stimolante: per completare il titolo, dovrai affinare le tue skill. Potenziare il personaggio è si utile, ma il gioco premierà le tue abilità, la conoscenza del moveset nemico e la padronanza dei parry. Essendo un action soulslike (anche se mancano alcuni elementi RPG caratterizzanti gli altri soulslike) non è sicuramente per tutti, ma sono sicuro che anche i neofiti del genere se ne innamoreranno.
Vanta dalla sua un’ottima colonna sonora e un’ambientazione che rende giustizia al Giappone medievale, oltre che innumerevoli premi: il più importante, come ben saprai, l’ha vinto ai The Game Awards 2019, ottenendo il titolo di “Miglior Gioco dell’Anno 2019”.
Uncharted 4: Fine di un Ladro
Non poteva mancare ovviamente Nathan Drake in questo elenco. Uncharted 4: Fine di un Ladro uscì nel 2016; sviluppato da Naughty Dog, il titolo è stato celebrato da praticamente qualsiasi testata videoludica e fu inserito nella classifica dei migliori giochi del decennio da parte di Metacritic.
Se sei uno dei videogiocatori che non ha ancora mai minimamente sfiorato la serie Uncharted non ti preoccupare: l’avventura è godibilissima anche senza aver giocato i titoli precedenti. Certo, per avere un quadro completo della lore e delle dinamiche sociali che muovono i personaggi dovrai recuperarti i precedenti capitoli ma, come detto, non sei obbligato.
Tre anni dopo gli avvenimenti di Uncharted 3: L’inganno di Drake, Nathan Drake ha abbandonato la vita da cercatore di tesori. Sposandosi con Elena Fisher e trovando lavoro come recuperatore di rifiuti urbani subacquei, si era lasciato la sua vecchia vita alle spalle, o almeno questo credeva; tutto cambia quando il fratello creduto morto durante una fuga da una prigione panamense, Sam, risbuca dal nulla e gli chiede di aiutarlo a trovare il tesoro del pirata Henry Avery entro alcuni mesi, altrimenti verrebbe ucciso da un boss del cartello chiamato Alcazar.
L’action-adventure Uncharted 4: Fine di un Ladro ti porterà ad esplorare luoghi lontani incredibilmente curati: dai mari del Madagascar fino all’italianissima costiera amalfitana, ti sembrerà di essere veramente in quegli scenari grazie all’incredibile e dettagliato lavoro svolto dai ragazzi di Naughty Dog.
Gli scontri sono al cardiopalma, dando però al giocatore la possibilità di scegliere se agire occultato o semplicemente sparare tutti quanti all’impazzata; a tal proposito, l’arsenale a tua disposizione non è sicuramente il più ampio tra quelli disponibili in altri titoli, ma certamente tra i più funzionali.
Crash Team Racing Nitro-Fueled
Per anni (per quanto ricordi, già ai tempi di PlayStation 3), giocatori da tutto il mondo chiedevano un remake del popolarissimo Crash Team Racing uscito sull’originale PlayStation e fantasticando su quanto sarebbe stato bello giocare a un titolo del genere usufruendo delle moderne componenti online.
Detto, fatto: Beenox ha fatto riemergere dai fondali l’ormai vecchio e antiquato kart game Crash Team Racing e, una volta scrostato la polvere, restaurato, lucidato e igienizzato (che di questi tempi non si sa mai), ha presentato, nel 2019, Crash Team Racing Nitro-Fueled.
La trama è la stessa di Crash Team Racing: l’alieno Oxide sfida i terrestri ad una gara su kart: se il loro campione lo batterà, lui se ne andrà; ma se sarà Oxide a prevalere, la Terra verrà trasformata in un enorme parcheggio. Ovviamente la trama fa solamente da cornice al vero cuore del gioco: le gare. Le meccaniche estremamente divertenti di Crash Team Racing sono state riviste, riadattate e potenziate dai ragazzi di Beenox, che hanno inoltre inserito l’elemento che mancava, giustamente, ai tempi: l’online. Le gare al cardiopalma utilizzando le armi a disposizione e i turbo, sono garantite!
Il supporto al gioco è purtroppo finito da alcuni mesi dopo l’ultimo grand prix, ma prendere questo titolo per giocare online è ancora un’ottima idea, visto l’alto livello dei server italiani. Chissà, magari gareggiando online potresti incontrare giocatori leggendari come Pataturco, OrsoBruno o OxideTheBest. Alcuni di questi fortissimi player hanno vinto, oltre a svariati WR sulle piste, il campionato mondiale di Crash Team Racing Nitro-Fueled battendo in finale gli Stati Uniti proprio un paio di settimane fa. A questo link trovi la pagina Facebook della community italiana.
Se vuoi approfondire l’argomento, ti rimando volentieri a un mio articolo che tratta non solo i kart game del mondo Crash Bandicoot, ma anche la storia del franchise!
Undertale
Una volta provato questo gioco, è difficile credere che sia stato programmato da un singolo (o quasi) uomo. Toby Fox, il programmatore indie di Undertale, si è occupato personalmente del 90% del titolo, musiche comprese, pubblicando il videogioco nel 2015.
Tanto tempo fa, mostri e umani vivevano assieme pacificamente. Un giorno però si scatenò una terribile guerra vinta dagli umani, che relegarono nel cosiddetto “Sottosuolo” i mostri rimasti, creando una barriera impenetrabile tra i due mondi. Il protagonista dell’RPG, tanti anni dopo la guerra, cade in una voragine e atterra nel Sottosuolo: qui ha inizio la tua avventura. Farai la conoscenza di tanti mostri che però sono (quasi tutti) tutt’altro che cattivi, ma comprensivi e benevoli, a tratti “umani”. Che tipo di scelta farai? Ucciderai i mostri o diventerai loro amico?
Undertale è un viaggio ricco di sorprese e colpi di scena, molto umoristico, ma soprattutto profondo. Il gameplay innovativo ti rapirà sin dai primi minuti e le frequenti rotture della quarta parete ti sorprenderanno continuamente, o ti faranno riflettere e sentire in colpa su alcune discutibili scelte da te prese. Le splendide musiche e la grafica pixelosa hanno contribuito a rendere il particolare RPG un vero e proprio cult. A seconda delle tue azioni, potrai sbloccare 3 differenti finali, uno più bello dell’altro, se capirai la lore che c’è dietro Undertale.
Il primo capitolo del seguito di Undertale, Deltarune, è già disponibile, ma per giocare completamente il sequel dovremo ancora aspettare qualche tempo; quale miglior occasione per immergerti nel Sottosuolo?