Jak and Dexter è stata une delle saghe di genere platform più interessanti a cui io abbia mai giocato, ma che negli anni non ha avuto l’interesse mediatico che si merita da parte del pubblico. Negli anni infatti ha avuto solo delle mediocri remastered non degne di questa produzione e nessun remake.
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— Jak and Daxter™ (@JakDaxterPS4) March 20, 2017
Dopo l’acclamato successo della loro precedente creazione, la serie Crash Bandicoot, i Naughty Dog si dedicarono a nuovi titoli, sperimentando e ampliando il concetto di platform, genere su cui hanno dimostrato di essere particolarmente ferrati.
Questo nuovo modo di intendere i platform fu possibile, oltre che alla loro indubbia bravura, anche al potenziale tecnico di PlayStation 2, che secondo il mio modesto parere, ad oggi rimane la generazione di console che ha avuto più successo in assoluto, considerato anche il periodo storico di lancio, in cui i videogiochi iniziavano a diventare più comuni e meno elitari, rendendo più accessibile a più persone il meraviglioso mondo dei videogame.
Jak and Dexter, breve excursus della trilogia
Il primo capitolo della trilogia si intitola Jak and Dexter: The Precursor Legacy, e uscì su PlayStation 2 il 7 dicembre 2001 per il mercato europeo. Fu uno dei primi giochi pubblicati per questa console ed è stato sviluppato da una delle migliori case di produzione attualmente esistenti, i Naughty Dog.
La storia inizia nel villaggio di Sandover, in cui Samos ci introduce il mistero dei precursor, delle creature ancestrali il cui retaggio consiste in statue che incontreremo spesso durante il viaggio e nell’eco, una strana energia che è alla base di tutta la vita sulla Terra. I protagonisti ovviamente sono Jak e Dexter, quest’ultimo lo vedremo in forma “umana” solamente nel primo capitolo, dato che cadendo in una pozza di eco oscuro, riemerge in veste animale, trasformandosi in un Ottsel (Otter+Weasel: incrocio tra lontra e furetto).
Come si può intuire l’eco è la base attorno alla quale si sviluppano i tre giochi, e Jak sembra essere tra i pochi eletti a poterne sfruttare il suo potere. L’eco, a seconda del colore, dona al protagonista diversi tipi di abilità. Ad esempio il verde serve per riacquisire energia, il blu per acquisire più agili e veloci, il rosso permette di lanciare sfere infuocate contro i nemici.
Senza dubbio nel primo capitolo il vero protagonista è Dexter, nonostante non abbia una vera utilità nel corso dell’avventura, fa da voce narrante e intrattenitore. Jak semplicemente si approntava a un dialogo con il resto dei personaggi del mondo di gioco, con delle semplici e accennate espressioni facciali. Per chi ci abbia giocato e si è sempre chiesto da cosa fosse dovuta l’assenza di voce, la motivazione è da ricercare nel creatore della serie Jason Rubin, che si ispirò al suo precedente personaggio, Crash Bandicoot, ma che in seguito si accorse di quanto perdesse la narrativa del videogioco.
Col secondo capitolo ci fu una e vera e propria evoluzione, con un gameplay più profondo e con toni più scuri, sia nella narrazione che nell’ambientazione in generale. Jak II Renegade venne pubblicato solamente 3 anni dopo, nel 2003 (i bei tempi in cui per un sequel non si doveva attendere troppo). La storia si svolge in Haven City, in cui all’inizio del gioco Jak viene catturato dalle Guardie Kremizi, con l’intenzione di usarlo come cavia per il progetto Guerriero Oscuro.
È qui che grazie alla sua spalla destra, Dexter, riesce a sfuggire e dare il via alla rocambolesca avventura del secondo capitolo, finalmente con una nuova voce che caratterizza ancor di più il nostro protagonista e gli permette di poter interagire con i numerosi personaggi che incontrerà nel corso del viaggio.
Come dicevo prima, il gioco ha un evoluzione più tenebrosa, trattando temi come la guerra, la vendetta e la morte; anche il protagonista in sè appare più maturo, anche fisicamente. L’ira è ciò che muoverà Jak per tutto il gioco, causata dagli esperimenti con cui è entrato in contatto con l’eco oscuro. Ed è proprio per questa sua capacità di poterlo assorbire, e sfruttarlo a suo piacimento, che in alcuni frangenti può trasformarsi in Dark Jak, un alter ego malvagio e distruttivo.
L’altra evoluzione toccò al combat system, non limitato più al corpo a corpo, ma furono introdotte le armi da fuoco. All’epoca infatti i Naughty Dog si ispirarono molto alla serie Grand Theft Auto, con una città viva, veicoli guidabili, armi da fuoco ma che per fortuna erano smorzati dall’ironia di Dexter, e soprattutto non essendo presenti smembramenti o sangue, potendo rendere il titolo più adatto ad un pubblico di minori.
Jak 3 uscì l’anno successivo nel 2004, e questo poco lasso di tempo che intercorre tra i due capitoli, mostra come gli asset di gioco e le animazioni siano state riciclate, ma ciò non vuol dire che sia stato un capitolo inferiore rispetto agli altri. Con esso infatti i Naughty Dog si concentrarono decisamente sull’aspetto narrativo, scrivendo una trama con tanti colpi di scena, degni di un film. Ovviamente vennero implementate nuove meccaniche di gioco, come le corse automobilistiche nel deserto, aspetto dalla quale nacque l’idea per il capitolo successivo.
Il declino delle avventure di Jak and Dexter
Se non avessi mai sentito parlare di questa serie, ti starai chiedendo il motivo della mia contraddizione, avendo asserito che un delle trilogie più interessanti a cui io abbia mai giocato. La risposta è che per me le avventure di Jak and Dexter siano nate e finite con la trilogia dei primi tre capitoli.
Negli anni a venire infatti è stato pubblicato Jak X, un gioco di gare automobilistiche che si distaccava completamente dallo stile narrativo, e con una trama banale rispetto a quello a cui ci eravamo abituati. Successivamente venne lanciato Dexter, in cui “vestivamo i peli” dell’Ottsell arancione, ma uscendo su PlasyStation Portable, il gioco era tecnicamente inferiore rispetto agli standard fissati fino a quel momento da Naughty Dog, che non hanno preso parte allo sviluppo, non contribuendo con il loro stile di produzione.
L’ultimo titolo ufficiale è Jak and Daxter: Una sfida senza confini, nuovamente non sviluppato da Naughy Dog, ma di cui è stato sfruttato il successo del brand, per creare un prodotto scarso e mal realizzato, che a mio avviso ha chiuso nel peggior dei modi il viaggio intrapreso con i titoli precedenti.
Negli ultimi anni inoltre, sono uscite parecchie remastered su PlayStation 3, PlayStation 4 e PlayStation Vita, la peggior versione uscita dovuta a cali di framerate e comandi decisamente troppo imprecisi.
Torneremo mai a vestire i panni di Jak?
Purtroppo Naughty Dog negli anni ha sempre ribadito di non essere a lavoro su nessun sequel ufficiale, e in un’intervista rilasciata a Game Informer hanno dichiarato di voler puntare su titoli più realistici. Questa necessità di migrare verso trame più serie e strutturate, si avvertì già tra il primo e il secondo capitolo, che causò una diminuzione dell’utenza troppo legata allo stile di Jak and Dexter: The Precursor Legacy.
Esso attirò tanti videogiocatori che avevano in precedenza apprezzato Crash Bandicoot, ma da cui la serie si è completamente distaccata con il secondo capitolo. A mio parere l’evoluzione di una saga, è la base del successo, soprattutto in titoli del genere, in modo da tenere alto l’hype a ogni nuova uscita.
Purtroppo così non è, e d oggi ci ritroviamo con videogiochi che hanno dei sequel sempre più simili tra di loro, con poche o nessuna innovazione, se non per la trama e ambientazione. Il costo delle produzioni attuali e la conseguente necessità di rientrare nei costi di sviluppo, causa un appiattimento generale derivato dalla paura del fallimento di nuove IP o di un loro rinnovamento, come nel caso di God of War.
Ad oggi, dopo ben 16 anni dall’uscita di Jak 3, sono sempre in attesa di leggere la notizia che annunci un remake della trilogia, com’è avvenuto per Crash Bandicoot e Spyro, in modo che i giocatori più giovani possano riavvicinarsi a questo genere di giochi; e ,magari, anche un sequel definitivo sviluppato da Naughty Dog.
Se hai voglia, ti lascio il link alla petizione in cui chiedo agli amanti, storici e spero futuri, di questa serie di prendere in considerazione la rinascita di questo sfortunato brand, che mi è rimasto nel cuore.