L’avvento del digitale è davvero il futuro? I supporti fisici sono destinati a sparire? I dischi smetteranno di esistere? Tutte queste domande sono senza dubbio legittime. Il mercato videoludico sta cambiando, la mutazione avviene sempre più velocemente, generazione dopo generazione di console.
Al di la però delle migliorie hardware e software che le nostre console possono presentare, c’è anche un importante fattore da tenere in considerazione che va a pari passo con il digitale: cioè il miglioramento dell’infrastruttura internet e dello standard di connettività mondiale.
Se nel 2006, durante i primi anni di servizio di PlayStation Store (noto store digitale di Sony), per molti utenti era un impresa scaricare qualsiasi contenuto, a distanza di soli 7 anni con l’avvento di PlayStation 4, il download di moltissimi giochi è diventato per buona parte in digitale.
Principalmente la digitalizzazione è avvenuta per via dell’enorme mole di dati che i nuovi giochi richiedono, rendendone impossibile l’intera archiviazione su disco.
PlayStation 3 e Xbox 360 l’avvento di una nuova era
Corrono gli anni 2005 e 2006 e queste strabilianti e sofisticate nuove console sono pronte al loro debutto. Una nuova generazione ricca di sorprese, che tra le mille aggiunte prometteva di migliorare l’esperienza online appena scalfita nella generazione precedente.
Il PlayStation Network come l’Xbox Live hanno portato ciò che fino ad allora era stato considerato impensabile in ambito console: la possibilità di acquistare titoli direttamente dal proprio salotto in versione digitale. Ciò che però all’epoca ha impedito la diffusione del digitale è il fattore linea internet.
Rimanendo per esempio nel nostro territorio, per i piccoli paesini italiani era impensabile affidarsi completamente agli store online delle console. Il download dei titoli, oltre a implicare il più delle volte tempi d’attesa biblici, inficiava completamente sull’utilizzo di una connessione casalinga per altre attività, rendendo davvero pesante optare per questo tipo di soluzione.
Ulteriore problematica era data dalla lentezza dei supporti fisici dell’epoca, incapaci di memorizzare ed elaborare i dati scaricati in tempi veloci. Insomma PlayStation 3 e Xbox 360 sono state le promotrici del digitale, facendoci entrare in un mondo all’epoca ancora non ben praticabile, marcandone si i limiti, ma anche le infinite possibilità.
Steam, l’only digital che è già tra noi
Steam è l’esempio perfetto dell’armonia digitale completa. La dimostrazione che l’only digital non è soltanto un miraggio lontano e per pochi, ma una realtà possibile e conveniente. Il 12 settembre 2003 nasce Steam, un servizio in esclusiva PC che ci mette davanti a un immensa libreria videoludica totalmente digitale.
Attraverso acquisti in store oppure inserimento di apposite key, è possibile ottenere giochi che verranno associati permanentemente al tuo account. Ogni account ha infatti una sorta di libreria virtuale che dà accesso immediato a tutto il parco titoli acquistato.
Steam è realtà dal 2003 e anche se si tratta di un mondo totalmente estraneo alle console, abbiamo deciso di parlarne in quanto può essere usato come argomentazione incontrastabile al fatto che il digitale va a pari passo con l’evoluzione delle infrastrutture internet.
Il grafico poco sopra ci permette, seppur in maniera abbastanza superficiale, di trarre alcune importanti conclusioni. Nel 2003 in pochi erano propensi a lanciarsi a capofitto nella realtà only digital, un po’ per le connessioni scadenti, un po’ per riluttanza e un po’ per l’essere affezionati alla fisicità dei prodotti.
Nel corso degli anni, sempre più utenti sembrano aver abbracciato questa realtà, ed è logico supporre che il fenomeno sia destinato a crescere.
Per alietare gli utenti, Steam propone quasi giornalmente diversi sconti che possono arrivare fino all’80% sul prezzo di listino. Non avere nessun tipo di catena fisica e poter gestire al meglio il parco titoli da certamente a Steam diversi vantaggi in termini di convenienza.
PlayStation 4 e Xbox One, il digitale prende forma
PlayStation 4 e la sua rivale Xbox One, hanno portato nel mercato con la loro uscita un nuovo approccio al digitale. Gli store rinnovati e i cataloghi molto più ricchi delle loro predecessori hanno convinto sempre più gamer a optare per il digitale.
Altro fattore importante sono i servizi come il PlayStation Plus e l’Xbox Live che attraverso una serie di sconti esclusivi o addirittura veri e propri titoli regalati, hanno abituato i giocatori all’idea di avere tutto nelle proprie librerie virtuali.
PlayStation 5 Digital e Xbox Serie S: la rivoluzione
In questa nuova gen, appena alle porte, si è fatto il grande passo! Sony e Microsoft oltre alle classiche console, hanno optato per due versioni totalmente digitali. Esse dipendono unicamente dagli Store delle due aziende. L’eliminazione del lettore fisico impedisce totalmente la possibilità di giocare titoli in qualsiasi altro modo.
Che sia stata la scelta giusta è ancora presto per dirlo, il prezzo ridotto delle due console in confronto alle loro sorelle con alloggiamento disco ha senza dubbio allettato molti giocatori, però queste versioni delle macchine presentano anche molti svantaggi. Uno di questi svantaggi è il rinunciare completamente alla retrocompatibilità dei dischi fisici PlayStation 4.
L’only digital è davvero la scelta giusta?
Iniziamo questa riflessione con il dire una ovvietà: aziende come Sony e Microsoft hanno moltissimi motivi per puntare a un mercato only digital. Uno di questi motivi è appunto quello dei costi, in quanto uno sviluppatore dovrà pagare una percentuale ai due colossi per avere diritto di inserire il proprio gioco nei loro store.
Nel caso di console come PS5 Digital, non vi sono altri canali di vendita se non quello di ricorrere allo Store proprietario, dando all’azienda moltissimo potere gestionale.
Fino ad arrivare a motivi un po’ più complessi, come l’abbattere la concorrenza: se io Sony ho tra le mani l’unico strumento che gli sviluppatori possono utilizzare per pubblicare giochi sui miei dispositivi, posso entro certi limiti dettare leggi e condizioni.
Vorrei entrare un po’ piu nel dettaglio in merito a questa nuova rivoluzione sempre più vicina, esaminandone diverse dinamiche e sfumature: moltissime persone non hanno mai considerato il digitale per un semplice motivo, per loro è importante avere tra le mani il proprio prodotto, per collezionarlo o anche solo per un senso di fisicità nell’acquisto. Stringere tra le mani un gioco è senza dubbio diverso che vederlo come tuo da dietro uno schermo.
Se alcuni venditori cercano di mettere una pezza a questa astrazione, vendendo una confezione fisica con però all’interno una key digitale, come per esempio Nintendo con molti giochi Switch, moltissimi altri venditori non si pongono minimanente il problema.
Il tragico destino del mercato dell’usato
Il mercato dell’usato è un altro importante fattore di cui tenere conto. Quante volte un tuo amico ti ha regalato o prestato un suo vecchio gioco, togliendo dell’effettivo guadagno agli sviluppatori? Quante volte sei riuscito ad accaparrarti un titolo usato risparmiando anche una cifra importante rispetto allo stesso pari al nuovo?
Se tutto dovesse diventare digitale, scordati di questo. Una confezione con dentro una key, una volta riscattata non può essere rivenduta, un gioco digitale non può essere prestato se non condividendo il proprio account (pratica che tra l’altro viola i regolamenti Microsoft e Sony). Insomma, il mondo dell’usato sarebbe destinato a collassare su se stesso.
Uno dei motivi che più ci ha lasciato perplessi sull’only digital, sono le conseguenze a lungo termine di questo servizio. Se Steam è una piattaforma a sè stante, indipendente da qualsiasi tipo di macchina su cui gira e quindi priva del rischio di diventare obsoleta, in quanto anche i giochi più vecchi potranno essere eseguiti su macchine nuove, gli store delle nostre console sono un discorso totalmente a parte.
Vogliamo proporti tre casi che sono realmente accaduti, a prima vista differenti, ma in realtà molto legati tra loro.
Nintendo Wii Shop chiude
Il primo caso riguarda il Wii Shop. Lo store digitale della Nintendo Wii che è stato chiuso nel 2019. Nintendo Wii è una console uscita nel 2012, quindi potresti pensare che la chiusura dello shop dopotutto è stata una mossa lecita in quanto si tratta di un prodotto che comunque non era più supportato da anni.
Il problema è che Nintendo chiudendo lo shop di Wii ha attuato una manovra non molto gradita dai fan. Come si può leggere nel comunicato ufficiale il cui link è prorio qui sopra, dopo la chisura non è stato più possibile riscaricare i software acquistati in passato.
Ora, immaginati di essere un utente Wii che si è sempre cimentato in acquisti digitali, immagina di avere un parco titoli di tutto rispetto e di ritrovarti comunicato da un giorno all’altro di non potervi più accedere più accedere. Ed è questo il grande limite del digitale. Tu sei in possesso di una licenza non di un titolo, per le mani non hai assolutamente nulla se non il diritto di giocare al gioco.
PlayStation Store chiude
Il secondo caso di cui ti vogliamo parlare è molto recente e riguarda la decisione di Sony di chiudere i vecchi store, tra cui quello di PlayStation 3.
Per corretteza però, bisogna sottolineare che Sony sembrebbe avere fatto marcia indietro ripensandoci e che in questo caso la decisione che aveva preso l’azienda è molto diversa da quella presa da Nintendo. Gli utenti infatti non avrebbero più potuto acquistare titoli, ma comunque sarebbe stato possibile in qualsiasi momento scaricare tutti i giochi associati al loro account.
Quindi la limitazione del servizio non sarebbe stata così marcata come quella che ha imposto Nintendo. Tutto ciò che negli anni hai acquistato sarebbe rimasto li a tua disposizione. Questo secondo caso in particolare ci porta però ad un ulteriore riflessione:
E se succedesse la medesima situazione con le attuali console digital? La risposta è molto semplice. Probabilmente ora, al di la dei titoli acquistati, non sarei più in grado di giocare a nulla. Non avendo l’alloggiamento dischi, per me utente, sarebbe impensabile andare in un qualsiasi negozio e comprarmi il gioco in versione fisica. Quindi, nel caso nel 2031 volessi recuperarmi The Last of Us part 5 per PlayStation 5, non avendolo acquistato in precedenza non mi sarebbe possibile.
Se applichiamo la stessa domanda ad una casistica ancora più drastica come quella di Wii Shop, la risposta risulta ancora più allarmante, in quanto una console only digital diventerebbe un mero fermacarte, questo perchè sarebbe impossibile perfino scaricare i giochi da me acquistati in passato.
Il caso Cyberpunk: Sony aveva diritto di rimuoverlo dallo store?
Cyberpunk 2077 è un videogioco rilasciato lo scorso Settembre da CD Projekt. Fin dal suo debutto il titolo ha presentato diverse problematiche di stabilità e di bug, tanto da essere in un primo periodo del tutto ingiocabile su console come PlayStation 4 e PlayStation 4 Slim. Queste problematiche hanno portato Sony ha prendere una decisione drastica: rimuovere temporaneamente il titolo dal proprio store.
Una delle caratteristiche principali dei beni digitali è appunto quella di essere volatili, di non avere una propria forma fisica e questo lo possiamo riscontrare proprio in Cyberpunk 2077. Infatti se sei un utente PlayStation 5 Digital, sappi che in questo momento per te è impossibile giocare a Cyberpunk 2077 (a meno che tu non l’abbia acquistato prima del blocco).
Infatti se provi ad andare sulla pagina del gioco qui, noterai che non sarà possibile acquistare il titolo.
Di conseguenza, mentre gli utenti PlayStation 4 e PlayStation 5 usufruendo della versione fisica, possono tranquillamente godersi il titolo che attualmente risulta stabile grazie alle patch rilasciate nel corso di questi mesi da CD Projekt, tu non puoi fare altro che aspettare che Sony renda nuovamente disponibile il gioco nel suo store.
La domanda da farci è molto semplice: vogliamo davvero dare a queste aziende il pieno controllo sui contenuti di cui possiamo usufruire?
Quindi, abbracciare il futuro o rimanere ancorati al presente?
È importante a nostro parere non limitarsi a contemplare gli aspetti positivi del digitale. La comodità di acquistare direttamente dal proprio salotto e di avere tutto disponibile in macrosecondi c’è, ed è innegabile. Bisogna però pensare a tutto ciò che sta attorno a queste piccole cose.
Il mercato dell’usato, la possibilità di acquisire titoli anche al di fuori del canale ufficiale dell’azienda produttrice, la fisicità dell’acquisto, l’avere qualcosa tra le mani oltre ad una licenza digitale. Ricordiamo infatti che con il digitale si è soliti acquistare la licenza di utilizzo di un gioco, non il gioco stesso. Sono due cose totalmente diverse!
Personalmente una delle domande che mi faccio spesso, dopo aver acquistato un articolo digitale è la seguente:
“Ok, ho risparmiato, ok, è stato immediato, ma… Ora cosa ho in mano?”
Insomma, bisogna pensare in grande e a lungo termine. Il digitale forse davvero sarà il futuro, ma è sempre meglio tenersi aperta anche una backdoor sul passato.
Sei davvero convinto di volere il digitale? Sei davvero convinto che il costo contenuto di un prodotto ne giustifichi la sua totale astrazione? E infine, nutri davvero così tanta fiducia nei colossi di oggi da affidargli pieno potere su ciò che acquisti?