Se volete distogliere la vostra attenzione da tutti quei titoli che si assomigliano l’uno all’altro, seguitemi in questa recensione in cui vi parlerò di In Other Waters, un gioco particolare che si discosta quasi totalmente da ciò a cui siamo abituati a videogiocare. Il titolo in questione è sviluppato da Jump Over The Age e rilasciato per Nintendo Switch e PC il 3 aprile 2020.
La trama di In Other Waters
All’interno di In Other Waters prenderemo le sembianze di un IA (intelligenza artificiale), il cui compito sarà quello di guidare la subacquea Ellery all’interno di uno scenario sottomarino situo sul pianeta Gliese 677CC alla ricerca del partner scomparso Minae Nomura; il mare però cela segreti oscuri che dovrai affrontare, e sarà qui che il legame tra Ellery e l’IA sarà messo a dura prova.
Gameplay
Il gameplay di gioco, fin dai primi momenti, mi ha dato del filo da torcere. Sarà la presenza della sola lingua inglese, sarà la grafica minimale a cui non ero abituato, ma ho avuto seri problemi ad orientarmi. I primi momenti infatti li ho passati cercando di capire da me cosa, o come, dovessi fare per aiutare Ellery a superare quella che sembrava una barriera corallina, ma che alla fine si rivela essere una muraglia di creature non ancora ben definite. L’HUD di gioco, seppur minimale, non è delle più semplici; ho giocato questo titolo su Nintendo Switch, avendo la fortuna di poter utilizzare anche il touch screen, il che ha reso molto più semplici alcune meccaniche.
La visione del gioco è quella che si avrebbe da un sonar, che ci darà la posizione esatta del subacqueo e di ciò che lo circonda, non come se lo vedessimo direttamente ma, appunto, come se fosse scandagliato da un sonar. Spetterà infatti a noi scoprire cosa si cela nei dintorni, aiutando Ellery a catalogare un ecosistema del tutto nuovo, quindi sconosciuto all’umanità. Il nostro lavoro come IA potrà in ogni caso essere alternato a sessioni di studio approfondite delle varie scoperte, immersioni in nuove aree di gioco, oppure più semplicemente potremo decidere di passare il nostro tempo a dialogare con Elley o perfino a leggere i suoi documenti per cercare di conoscere meglio il nostro partner.
Comparto visivo e sonoro
La grafica è un qualcosa che difficilmente abbiamo visto in un altro titolo, il che rende In Other Waters molto particolare. Gli effetti cromatici sono sempre gli stessi, avremo infatti la possibilità di osservare unicamente colori verdi e gialli più o meno chiari. Gli sviluppatori molto probabilmente hanno deciso di concentrarsi sulla storia, approfondendo la narrazione a sfavore del comparto grafico, relegato alla visione subacquea data dal sonar che ci accompagna. Il sonoro invece è molto avvolgente, ed è come se ci volesse cullare tra le onde del mare; non è un comparto sonoro complesso ma svolge in maniera eccelsa il suo lavoro.
Tiriamo le somme
Nel complesso In Other Waters non è un titolo per tutti. Il gioco propone delle idee di fondo che non sono per niente male, ma che necessiterebbero di alcuni accorgimenti per renderle migliori. Uno di questi? La possibilità di avere la localizzazione in lingua italiana, che permetterebbe a tutti di apprezzare meglio il gioco e lo renderebbe anche alla portata di chi l’inglese invece lo conosce poco o niente. La grafica non è la punta di diamante che spicca all’interno di In Other Waters, ma la narrazione e la possibilità di intravedere un legame vero e proprio tra l’IA e il subacqueo è un qualcosa di stravagante, ma allo stesso tempo innovativo. Il titolo, disponibile per PC e Nintendo Switch, è venduto al prezzo di 12,49 euro, ma è possibile acquistare una versione al prezzo di 20,45 euro che include le soundtrack di gioco e le varie immagini dei sistemi antropomorfi presenti.