Interpoint è il primo titolo di Three Dots, casa di sviluppo indipendente che oggi fa approdare sui nostri schermi PC questo loro primo lavoro che pare essere promettente, tanto quanto inquietante.
Interpoint: Benvenuti in Delta Labs
Interpoint porta sui nostri PC tramite la piattaforma Steam, che sempre più frequentemente si ritrova in giri strani di esclusive rubate e titoli rimossi; un titolo esclusivamente single player, che prende a piene mani elementi da S.O.M.A., Portal 2, Prey e Half Life, oltre che pare essere il degno sostituto di quel titolo tanto acclamato, poi rivelatosi solo un rendering CGI, ossia, Atomic Heart.
Agli inizi del 2020 è stato sviluppato il Quantum Entangle Device dal gruppo di ricerca dei Laboratori Delta, tramite il quale è possibile aprire un numero indefinito di portali che conducono verso universi paralleli. Al di là di questi, si ergono mondi del tutto simili al nostro, oppure folli e surreali, popolati perfino da creature sconosciute. La trama ti mette nei panni di Harry G., uno scienziato dei Laboratori Delta che ha preso parte al progetto per la creazione di qualcosa che avrebbe in qualche modo potuto aiutare l’intera umanità, ma come di consueto, laddove c’è una trama che prevede esperimenti folli, c’è sempre qualcosa che non va per il verso giusto e in Interpoint, ti ritrovi improvvisamente bloccato in uno di questi mondi, lontano da casa e da tutto il resto.
Mi sono perso! Dov’è la mia pistola fotonica?
Interpoint è uno di quei titoli che ti circonda di pericoli e ti pone in un continuo stato d’ansia soffocante, uno di quei giochi che non sai se è maggiore la curiosità che ti spinge a procedere, o la paura che ti spinge a ficcarti nel primo angolo della stanza e restarvi finché qualcuno non viene a salvarti. Ma in Interpoint, pare non arrivare nessuno e l’unica cosa che puoi fare è avanzare e viaggiare tra i mondi paralleli che invece che darti risposte, ti pongono nuove domande, ti aprono nuove strade portandoti alla conoscenza di realtà ed entità che nemmeno sapevi esistessero.
In Interpoint non avrai una vera e propria arma e non ci saranno delle fasi di combattimento come sono intese negli FPS più frenetici. L’incontro con eventuali nemici o presenze ostili ti spinge più alla fuga o al cercare un nascondiglio. Hai però uno strumento molto potente a tua disposizione, la pistola Photon, che più che un’arma puoi vederla come una chiave o uno strumento multiatrezzo. Questo dispositivo è in grado di assorbire l’energia degli oggetti circostanti, come la luce dalle lampade, le radiazioni dalle sostanze radioattive e i campi di forza dai vari macchinari all’interno dei laboratori, trasformandola in energia utile ad aprire altri portali che spesso ti porteranno alla salvezza nel momento più opportuno.
Interpoint si articola tra i corridoi di una complessa installazione scientifica sotterranea e si sviluppa tra mondi paralleli distopici, abitati da creature sconosciute. Lungo il tuo percorso potrai esplorarli alla ricerca di risposte, che spesso troverai risolvendo gli enigmi davanti ai quali il gioco ti pone.
Come in Portal 2, puoi usare la pistola Photon, che ricorda molto il lanciatore in Half Life 2, per aprire portali collegati con altri luoghi, oppure tra loro, per raggiungere zone altrimenti impossibili.
L’horror psicologico presente in Interpoint è simile a quello di S.O.M.A., dove fino alla fine del gioco non hai il quadro completo della situazione e solo sul finale sarai in grado di capire l’intera storia contorta, sviluppata a strati, che nasconde un giro di cospirazioni e che prevede diversi finali.
Come si gioca a Interpoint
Interpoint è un’avventura horror sci-fi che ti proietta in un mondo misterioso e inquietante e l’unico modo che avrai per districarti tra le diverse dimensioni è usare il mouse e la tastiera. È previsto anche il supporto per un joypad, visto che in autunno arriverà anche la versione per PlayStation 4 e Xbox One. Il gameplay non è improntato all’action, ma all’esplorazione degli ambienti, per cui non c’è da aspettarsi acrobazie o possibilità di movimento esaltanti.
In Interpoint, proprio come in Portal 2, non è necessario raccogliere oggetti e conservarli in un inventario, sistema che nel gioco non è presente fra l’altro, infatti, il tuo scopo è quello di risolvere degli indovinelli ambientali per passare da un’area all’altra, sfruttando tutto quello che c’è a disposizione. Potrai quindi spostare oggetti e posizionarli in punti specifici, utilizzare la pistola fotonica per creare portali e compiere molte altre azioni che richiederanno ingegno e adattamento.
I salvataggi sono automatici, oppure è possibile salvare il gioco in qualsiasi momento della partita.
Comparto grafico e audio
Chiariamolo subito: Interpoint è realizzato tramite l’utilizzo dell’Unreal Engine 4, per cui la grafica è di alto livello. I modelli, così come gli ambienti sono realizzati in maniera realistica, con effetti di luci e ombre dinamiche e in tempo reale. Le varie pareti e altre superfici sono più o meno riflettenti a seconda del diverso materiale del quale sono composte, gli effetti luminosi di lampi, raggi energetici, ramificazioni di elettricità e l’effetto dei portali, creano degli aloni luminosi che illuminano l’ambiente circostante dello stesso colore, che sia blu, viola, verde o altro. L’effetto superficie specchiata in movimento all’interno di un portale aperto, dà quella sensazione di acqua increspata che lascia intravedere lo scenario al di là del portale.
La pistola fotonica nelle nostre mani emette dei lampi di energia che illuminano e colorano lo scenario circostante, come i muri vicini, i pavimenti e anche altri elementi presenti nella scena. La realizzazione dell’ottimo comparto tecnico ha chiaramente i suoi vantaggi, poiché ti permette d’immergerti pienamente nella scena, ma è richiesta una GPU con almeno 6GB DDR5 e non stiamo parlando dei requisiti consigliati, ma dei minimi. Se vuoi goderti appieno Interpoint e la potenza del suo motore grafico Unreal Engine 4, avrai bisogno di una GPU con almeno 8 GB DDR5.
Tutto all’interno di Interpoint è studiato per gettarti nel’ansia e nello sconforto, nella sensazione di vagare a vuoto nella speranza di poter tornare a casa e sopravvivere a quanto stai vivendo, compreso il sonoro del gioco. La colonna sonora non è una musica di sottofondo, ma degli effetti audio che ti fanno continuamente guardare intorno: colpi sordi che sembrano arrivare dalle pareti alle o dalle porte vicine, passi di un qualcosa che si avvicina alle tue spalle, voci, versi e quanto di più spaventoso possano avere inserito gli sviluppatori, il tutto, ovviamente, reso ancora più realistico dal Dolby Surround e dall’impiego della tecnica dell’ormai navigato audio binaurale.
Non voglio anticiparti altro, ma l’entusiasmo di avere questo gioco tra le mani è stato un vero e proprio fuoco di paglia, non perché non sia stato un gioco valido, anzi, è un’indie realizzato in UE 4 con un comparto audio e video da tripla A e una bella storia, anche se abbastanza scontata, ma ben narrata, nonostante l’assenza di dialoghi e la sempre e ormai certa mancanza della lingua italiana. Ti stai chiedendo allora cosa può esserci che non va in un gioco del genere? Pesa solo 7 GB.