“Disperso nell’infinito mare dell’incertezza creativa, mi ritrovai a cadere nel buio della mia coscienza in cerca di una strada da percorrere, una luce che mi guidasse. Inconsapevolmente non sapevo che tali luci non sono altro che gli ingressi vorticanti ad altri intriganti sentieri fatti di dubbi e incertezze.”
Confuso? Bene, questo è solo l’inizio se hai intenzione di provare questo puzzle game dai toni fortemente surreali. La tua confusione è pari alla mia nel momento in cui mi ritrovo a dover valutare Infini, un gioco che è bizzarro per sua stessa natura e scelta. Un’esperienza emotiva e visiva prima che ludica, sicuramente non alla portata di tutti. Ne avevamo già parlato a settembre, ma adesso è tempo di provare il gioco grazie ad una Demo rilasciata il 5 Febbraio.
La Speranza Perduta
In Infini vestiremo i panni della Speranza che, per un non ben precisato incidente, si ritrova a vagare (cadere) nell’Infinito mentre il mondo reale inizia a soffrire la sua assenza. Non sembra esserci una vera via d’uscita al ciclo ripetersi degli eventi, ma Speranza, per la sua stessa natura, è destinata a proseguire e non arrendersi. Un viaggio psichedelico per tornare a casa che la porterà a incontrare Tempo, Poesia, Memoria, Tecnologia, Guerra e Fatalità, in una costante metafora dell’epoca moderna.
L’impatto con Infini è a dir poco spiazzante. Non vi è una vera e propria introduzione e ci troveremo subito inseriti nel gioco, avvolti da immagini surreali e musiche cacofoniche che confonderanno i nostri sensi in una serie di sensazioni che non sono facili da definire come piacevoli o fastidiose. Le due reazioni infatti si alternano a più passaggi. Solo dopo molti minuti di gioco inizieremo a “capire” qualcosa della “trama”. Per quanto comprenda la volontarietà della cosa, questo potrebbe alienare alcuni giocatori e spero quindi che nella versione definitiva di Infini ci sia un qualche tipo di presentazione iniziale.
Un Gioco di schermi
Viene da sé che, con una storia simile, il gameplay è “schiavo” delle necessità narrative. Infini fa un ottimo lavoro ad educare gradualmente i giocatori alle regole del mondo in cui è ambientato, senza dover usare testo a schermo o soluzioni simili. Capiremo subito che ogni livello va superato facendo congiungere Speranza con un bizzarro foro fluttuante, senza però toccare i blocchetti e gli altri oggetti presenti a schermo (pena il reset obbligato del livello). Inizialmente potremo controllare solo la direzione verso cui cadiamo (destra o sinistra), ma andando avanti nel gioco sbloccheremo ulteriori comandi che ci permetteranno di bloccarci a mezz’aria, rallentare o accelerare la nostra caduta, cambiare la direzione verso cui cadiamo o persino volare. Ognuno di questi sarà presentato in modo banale, ma efficace. Ogni volta che sarà introdotto un nuovo comando, vedremo un tasto cadere insieme al nostro personaggio e ci verrà spontaneo premerlo per vedere cosa succede.
I comandi più interessanti sono però quelli che controllano la telecamera di gioco, allargandola, restringendola, ruotandola e così via. Molti livelli di Infini dovranno infatti essere superati usando la prospettiva e l’ingegno. Capiterà di trovarsi intrappolati tra i blocchi e di dover ingrandire la schermata di gioco in una certa maniera perché questi “scompaiano” e si possa raggiungere il nostro obiettivo. Un gameplay all’apparenza semplice diventerà quindi velocemente molto più complesso e porterà spesso a scervellarsi su quale potrebbe essere la soluzione. A questo si unisce un costante senso di meraviglia per le ideazioni ludiche di Infini che continuerà ad aggiungere varianti e alternative a queste poche semplici regole. Di base si tratterà sempre di arrivare a quel foro, ma come devi farlo, sta a te scoprirlo.
Intrappolati in un Mondo Surreale
La resa grafica di Infini è molto rozza. I disegni sembrano letteralmente fatti a mano e, per quanto si sposino bene con gli sfondi e non diano fastidio durante le sessioni di gioco effettivo, a volte risultano davvero troppo brutti alla vista durante le sequenze di intermezzo che portano avanti la storia. Avrei preferito una maggiore cura da questo punto di vista, ma comprendo anche le intenzioni degli autori e dubito che questa cosa varierà nel prodotto finito. Per assurdo, infatti, il personaggio che appare meno curato dal punto di vista grafico è proprio quello che andremo a guidare: Speranza. Molti degli altri personaggi che incontreremo sembreranno molto più interessanti per quanto sempre molto bizzarri.
Quanto invece attrae fin da subito il giocatore sono le immagini e le musiche originali realizzate appositamente per il gioco. Gli sfondi, sia dei livelli di gioco che delle sequenze di storia, sembreranno spesso dei veri e propri quadri realizzati tramite l’uso di alcuni acquarelli, mischiando collage di vari disegni realistici o generando delle girandole ipnotiche di colori e sequenze. Il tutto sarà sottolineato da suoni e sinfonie cacofoniche e discordanti che si sposano alla perfezione con l’ambiente generato e contribuiscono a trascinare il giocatore in questo bizzarro multiverso di pura assurdità. La sensazione sarà quella di ritrovarsi a giocare in un quadro di M. C. Escher.
Un Vortice di Sensazioni
Il primo pensiero che si incontrerà giocando a Infini è “ma che cavolo sto giocando?” Se, tuttavia, si resiste di abbandonare il titolo al grido di “che schifezza”, allora ci si troverà presto intrappolati nella sua storia e nel suo gameplay a dir poco additivo. Ti sentirai sempre più spinto ad andare avanti per scoprire quale sarà la successiva soluzione ludica che verrà aggiunta per variare il gameplay e renderlo ancora più complesso. Questo si unirà alla costante sensazione di volersi mettere in gioco con sé stessi, tipica dei puzzle game. Il desiderio di scoprire la soluzione di ogni livello ci spronerà ad avere Speranza e andare avanti.
Dietro un aspetto rozzo ed un gameplay banale, Infini nasconde un gioco estremamente coinvolgente anche se sicuramente non adatto a tutti. Dubito che un amante di giochi d’azione possa trovare piacere dal provare questo titolo, ma se sei patito di puzzle game bizzarri, allora credo che sia un buon acquisto (a conti fatti, io non vedo l’ora di provare la versione completa). Certo, molto dipenderà anche dall’effettivo prezzo finale con cui verrà commercializzato il prodotto.
Infini è stato sviluppato da Barnaque, uno studio indipendente di Montreal (motivo per cui il gioco presenta solo il francese come lingua alternativa all’inglese), e verrà distribuito da Nakana.io su Steam e Nintendo Switch il 5 Marzo 2020. La Demo rilasciata il 5 Febbraio può invece essere scaricata da questa pagina. I requisiti grafici sono così bassi che difficilmente non girerà sul tuo computer.