E’ ormai noto, è stata necessaria una quadriglia con Disney per mettere Nintendo sulla mappa economica del Giappone: da allora, la “casa di carta” di Kyoto si è esposta a quello che i notiziari chiamano il nervosismo dei mercati, condizionato da un valore azionario in salita e in discesa quasi come la rotaia delle montagne russe. Il minimo passo falso – o presunto tale – di Nintendo costa alla compagnia un calo a picco del valore dei suoi titoli, dato confermato dopo la testimonianza della reazione in borsa in seguito alla decisione della Grande N di posticipare l’uscita di Animal Crossing: New Horizons.
Nonostante la crudeltà del business, descritta da Jim Sterling come “avere più a cuore l’uscita tempestiva di un software del benestare dei programmatori”, Nintendo ha ricevuto oggi un temporaneo riscatto con il successo di Pokémon Spada e Scudo. I due controversi titoli della serie ammiraglia del franchise sono stati accolti i maniera considerevole su altrettanti fronti: quello degli acquirenti, e quello dovuto all’effetto farfalla ottenuto sugli azionisti.
“Money, it’s a gas”
Per gli esperti del settore, l’attuale prezzo dei titoli azionari di Nintendo si aggira sui 49 dollari e 54, dopo un picco di 50,05 a maggio 2018 a cui è seguito un crollo a 31,91 lo scorso dicembre. Difficilmente rivedremo i 57 dollari e 71 del marzo dell’anno passato, ma non è escluso un aumento del valore ora che le cose sembrano andare per il verso giusto.
Per la cronaca, le copie vendute da Pokémon Spada e Scudo in Giappone, insieme alla console( rimasta in cima per tutto l’anno) hanno già raggiunto il milione in soli tre giorni, piazzandosi nei primi posti anche nelle classifiche di vendita britanniche Per quanto concerne il suolo statunitense, invece, il picco di popolarità dell’ibrida della Grande N è stato raggiunto solo il mese scorso.