Infinite – Beyond the Mind appare fin da subito come una lettera d’amore per tutti gli appassionati di retrogaming, soprattutto quelli che adorano giocare e rigiocare i vecchi action-platform 2D come Metal Slug, Ninja Gaiden e Strider. Non aspettarti quindi un platform rilassato e tranquillo perché Infinite è un gioco veloce e, a tratti, parecchio difficile. Purtroppo però soffre di alcuni difetti che ne macchiano la godibilità, ma andiamo con ordine.
Infinite – Beyond the Mind è opera di Blowfish Studios, studio di sviluppo fondato da Benjamin Lee e Aaron Grove specializzato in videogiochi indie. Il focus principale della loro produzione è usare la passione per i giochi del passato per creare dei prodotti nuovi, moderni e estremamente divertenti. Pongono molta attenzione anche sul lato grafico/artistico preferendo sempre a 360° uno stile retrò molto curato. Tutto questo può essere visto in ogni loro prodotto.
Una Storia solo Accennata
La storia è descritta brevemente quando si avvia la prima partita e qui arriva subito il primo brutto difetto di questo gioco. La traduzione italiana è pessima! Pensa che se scegli l’italiano, la storia apparirà scritta, per motivi a me ignoti, in francese. Perché proprio il francese??? Comunque ho dovuto leggerla in inglese per scoprire un breve antefatto che ci spiega che andremo a vestire i panni di due super soldati femminili, Tanya o Olga, impegnate a sfidare la malvagia Regina di Beljantaur, Evangelyn Bramann, e la sua famiglia che vogliono conquistare il mondo. Fine.
Come fine? E il resto della storia? Non c’é. Prima di qualche boss ci sarà qualche piccolo dialogo accennato completamente casuale e alcune cose potranno essere intuite dall’aspetto dei livelli, ma spesso non capiremo dove siamo, perché e cosa dobbiamo fare. Capisco che questo strizzi l’occhio ai giochi del passato, ma è davvero troppo, troppo poco. Sarebbe bastato aggiungere una o due linee di spiegazione prima o dopo ogni livello per risolvere questo problema e invece non c’é stata la minima intenzione di approfondire questo aspetto. Al giorno d’oggi mancare nel world-building è un errore madornale purtroppo, appiattisce il tutto ad un semplice “vai avanti e uccidi”. Non si capisce neanche perché il gioco porti il titolo che ha.
Frenesia dal Sapore Retrò
Giocare a Infinite – Beyond the Mind è semplice e viene tutto spiegato in un comodo tutorial disponibile nel menù principale di gioco. Con un tasto attaccheremo, con un altro salteremo e con un terzo faremo varie azioni speciali. Sarà possibile anche eseguire un secondo salto a mezz’aria premendo nuovamente il tasto appropriato. Quanto alle azioni speciali, se usiamo quel tasto da fermi evocheremo un attacco speciale che infliggerà pesanti danni a tutto ciò che è a schermo (la tipica “bomba” dei vecchi giochi di questo tipo) mentre se lo premiamo con una direzione, scatteremo verso la stessa, anche se siamo a metà di un salto. Questo ci permetterà sia di evitare gli attacchi che di allungare la distanza coperta. Potremo inoltre entrare in alcune porte premendo giù e salire/scendere su per delle scale premendo gli appropriati tasti direzionali. Ultimo comando, ma non ultimo per importanza, potremo anche scalare alcune pareti continuando a saltare su di esse.
Dopo aver avviato Infinite – Beyond the Mind, potremo scegliere se iniziare una partita in singolo o in cooperativa con un amico (inutile dire che è in questa seconda forma che il gioco da il meglio di sé). La struttura è quella classica, una serie di livelli divisi in varie zone numerate che alla fine presenteranno sempre un boss diverso. Morire ci riporterà all’inizio della zona mentre finire le vite causerà il famoso Game Over. Fortunatamente dopo ogni livello potremo salvare, ma il Game Over ci farà comunque ripartire dalla zona 1 del livello, anche se lo abbiamo ottenuto contro un boss. Un modo di progredire old school che potrebbe far storcere il naso ad alcuni giocatori, ma che sarà apprezzato da chi apprezza il genere. Completando alcune zone, inoltre, otterrai dei power-up (danni maggiorati, un attacco in salto capace di deviare proiettili e così via).
Proprio i boss sono il fiore all’occhiello di Infinite – Beyond the Mind. Sempre vari, riconoscibili e complessi. Alcuni hanno anche più fasi diverse. Per batterli si dovranno memorizzare i vari pattern d’attacco in un continuo provare e riprovare strategie diverse. Per il resto invece ci muoveremo orizzontalmente in avanti uccidendo orde di nemici con la propria spada. Questi sono altrettanto vari, tra soldati normali, altri armati di fucile, paracadutisti, capitani che invocano l’artiglieria satellitare, ninja, carri armati, lanciamissili, elicotteri, cannoni laser, nemici invisibili, camion e così via. Tutti molto curati nell’aspetto. Sicuramente non si può dire che ti troverai a uccidere sempre i soliti avversari.
In alcune sezioni potremo anche entrare in delle torrette statiche che potranno essere ruotate a 360° per infliggere danni massicci ai nemici che si avvicinano. Queste non potranno evitare danni, ma se salteremo fuori da esse al momento giusto, eviteremo ogni forma di danno a entrambi. E’ una meccanica che mi ha ricordato tanto Metal Slug. In altre sezioni ci troveremo invece ad affrontare stage di volo orizzontale che ricordano R-Type, G-Darius o l’ultimo livello di Metal Slug 3 se preferite. Qui però arriverà un altro grosso difetto. Questi livelli risulteranno infatti involontariamente più difficili perché la propria arma tenderà a surriscaldarsi dopo alcuni colpi, obbligandoci a dover evitare quanto ci arriva addosso. In uno shot’n’gun è una cosa davvero brutta.
La Lama Scintillante
Come avrai intuito, il lato artistico è il punto di forza di Infinite – Beyond the Mind. Questo presenta una grafica completamente retrò realizzata con un design pixelloso che, nonostante strizzi l’occhio al passato, rivela una cura davvero maniacale per ogni dettaglio. Sono rimasto a bocca aperta a vedere l’ampia varietà che gli autori del gioco sono riusciti ad inserire in questo titolo pur usando un mezzo grafico così datato. Supera di molto quanto realizzato da altri giochi simili e da solo ricompensa del prezzo pagato.
Potete letteralmente stare delle ore a fissare i vari personaggi e scoprire ogni minuto qualche dettaglio diverso. Questo vale, ovviamente, sia per i nemici comuni, ma soprattutto per i boss che presentano una resa grafica davvero eccezionale. Per alcuni di questi dispiace davvero tanto che la storia non fornisca maggiori informazioni perché vorresti assolutamente saperne di più, sapere perché sono così e si comportano in quel modo. Le poche linee di dialogo purtroppo non bastano. Lo stesso si potrebbe dire per le protagoniste che appaiono interessanti, ma ben poco caratterizzate e fondamentalmente non c’é alcuna differenza tra le due, se non il colore dei capelli e qualche pixel qui e là.
La stessa cosa si può dire pari pari per i vari livelli disponibili. Questi presentano spesso più di un percorso e sono seriamente enormi, ma quello che stupisce ancora di più è la varietà delle ambientazioni. Si passa dalle vie di una città ad un parco cittadino, passando per una serie di navi da guerra in un porto, un ponte su un fiume con la luna piena, una distesa innevata di notte e persino la superficie lunare. Una delle cose che ti spingerà ad andare avanti è proprio scoprire dove sarà ambientato il prossimo livello.
Avrai ben poco tempo per guardare tutto questo splendore grafico mentre verrai spinto ad una continua azione velocissima da una colonna sonora anch’essa retrò, ma estremamente frenetica e cacofonica. Probabilmente non è una soundtrack che ascolterei volentieri fuori da Infinite – Beyond the Mind, ma per il gioco è semplicemente perfetta e riesce a sublimare le emozioni e sensazioni che i giocatori dovrebbero provare via via che procedono nei vari livelli. Il lato artistico di questo titolo è davvero favoloso, poco da dire.
Le Macchie Imperdonabili
Alla fine della fiera, ti confesso che vorrei davvero promuovere Infinite – Beyond the Time. Ho consumato la mia giovinezza e adolescenza nelle sale giochi a spendere 500 lire su 500 lire per giocare a Metal Slug (quando i picchiaduro o i beat’em up erano impegnati). Questo gioco sembra fatto per me e a tratti l’ho adorato, ma non mi è possibile chiudere gli occhi davanti agli enormi difetti che esso presenta. Oltre a quelli che ho già accennato (l’assenza di storia ed una traduzione pessima), ce ne sono altri che secondo me rovinano tantissimo l’esperienza di gioco. Errori che mi portano a pensare che la stessa cura che è stata riservata alla grafica, non è stata poi messa sul resto del gioco. Sono soprattutto due i difetti che mi hanno infastidito.
Il primo è che Infinite – Beyond the Mind presenta dei picchi di difficoltà assurda, assolutamente involontaria ed imprevista in alcune sue fasi. Vedi per esempio le famose sezioni di shooting orizzontale dove il surriscaldamento dell’arma spesso ti porterà a morire più di quanto dovresti e non per una questione di mancanza di abilità. L’altro difetto grave è che in un gioco così frenetico e veloce, che richiede un’elevata precisione, spesso i comandi non rispondono. Ogni volta che salterete contro un muro o cercherete di salire una scala in salto, dovrete tirare una monetina. Il 50% delle volte il comando non funzionerà. Non sarebbe una cosa grave se non fosse che più avanti nel gioco queste manovre sono ressenziali per andare avanti (c’é persino un intero boss da battere saltando solo sulle pareti). Morire a causa dei comandi è frustrante ed è terribile. In ogni caso, Infinite – Beyond the Mind costa solo 9 euro quindi, se li hai a disposizione e sei un amante del genere, merita se non altro di essere provato. Armati però di tanta pazienza.