Nel 2014 fu rilasciato per smartphone. A 5 anni di distanza, precisamente dal 29 marzo, Jack & the creepy Castle sarà disponibile anche su Steam.
Da dove parte il primo balzo
Pubblicato da familyplay, il frutto del lavoro dei ragazzi di Crenetic GmbH Studios nasce da un’idea originale su cui si fonda la trama. Questa narra il tentativo di fuga della testa a forma di zucca di Halloween dello spaventapasseri Jack la quale, dopo esser stata rapita dai corvi e rinchiusa nelle segrete del loro castello, cerca una via d’uscita per tornare a proteggere il proprio campo, ricongiungendosi al resto del corpo. Sebbene sia simpatica l’intuizione alla base, la trama non vede sviluppo ma, anzi, si manifesta nel trailer di lancio più che nel gioco stesso, che invece comincia direttamente dall’evasione della zucca, senza presentare gli antecedenti narrativi che sono necessari per dare veramente senso ad un’esperienza di gioco altrimenti fine a se stessa.
Avviando il gioco, la prima cosa che incontriamo è una schermata in cui poter selezionare le impostazioni grafiche, il display di riproduzione e la risoluzione. Quest’ultima propone due ventagli di scelta diversi a seconda che si spunti la casella per giocare in modalità finestra o a schermo intero.
Cliccato il tasto Play, ci troviamo di fronte un riassunto delle nostre possibilità: a sinistra i 3 livelli che compongono il gioco, al centro il tasto per avviare la partita e in basso a destra le impostazioni, le quali permettono solo di abbassare o alzare il volume e di usufruire del tutorial, qualora il titolo non sembrasse troppo intuitivo. Cosa che non risulta, dal momento che il gioco, sia al livello di meccaniche che di gameplay, è quanto di più semplice possa esistere, mostrandosi friendly anche per i giocatori più sporadici (e visto ciò che offre, viene da pensare che sia stato concepito proprio per questa tipologia di utenti). Scegliendo uno dei tre livelli, infine, al centro dello schermo compare la classifica globale dei punti ottenuti da utenti di tutto il mondo su quello specifico livello, introducendo una dinamica competitiva nell’accezione più classica, resa nota da Pac-Man ai tempi dei cabinati.
Parliamo proprio di gameplay
L’ingrediente principale di Jack and the creepy Castle è proprio il gameplay. Con ASWD e con la barra spaziatrice abbiamo tutto ciò che serve per portare il protagonista da una stanza all’altra del castello. La sua particolarità sta nel fatto che la zucca rimbalza costantemente emulando la fisica della palla da basket, anche quando staziona in un punto preciso dello spazio di gioco. Se con A e D ci muoviamo a destra e sinistra, con W possiamo fare un salto più alto, mentre con S se ne riduce la portata per attraversare i passaggi più stretti. Questo rimbalzare sempre fa sì che il giocatore debba scegliere il tempo giusto per eseguire i propri movimenti, cercando di evitare ostacoli e aculei pronti a disintegrarci; questo è l’aspetto più divertente del gioco, poiché perlomeno è originale. In più, questa semplicità dei comandi dona al titolo un senso di immediatezza nell’approccio al primo avvio che risulta senz’altro gradevole, prima che scada in noia in un secondo momento, rimanendo sempre uguale a se stesso. Oltre a muoversi, la zucca può sparare delle palline infuocate che permettono di eliminare o stordire i nemici; tuttavia, esse non sono infinite, ma disponibili fintanto che abbiamo carburante arancione nel serbatoio in alto a destra, ricaricabile con delle sfere dello stesso colore disseminate nei vari livelli.
I nemici, che possono essere storditi o eliminati, non presentano molta varietà, tanto da non curarsi proprio della loro esistenza, essendo facilmente aggirabili. Viene quindi a mancare la percezione di un ostacolo, arrivando a essere più combattivi gli aculei fissi nel terreno o che spuntano ritmicamente dalle pareti rispetto a pipistrelli, ragni e mostri vari che si incontrano nel percorso.
L’obiettivo del gioco è superare tutti i 24 livelli suddivisi nelle tre sezioni del gioco, raccogliendo più diamanti possibile e le chiavi necessarie ad aprire le varie porte, per uscire dal castello dei corvi e per tornare al proprio posto sulle spalle dello spaventapasseri. Scopo che si perde un po’ nella percezione di un’esperienza fine a se stessa, salvo lo sfizio di raccogliere tutti i diamanti, unico sale di questa pasta molto insipida. Percezione che è dettata principalmente da una ripetitività estenuante, che non trova varietà nemmeno negli sfondi delle ambientazioni o con intermezzi narrativi, facendo apparire perfino il design dei livelli somigliante dal primo all’ultimo piano del castello, con un effetto quasi anestetico sul giocatore, soprattutto se speranzoso di trovare qualcosa di più di qualche salto qua e là. Per concludere, è facilmente completabile nel giro di 2 ore di gioco.
Orecchie e occhi
Non soffrono, è vero, ma nemmeno possono dire di trovarsi di fronte a qualcosa di gradevole. Ciò che il sonoro di Jack and the creepy Castle ha da offrire è davvero poco entusiasmante, limitandosi a un fastidioso “boing” ogni volta che saltiamo, allo scintillio quando si prendono i diamanti, allo sparo della pallina infuocata, ai movimenti d’attacco dei mostri e alla risata malefica che si sente ogni volta che qualcosa ci uccide. Suoni che risultano un po’ artificiosi e non troppo definiti, quasi fossero unicamente funzionali a sottolineare che sia stata compiuta quella specifica azione. In tutto questo, che non aiuta a immergersi nell’esperienza, sarebbe stato gradito qualche suono ambientale in più (magari campionato a dovere), come il crepitio delle fiaccole, qualche corrente d’aria dagli spifferi, ogni tanto qualche verso di corvo per richiamare l’espediente narrativo da cui origina il tutto, ma niente di tutto questo c’è, nemmeno in sporadici accenni; l’unica cosa che cerca di salvare la faccia del titolo è un tappeto sonoro coerente con l’ambientazione, ma che risulta comunque senza infamia e senza lode, non riuscendo a favorire l’immersione in ciò che il giocatore sta facendo.
Come già accennato, il comparto grafico presenta in primo luogo un design degli ambienti che si ripete ancora e ancora, tanto che, se passando da una porta all’altra (quindi da un livello all’altro) si ha la sensazione di scendere di piano all’interno del castello, guardando infissi, mura, piani su cui saltare, drappeggi e i pochi elementi che arricchiscono lo sfondo, sembra di correre su un tapis roulant, quindi di fare e rifare lo stesso livello, mentre in realtà si sta progredendo. L’elemento più riuscito della resa estetica di un gioco che mostra texture sì in HD, ma che non rendono l’effetto desiderato, tanto da non sembrare nemmeno così definite, è senza dubbio il gioco di luci. Infatti, Jack la zucca è luminescente e, in base a come si muove nell’ambiente, incontrando i vari oggetti getta ombre che si muovono insieme a lui in modo molto armonioso, gradevole e appagante.
Siamo di fronte ad uno di quei casi in cui il videogioco nato su smartphone non trova, a causa di meccaniche intrinseche legate al device di partenza, una sua trasferibilità su un’altra piattaforma come il PC. Infatti, quel che si evince giocando a Jack & the creepy Castle è un’esperienza forzata ad una condizione d’esistenza non sua, destinandolo ad essere estraneo in terra lontana, perché il gaming su PC è ben lontano, pensando ai vari platform 2D esistenti sia su Android e iOS che sui vari client come Steam, dall’essere una casa per titoli come questo.