Hai mai sentito parlare di quella che viene comunemente definita come l’epoca d’oro dei videogiochi arcade? L’incredibile sviluppo che il nostro amato medium ha avuto nel corso degli anni, è senza dubbio dovuto in gran parte proprio all’enorme successo di quelli che oggi sono considerati i grandi classici delle ormai rimpiante sale giochi.
La data d’inizio di quest’era aurea è generalmente attribuita al 1978, anno in cui il mondo intero fece la conoscenza dello strepitoso Space Invaders di Taito. Oggi, a distanza di oltre quarant’anni dall’affermarsi degli Shoot ’em up (Shmup) a scorrimento mi ritrovo a parlarti di Iro Hero, un gioco il cui intento principale sembra proprio essere quello di far rivivere ancora una volta le sensazioni legate a quel genere specifico.
È uno Shoot ’em up! Chi ha bisogno di una trama?
Da che mondo è mondo, in questo genere di videogiochi la narrativa non è mai stata neanche lontanamente vista come punto focale della produzione e Iro Hero, in questo, non si differenzia certo dai suoi colleghi.
L’incipit che viene dato al giocatore è infatti molto basilare: in una realtà in cui gli esseri umani sono finiti con l’essere sfruttati come fonte di energia da una popolazione aliena, tu sei l’unico eroe in grado di sovvertire l’attuale ordine delle cose. Come? Intraprendendo un viaggio spaziale a bordo della tua navicella che, grazie a una particolare tecnologia, è in grado di cambiare la propria polarità permettendoti così di farti strada tra i colpi nemici.
In Iro Hero, l’incedere della trama viene scandito attraverso l’impiego di due diverse soluzioni. La prima di queste è rappresentata da brevi cutscene realizzate in uno stile fumettoso che, all’inizio di alcuni livelli di gioco, mostreranno a schermo le vicissitudini di Iro, il nostro protagonista. La seconda invece, consisterà nella messa in scena di alcuni dialoghi tra i personaggi del gioco che, nel corso dei livelli veri e propri, si scambieranno battute ai due lati dello schermo.
È proprio parlando di queste conversazioni che mi sento di soffermarmi su quello che potremmo considerare come il primo vero difetto di Iro Hero. La qualità generale della scrittura di questi scambi a schermo lascia infatti molto a desiderare e, come se non bastasse, essi vengono talvolta introdotti nel bel mezzo di sezioni concitate di gameplay impedendo non solo al giocatore di poterli seguire agevolmente, ma rischiando addirittura di distrarlo in un titolo in cui il game over equivale al dover ricominciare tutto da capo. Uno spreco di risorse mal gestite.
Un gameplay senza infamia e senza lode
Eccoci arrivati al fulcro centrale del gioco: il gameplay. Come ho già scritto nell’introduzione, Iro Hero si affianca alla schiera degli innumerevoli Shmup nati in seguito all’enorme successo del genere riscontrato principalmente al tempo dei cabinati. A tal proposito, va detto che l’intenzione degli sviluppatori di voler attingere a piene mani da certe realtà prettamente arcade è sicuramente qualcosa che risulta cristallino sin dai primi minuti di gioco.
Superato il menù principale, viene data la possibilità di scegliere fra quattro diverse modalità, una delle quali inizialmente inaccessibile: la Storia, che permettendo di sbloccare e rigiocare a piacimento tutti i livelli del gioco rappresenta a conti fatti un vero e proprio strumento di allenamento; la modalità Normale, in cui il giocatore dovrà affrontare tutti i livelli d’un fiato avendo però a disposizione alcuni crediti extra; la modalità Arcade, che rispecchia in tutto e per tutto l’esperienza tipica delle sale giochi e, infine, la modalità 1CC; un’opzione prettamente hardcore sbloccabile soltanto dopo aver concluso quella precedente e caratterizzata, come suggerisce il nome, dalla presenza di un solo credito disponibile e nessuna possibilità di recuperare le vite perse.
Il sistema di gioco che sta alla base di Iro Hero è incentrato sulla già citata possibilità di invertire a proprio piacimento la polarità della navicella del protagonista. In termini di gameplay, questa peculiarità ripresa da altri grandi esponenti del genere come ad esempio Ikaruga, si traduce nel poter variare il colore del proprio velivolo spaziale attraverso la semplice pressione di un tasto dorsale.
Così facendo, al giocatore sarà concesso di assorbire i colpi nemici del suo stesso colore (rosso o blu) senza ricevere alcun danno, andando inoltre a ricaricare la barra di energia che una volta riempita consentirà l’utilizzo di un particolare attacco speciale.
A causa di una velocità di gioco piuttosto limitata, di un numero di proiettili a schermo mai eccessivo e della prevedibilità dei pattern nemici, Iro Hero non rientra certamente nell’insieme di quegli Shoot ’em up riconducibili alla dicitura bullet hell (letteralmente “inferno di proiettili”) tipica dei videogiochi di genere più frenetici.
Ciononostante mi sento di dire che questo titolo presenta un livello di sfida tutt’altro che basso e, sebbene in molte occasioni sia possibile concentrarsi soltanto sullo schivare e assorbire i colpi in arrivo, senza necessariamente dover rispondere al fuoco, il pericolo di scontrarsi con le altre navicelle o di sbagliare nella gestione polare della propria, rappresenta una vera e propria costante all’interno di ognuno dei nove livelli di gioco.
Un’occasione in parte sprecata
Se nelle parole spese per la trama (tutt’altro che ben sviluppata) risiedeva la consapevolezza che quella non rappresentava certamente il focus principale degli sviluppatori, parlando del gameplay di Iro Hero avrebbe senso invece dire l’esatto opposto, pertanto la presenza di eventuali difetti in quest’ultimo non poteva che risaltare inevitabilmente.
Il più grande punto a sfavore che mi sento di trattare, è sicuramente quello della poca profondità di gioco derivata dalle scelte di game design alla base del titolo. Oltre a non distinguersi particolarmente, come già accennato, in quanto a originalità, Iro Hero risulta infatti fin troppo semplicistico nella sua struttura vera e propria.
Con la quasi totale assenza di potenziamenti per la nostra navicella e il poter spendere i punti guadagnati solo per ottenere qualche vita extra, due degli aspetti più divertenti che troviamo spesso in titoli come questo vengono immediatamente meno.
A tenere tuttavia sollevato oltre la sufficienza il bilancio definitivo di Iro Hero, entra fortunatamente in campo un aspetto che personalmente ho trovato molto interessante. Mi riferisco nello specifico alle varie sezioni di gioco in cui, attraverso un level design capace di spingere molto sull’aspetto del cambio di polarità, Iro Hero riesce a diventare quasi un puzzle game in cui il giocatore dovrà necessariamente trovare la soluzione migliore per poter progredire.
Una maggiore profondità nel gameplay affiancata a un approccio ancor più incentrato su queste influenze di genere, vista anche la continua aggiunta di nuovi elementi da un livello all’altro, avrebbe potuto dare vita a una vera perla del panorama indipendente. Un traguardo purtroppo lontano dall’essere raggiunto, nonostante il titolo (ci tengo a precisarlo) possa tranquillamente piacere a tutti gli amanti degli Shoot ’em up.
E per quanto riguarda il comparto tecnico?
Dal punto di vista prettamente grafico Iro Hero riesce nell’intento di mantenere una certa dignità. Complice un’ottima pixel art ricca di colori e in grado di donare a ogni livello una propria identità ben definita, il gioco risulta nel complesso visivamente appagante e mai confusionario; un dettaglio il cui rispetto risulta davvero fondamentale in titoli di questo genere.
Ad accompagnare il giocatore attraverso i vari stage di Iro Hero ci pensa poi una colonna sonora particolarmente azzeccata che, grazie alla sua inconfondibile energia e orecchiabilità, non faticherà certo a insidiarsi nella testa di chiunque decidesse di fare suo questo videogioco. Queste due peculiarità, unite alle caratteristiche già elencate e a fronte di un prezzo pieno di soli 5,99€, bastano senz’altro a motivare una sufficienza nella speranza che se mai gli sviluppatori dovessero cimentarsi nuovamente in un genere come questo, riescano ad approfondirne maggiormente gli aspetti più interessanti.