Ready at Dawn, software house nota soprattutto per lo sviluppo di The Order: 1866, è stata ufficialmente acquisita da Facebook e Oculus. La casa di sviluppo dello sparatutto in terza persona che aveva visto la luce su Playstation 4 nel 2015 (e per il quale già si parla di un possibile sequel) punta adesso ad investire sullo sviluppo di contenuti qualitativamente superiori per esperienze di realtà virtuale innovative. Questo soprattutto dopo lo sviluppo di Lone Echo, “una delle avventure per la realtà virtuale più incredibili di sempre“, come è stato definito da Facebook e Oculus.
Attualmente, Ready at Dawn è al lavoro sul seguito di Lone Echo (Lone Echo II, del quale puoi vedere il trailer di annuncio proprio qui sotto). Alla sua uscita, questo titolo sarà il quarto disponibile su Oculus sviluppato dalla stessa software house.
Ci saranno diverse innovative implementazioni per la realtà virtuale presentate da Ready at Dawn per i suoi nuovi progetti, fra cui lo zero-g continous locomotion system e il full body IK. La software house ha inoltre fatto presente che attualmente tutti gli sforzi creativi sono concentrati su Lone Echo II e che non ha, almeno nell’immediato, alcun altro progetto attivo.
Altro fatto degno di nota è che Ready at Dawn, pur essendo stata acquisita, rimarrà comunque indipendente con i suoi studi a Irvine e a Portland, ottenendo però il pieno appoggio finanziario di Facebook e Oculus.
È evidente, insomma, che nel mirino di Facebook e di Oculus ci sia l’implementazione di esperienze di realtà virtuale sempre più articolate e complesse da offrire. Non solo: attualmente, grazie all’acquisizione di Ready at Dawn, la compagnia di Mark Zuckerberg sembra intenzionata a spostare l’attenzione della community videoludica verso questa nuova frontiera che, ad oggi, rimane praticamente quasi del tutto inesplorata.
Nel comunicato stampa si legge: “Siamo molto contenti di avere Ready at Dawn al nostro fianco” e che Facebook ed Oculus hanno “progetti entusiasmanti e innovativi per i prossimi anni di gioco“.
Non rimane che aspettare, quindi.