Sviluppato e pubblicato da Serious Bros., Imagine Earth è un simulatore di colonizzazione planetaria e di gestione di risorse in modo strategico e tutto in tempo reale. Dopo aver consumato la versione per Steam, abbiamo colonizzato innumerevoli pianeti anche su PlayStation 4 e questa è la nostra recensione.
Imagine Earth: come colonizzare rilassandosi
Dopo l’early access datato maggio 2014 con la prima versione completata che ha fatto irruzione su Steam nel 2021, Imagine Earth colonizza anche il mondo console proponendo un sistema di gioco immediato e soprattutto rilassante e che può persino creare assuefazione. Ma procediamo con ordine.
Imagine Earth ha una modalità Campagna single player che è anche la modalità principale del titolo, suddivisa in dieci capitoli a loro volta legati a diversi pianeti. La macro trama del titolo vede la Terra ormai consumata di ogni risorsa, resa un pianete morente e impossibile da abitare. Ecco quindi una prevedibile corsa nello spazio con tanto di aziende che fanno a gara per chi riesce a impadronirsi di più avamposti spaziali possibili, allungando le mani su risorse e ricerche inedite.
Ogni pianeta, infatti, oltre a una razza indigena, ha con sé un mini mondo di risorse tutte da scoprire, raccogliere, sperimentare e infine consumare. La raccolta selvaggia di risorse legata a doppio filo alla colonizzazione selvaggia con tanto di costruzioni di vario genere per ospitare sia i nostri coloni quanto industrie futuristiche e fortemente inquinante, fanno parte del macro messaggio ecologico-futuristico che permea l’intero titolo.
Quanto è corretto invadere, conquistare, sfruttare e consumare? Quanto il profitto è giustificabile? Una cosa è certa: il denare è centrale nella politica ludica del gioco che va a scandire il progresso narrativo in un mosaico di missioni, non sempre coerentemente collegate tra loro, che intrattengono e ci trascinano senza troppe possibilità di scelta fino ai titoli di coda, in un’avventura spaziale tanto rilassante quanto dal retrogusto amaro.
Un amaro che fa riflettere e che si rispecchia in un presente consumistico e inquinante. Non per niente in Imagine Earth l’inquinamento e il riscaldamento dei pianeti fa parte del sistema ludico stesso con tanto di disastri naturali che, se non previsti, possono devastare in pochi minuti gran parte del nostro egoistico e faticoso lavoro di colonizzazione. Ma bando alle ciance e andiamo a vedere come si conquista lo spazio.
Da una casa a intere città
Imagine Earth è un simulatore strategico di colonizzazione planetaria con tanto di gestione di risorse e un sistema ben articolato di commercializzazione delle stesse. Il titolo, che può sembrare inizialmente ostico o troppo complesso da apprendere, si svela con una semplicità disarmante mostrando una strutture che, seppur ripetitiva, è veloce e accessibile.
Complice un tutorial snocciolato lungo il primo capitolo dell’avventura che mostra sia la struttura narrativa iniziale quanto tutti i comandi principali previsti nel titolo. Tutto ha inizio da un nucleo, una “casa”, l’inizio. Il punto di sbarco. Il centro nevralgico delle nostre attività di colonizzazione. Da lì, arriveranno i nostri futuri coloni ed è sempre da lì che gestiremo i contatti tanto con gli indigeni quanto col mercato interplanetario, competitor inclusi.
Ogni pianeta è suddiviso in triangoli e ogni triangolo può essere utile per costruire qualcosa o per ospitare risorse naturali (eventualmente da sfruttare e/o distruggere per costruirci altro). Se da un lato possiamo creare nuove abitazioni per ampliare il numero di coloni massimo con conseguente forza lavoro extra, dall’altro possiamo dar vita a complessi sistemi industriali che possono automaticamente e tutto in tempo reale, procedere al raccoglimento, immagazzinamento e sfruttamento delle varie risorse.
Risorse che possono essere poi convertite in cibo, utile per il fabbisogno della nostra colonia o in energia, altrettanto utile per far funzionare i vari edifici. Edifici il cui posizionamento deve essere ben studiato. I coloni, infatti, vogliono vivere bene e posizionare delle abitazioni vicino a un complesso industriale fortemente inquinante andrà a far calare drasticamente l’umore dei coloni stessi con tutta una serie di complicazioni che può portare anche al loro abbandono.
La dimensione stesso del terreno colonizzabile andrà ad ampliarsi man mano che la colonia, il suo numero d’abitanti e la quantità e utilità di risorse a disposizione aumenta. E il tutto di pari passo con il sempre centrale ed essenziale vile danaro. I soldi sono tutto anche nello spazio e saper gestire le proprie finanze può garantire la nostra sopravvivenza anche e soprattutto nelle fasi più avanzate dove i competitor si fanno più aggressivi fino ad invadere il nostro territorio.
La diplomazia, ossia il dialogo e le trattative, anche economiche, con gli stessi competitor e soprattutto coi nativi dei pianeti che andremo a colonizzare fa parte del mai troppo complesso o sfiancante sistema testuale-narrativo di Imagine Earth che, seppur poco ispirato e poco approfondito, riesce comunque a donare un feedback convincente e sufficientemente vario.
Da segnalare anche un sistema di licenze e ricerche utili a sbloccare nuove tipologie di edifici (a loro volta potenziabili come è potenziabile l’espansione territoriale stessa). Tali licenze vanno sbloccate coi relativi punti, ottenibili man mano che faremo progressi nella nostra carriera interplanetaria. Conoscere ogni struttura coi relativi boost e risorse richieste, è la base per dar vita a una colonia automatizzata efficiente e che possa creare un reddito costante.
Tante modalità per invadere pianeti
Oltre alla già citata campagna, vero fiore all’occhiello della produzione, Imagine Earth ha altre modalità che mirano a prolungare la permanenza dell’utente in questo colorato spazio di pianeti. Il primo si chiama Gioco Infinito e sarebbe una sorta di modalità Campagna con tutto potenzialmente già sbloccato e fortemente personalizzabile.
Una modalità “eterna” che però va a stancare abbastanza presto complice il fatto che la sconfitta diventa sempre più impossibile da incontrare a causa di un eccessivo accumulo di bonus che ci rende velocemente perfetti e imbattibili. Discorso diverso per la modalità denominata Competizione. Qui saremo in competizione diretta con altre aziende nel dominio del pianeta, con risorse limitate e condivise. Chi ottiene più punti, trionfa.
Infine, Imagine Earth possiede anche un editor: Editor dei mondi. Letteralmente, in questa modalità potrai dar vita a un tuo pianeta, decidendone le risorse, la percentuale di pericolosità e la morfologia stessa. Tale pianeta, che potrai ovviamente battezzare, potrà poi essere utilizzato sia nella modalità Infinita che in quella Competitiva.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Imagine Earth regala un colpo d’occhio generale soddisfacente. Se si evita lo zoom totale, i dettagli poco curati e il riciclo inevitabile di elementi, si nota di meno complice la magia dell’automazione. Vedere il pianeta che prende vita man mano con sciami di droni che eseguono gli ordini svolazzando da un punto all’altro è quasi ipnotico.
Molto buoni anche i cambiamenti climatici con relativi disastri, con le aree triangolari che vanno a mutare il proprio manto sotto i nostri occhi in modo sorprendente. Intrigante anche la varietà dei pianeti, non sorprendente ma gradevole ed efficace soprattutto considerando l’età originaria del titolo in esame. Ciò che stona, invece, sono i personaggi (abbastanza numerosi), caratterizzati poco e dotati di animazioni poco convincenti oltre che dal carisma e dalla scrittura poco convincente.
Buono invece il sonoro, con un discreto doppiaggio in inglese e con tracce sonore gradevoli e mai troppo ridondanti. Molto apprezzata la presenza dei sottotitoli in lingua italiana, cosa non da poco considerando il genere d’appartenenza e la natura del titolo stesso.