La struttura anatomica e le funzioni confermano questa tesi.
Nel precedente articolo abbiamo parlato del cervello da un punto di vista anatomico e funzionale. La sua straordinaria complessità non solo lo rende un affascinante oggetto di studi, ma invita i ricercatori a cercare metafore adeguate per descriverlo e raccontarlo.Solitamente il cervello viene paragonato ad un computer. Le strutture anatomiche rappresentano l’hardware, le funzioni cerebrali il software.
Il potenziale
La metafora cervello-computer aiuta a mettere un certo ordine nello studio e nell’osservazione del SNC (sistema nervoso centrale). Associando il concetto di hardware alle strutture, che possiamo vedere, toccare, tagliare e osservare al microscopio, viene sottolineata la materialità del cervello; cosa che in passato veniva liquidata in modo sbrigativo. Questo ci pone in netta discontinuità con il passato quando il cervello era stato considerato un organo secondario. Durante il processo di mummificazione effettuato dagli egizi, il cervello non aveva un vaso canopo per sé ma veniva estratto e buttato via. Successivamente fu considerato come un “refrigeratore” del corpo e solo successivamente ha iniziato a prevalere sul cuore.
Le funzioni cerebrali (il software) rappresentano il dominio condiviso di anatomia e fisiologia verso l’esplorazione del mistero della mente. Fino ad oggi, alcune discipline,come la Psicologia Dinamica, hanno enfatizzato la distinzione tra mente e cervello. Oggi alcuni confini appaiono un po’ più sfumati. L’attività cerebrale non è del tutto nota ma c’è una certa fiducia nella possibilità di descrivere la mente umana come un prodotto del lavorio neuronale.
I limiti
Agli occhi di molti appare anomalo e riduttivo paragonare il cervello ad una macchina. I primi computer erano decisamente ingombranti mentre il nostro cervello è compatto e comodamente alloggiato nella scatola cranica. Il PC non ha la possibilità di riorganizzare i propri circuiti cosa che il cervello compie di frequente.
Applicazioni
Da un punto di vista pratico, la metafora descritta ha una certa utilità non solo nell’ambito delle neuroscienze ma anche della psicologia cognitiva. Diversi studi sulla memoria a breve e lungo termine fanno riferimento alla possibilità di collocare le funzioni in modelli logico-matematici non dissimili da quelli utilizzati in informatica.
Voi cosa ne pensate della metafora cervello-computer?