Quando si parla di retrogaming si pensa, spesso con nostalgia, ai videogiochi che hanno fatto la storia degli anni ’80 e inizi anni ’90. A partire dai più classici Tetris e Super Mario, fino ad arrivare a saghe ancora in vita al giorno d’oggi, come Final Fantasy o Monkey Island.
Mentre i titoli più recenti vedono texture complesse e grafiche ai limiti del realistico, qualche decennio fa “bastava” qualche pixel ben messo per creare un’avventura in 8-bit in grado di coinvolgere per ore e ore ragazzini, adolescenti ma anche adulti. In realtà anche all’epoca non era affatto semplice assemblare pixel per realizzarne un contenuto ludico fruibile dal grande pubblico, eppure da bambina, a 4 anni, mi bastava una bozza di Prince of Persia per perdermi ore e ore davanti al pc. Qualcosa che oggi probabilmente un giovane videogiocatore non classificherebbe nemmeno come giocabile, abituato alle più moderne grafiche mozzafiato.
Ritorno al retrogaming
Si tratta di una nicchia che sembra voler tornare in auge, quella del retrogaming, con la proposta delle stesse case di produzione di titoli nuovi ma ispirati ai “vecchi tempi”, come AdventureQuest, recentemente uscito con un titolo interamente realizzato con grafica in 8-bit, o i moltissimi indie che continuano a utilizzare pixel art e grafica 8 bit, debitamente curati e adattati ai canoni odierni.
E se per qualcuno si tratta solo dei bei ricordi di infanzia, per altri quella del retrogaming è una passione vera e propria che non è mai tramontata nel corso degli anni. Anzi, il tempo non ha fatto altro che alimentarla. In tutto il mondo sono tantissimi i collezionisti che non hanno mai minimamente pensato di dar via i loro NES o la prima PlayStation, tenendoli con cura come dei veri e propri oggetti da collezione quali sono diventati negli anni. Basta infatti fare un giro su qualche pagina social per scoprire che esistono profili interamente dedicati ai videogiochi che hanno fatto la storia, con pezzi unici e talvolta introvabili.
Molto spesso però, i momenti migliori non erano quelli passati a giocare nel salotto di casa con una console attaccata alla tv. L’espressione massima dei videogiochi negli anni ‘80 erano le sale giochi, luoghi ormai estinti e che i giovani giocatori non hanno probabilmente mai visto… anzi, magari se sentono parlare di sale giochi pensano giustamente alle più moderne sale LAN.
Nelle caotiche, affollate e rumorose sale giochi si potevano passare pomeriggi interi a sfidare amici e sconosciuti, prenotando il proprio turno con un gettone.
Luoghi di aggregazione che hanno fatto nascere amicizie e relazioni che si sono consolidate negli anni, anche quando hanno iniziato a chiudere per poi sparire definitivamente nel nostro paese, ma se volete provare l’ebrezza potete sempre fare un viaggetto in Giappone, lì sono ancora vive, vegete e con titoli tanto nuovi quanto datati. Ma tra gli appassionati di questo genere non ci sono solamente i fedelissimi che non hanno mai abbandonato la linea. Negli ultimi anni infatti, sembra essere cresciuto sempre di più l’interesse per il cosiddetto “ritorno alle origini” anche da parte di chi in quegli anni non era nemmeno nato.
Sicuramente la componente economica ha spesso la sua importanza: ad oggi avvicinarsi a un titolo appena rilasciato sul mercato potrebbe essere troppo costoso per molte persone, motivo per cui si può scegliere di risparmiare e scavare un po’ tra gli archivi dei client o spulciare tra l’usato per trovare qualche gioco un po’ datato mai provato in precedenza. Ed è anche grazie a piattaforme come Epic Games, GOG o Steam che propongono offerte vantaggiose o titoli in omaggio, che chiunque può avvicinarsi ai titoli che hanno fatto la storia e che hanno gettato le basi per i più moderni videogiochi.
Non a caso anche le case più moderne vogliono essere parte di questo fenomeno. Non sono poche le software house che decidono di proporre versioni remastered per console next-gen di titoli datati, come è stato di recente per Metal Gear Solid, un pilastro che ha visto una remastered dei primi tre titoli su PS5. Altre invece hanno avuto la fortuna di poter continuare la storia dei titoli rilasciati, come Final Fantasy, che nel corso del tempo si è adattato alle più recenti tecniche di sviluppo, passando da personaggi a cubetti a veri e propri modelli che sfiorano la realtà.
Questione di moda o semplice ritorno ai vecchi tempi?
Quella per gli anni ‘80 non è solo una passione, ma anche una moda. Una fortuna, per molti, in quanto la maggior parte delle volte è proprio la moda nel settore dell’abbigliamento a dettare i trend. E parliamoci chiaro, almeno per quanto mi riguarda, il periodo degli anni 80 è indubbiamente la decade videoludica per antonomasia. Senza contare che l’abbigliamento è anche piuttosto comodo e senza troppe pretese, se ci si ferma a quello e non si esplorano i tagli di capelli…
È così che da un paio di anni, nei negozi più commerciali di abbigliamento per giovani (e anche meno giovani) si trovano capi d’abbigliamento in puro stile anni ‘80, sia nelle linee, che nei colori e nelle grafiche. Forte del successo, sono iniziate ad apparire subito tra gli scaffali non solo felpe con loghi di note bibite o snack tipici degli anni 80, ma anche capi d’abbigliamento con loghi di band musicali, icone storiche dei fumetti e dei videogiochi, come il quotatissimo e sempre in voga Super Mario.
Probabilmente anche da questo nasce la curiosità, che a volte sfocia in passione, dei videogiocatori più giovani che approcciano a titoli storici, che magari hanno avuto l’occasione di giocare con i genitori o gli zii. E anche grazie allo sdoganamento dei mercatini dell’usato, che sempre per merito della moda oggi sono considerati “cool”, spesso capita di trovare qualche perla rara autentica degli anni ‘80. Con un po’ di fortuna è possibile reperire console o giochi a prezzi stracciati e perfettamente funzionanti.
Nonostante ci troviamo in uno spaccato che lo vede tornare in auge, mi sento di dire che quello del retrogaming è un vero e proprio fenomeno piuttosto che una moda, lo dimostra il fatto che c’è un avvicinamento graduale al genere da parte di persone realmente interessate. Non a caso, i classici cabinati da sala giochi, con i quali con un gettone si poteva andare avanti per diversi livelli, hanno iniziato a riempire le case di molti appassionati.
Non solo hanno visto una rivisitazione moderna e più piccola e sono diventati elemento di arredo e di gioco di molte abitazioni, ma in alcuni casi si ricerca proprio il pezzo originale anni ‘80, perché se è vintage ha sempre il suo fascino unico e ineguagliabile. In questo modo non solo si potranno rivivere i bei momenti passati con giochi che hanno fatto la storia e sono rimasti nel cuore, ma anche approcciare in modo del tutto nuovo ai titoli più datati, magari in compagnia di vecchi amici o persone che non hanno mai avuto l’occasione di provare l’esperienza magica di una vera sala giochi, l’unica cosa che, purtroppo, degli anni ‘80 non è tornata.