Sviluppato da Ascendant Studios e pubblicato da Electronic Arts, Immortals of Aveum è un moderno sparatutto in prima persona, single player e story driven dotato di un mondo fantasy e vibrante di magia. Noi abbiamo vestito i panni di Jack su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione. Pronto a padroneggiare la magia e ad affrontare la Sempiguerra?
Immortals of Aveum – una nuova guerra… ma magica
La narrazione di Immortals of Aveum oscilla tra cliché ed epicità, tra il già sentito e alcuni guizzi originali e gradevoli. Non c’è davvero qualcosa che brilli di luce propria ma è lodevole l’impegno del team di creare un mondo con delle sue regole e un sistema di lore ramificato e abbastanza articolato. Sentir parlare i personaggi di luoghi, persone, credi e usanze dandole per scontate al giocatore stesso è credibile e funziona (e tranquillo, con la giusta attenzione ai collezionabili, l’intero mosaico narrativo non avrà vuoti per te).
Siamo in un mondo magico con tanto di flussi magici visibili e contesi. Contesi da regni frammentati, governati da ideologie diverse, da sete di potere, da una Sempiguerra che, come da nome (appunto) è un conflitto quasi eterno che prosciuga la vita, devasta città, impoverisce il mondo e i suoi abitanti. C’è un tiranno da affrontare, un essere dalle manie espansionistiche che guadagna potere e terreni e c’è una sparuta resistenza che parla di luce e speranze, che cerca nuovi soldati disperatamente e che prova a difendere i deboli anche se “non possono essere ovunque”.
In questi conflitti, in questa sofferenza, nei meandri del Sottoponte (Stranger Things sei tu?) della città di Seren vive Jack, il nostro protagonista. Parliamo di un classico eroe semi ribelle con ideologie tutte traballanti e incerte. Lo vediamo intento a rubacchiare alcuni ignari spettatori insieme alla sua amica Luna. Amica, nonché “capo” di uno sparuto gruppo di scalmanati ladruncoli che cercano di sopravvivere rubando alla gente del Sovraponte per poi scappare nell’oscurità e nella povertà del Sottoponte.
Seren è comunque solo il primo luogo che troveremo, Aveum è piena di territori fantastici da vivere e conoscere ma torniamo a Jack. Sappiamo che sa usare la magia anche se solo per liberare le strade da piccoli grumi violacei e maligni. Scopriamo anche che presto Luna lo lascerà. O meglio, lascerà l’intero gruppo per arruolarsi nell’esercito di Lucium. Ha deciso spontaneamente di unirsi alla Sempiguerra di lottare per il popolo e per la pace. Jack non condivide, lui ripudia la Sempiguerra e il conflitto eppure non ha soluzioni, non sa cosa fare, come reagire, come sopravvivere.
E da un piccolo incidente di percorso, la situazione presto degenera di brutto ed ecco che Jack si riscopre Triarca catturando l’attenzione di Kirkan, comandante dell’esercito di resistenza che subito gli propone di addestrarlo. Ma cos’è un Triarca? Come potrai immaginare, in Immortals of Aveum la magia è ovunque ma per essere precisi, esistono tre tipi di magie: quella blu è la magia della forza, la rossa è quella del caos mentre quella verde è della vita. Un Triarca riesce a padroneggiare tutte e tre le magie mentre alcuni solo uno dei tre tipi. Ciononostante, padroneggiarle tutte e tre gli vieta di specializzarsi in modo eccellente in una sola.
Questo si traduce in un percorso di addestramento che vedrà poi un salto temporale di cinque anni con la nostra relativa ascesa. Ed eccola l’anima da Call of Duty. Un neo soldato che viene addestrato e che inizia a farsi spazio sul campo, tra eserciti nemici, tra draghi al posto di velivoli aerei, fra magia rossa al posto di colpi di bazooka e così via. C’è molto della campagna di un qualsiasi COD, con tanto di colpi di scena un po’ telefonati, di scene solo raccontate e di momenti esagerati ed epici, puramente cinematografici, scenici. Eppure, nonostante un ritmo e un’originalità non esaltanti, la storia funziona. L’avventura funziona e con una longevità di tutto rispetto (può superare le quindici ore tranquillamente), Immortals of Aveum offre una campagna che diverte dall’inizio e alla fine.
Tre tipi di magie da padroneggiare e un esercito da sbaragliare
E il divertimento di Immortals of Aveum è dovuto essenzialmente al suo gameplay. Parliamo di uno sparatutto in prima persona suddiviso in capitoli, non open world, semi open map (con tanto di mappa con punti di riferimento e piccoli percorsi extra con ricompense e lore da scoprire) e decisamente lineare. Quindi è un gioco per chi vuole seguire e vivere una storia fatta di scontri, momenti epici e boss di vario genere (alcuni decisamente appaganti e da abbattere). E per farlo, Jack avrà a sua disposizione un quantitativo di magie decisamente sorprendente.
Un po’ come Ghostwire: Tokyo (qui la nostra recensione), anche qui il protagonista non ha armi “fisiche” se non la propria magia suddivisa in tre colori (blu, rosso e verde) e liberamente e velocemente interscambiabili a nostro piacimento. Ogni magia ha i suoi proiettili ricaricabili (e infiniti) e i suoi pro e contro. La magia blu è estremamente precisa e anche abbastanza veloce ma non spara a raffica e il caricatore è nella media. La magia rossa è la più forte ma è a corto raggio e ha pochi proiettili, richiedendo una ricarica più costante. La magia verde spara raffiche costanti, grande caricatore ma danni minori e precisione più bassa.
Come puoi vedere, niente di innovativo come non è innovativo il sistema di potenziamento di ogni singola magia con un sistema di ramificazione che mira ad ampliare sia le statistiche passive (come i danni per colore) sia a migliorare e ampliare le abilità di Jack. La barra con cui otteniamo “l’esperienza” uccidendo i nemici si chiama Arcanum e una volta riempita, otteniamo delle “Ascensioni”, ossia dei punti da poter spendere liberamente per sbloccare i citati talenti. Tra l’altro, Jack è dotato di una schivata magica (ricaricabile automaticamente e utilizzabile anche per aumentare le distanze del salto o doppiosalto) e di uno scudo magico (che si infrange dopo un determinato numero di colpi per poi ricaricarsi autonomamente col tempo e che rimane attivo anche mentre attacchiamo).
Ma non solo, Jack può essere ulteriormente potenziato equipaggiando due anelli e un bracciale (tra l’altro visibili anche esteticamente) che offrono piccoli bonus e che se ben concatenati possono creare build intriganti sia sul piano offensivo che difensivo. Se con la mano destra, grazie al sigillo (un particolare monile magico) possiamo sparare incantesimi offensivi, con la mano sinistra potremo effettuare diverse azioni grazie ai totem (potenziabili anche questi). Questi sono il fulcro per gli incantesimi di Controllo e garantiscono diverse e interessanti extra sul piano combattivo ed esplorativo. Il primo totem sarà una frusta magica con cui potrai attirare i nemici a te (magari costringendoli ad abbandonare un’altura) o sfruttare particolari zone per scoprire percorsi inediti e spesso opzionali.
Se non fosse abbastanza, Jack ha a sua disposizione anche le “furie”. Parliamo di incantesimi estremamente potenti che per essere utilizzati richiedono l’utilizzo del Mana (qui raffigurato da una barra divisa in segmenti). Queste magie sono devastanti e spesso coinvolgono più nemici in un raggio più o meno ampio e sono utilissime per scoperchiare difese e abbattere barriere. D’altrocanto, dovrai tenere d’occhio il Mana che può essere ricaricato (come l’energia vitale) solo da alcuni oggetti da recuperare in giro per le aree di gioco.
Un mondo da esplorare
E parlando di aree di gioco (da esplorare più volte anche con l’aiuto di portali/teletrasporti), seppur prevalentemente lineari, non neghiamo l’ampio respiro che alcuni percorsi riescono a offrire, complice un level design ispirato e ben elaborato, con zone nascoste, elementi da raccogliere, tesori da distruggere (per raccogliere monete utili per potenziare ulteriormente Jack e il suo arsenale), fasi platform ben riuscite ed enigmi ambientali da risolvere (seppur abbastanza banali). Questi ultimi sono una gradevole variazione all’attività principale (che è quella di devastare i nemici a suon di proiettili magici) e offrono momenti anche esteticamente appagabili.
Un esempio è la possibilità di mutare temporaneamente determinati oggetti, aprendo magari una mano di una vecchia e arrugginita statua per poi percorrerla in una corsa contro il tempo. Anche in questo caso, non ci troviamo davanti a nulla di nuovo ma il tutto crea un’armonia e un’esperienza ludica estremamente appagante, divertente, soddisfacente e divertente. Giocare a Immortals of Aveum è divertente e non stanca. C’è varietà e il livello di sfida (crescente e mai proibitivo ma comunque anche personalizzabile) garantisce un’esperienza che merita di essere giocata fino alla fine.
Grafica e sonoro
Graficamente Immortals of Aveum ha un impatto notevole. I fondali sono magici, i luoghi sono vari e gli elementi riciclati (seppur presenti) si notano appena. Buone le animazioni anche se i volti umani non sempre risultano perfettamente ridefiniti e credibili. Ottimi gli effetti magici e la mole di contenuti che si muove contemporaneamente su schermo. Sì, c’è qualche calo di frame rate e si qualche elemento si ricarica leggermente in ritardo ma l’esperienza non viene minata praticamente mai risultando sempre godibile e appagante nonostante qualche piccola scivolata tecnica.
Il sonoro offre la giusta epicità, impreziosito da un doppiaggio in lingua italiana (puoi impostare e regolare anche i sottotitoli) credibili, vario e ben recitato. Il tutto per un’esperienza quasi cinematografica che riesce a coinvolgere in modo positivo.