ùSviluppato e pubblicato da redBit Games, Jelly Juice è un puzzle game appartenente al genere, ormai sempre più diffuso su smartphone (e non solo), dei match-3 (qui il nostro speciale sul genere). Tra l’altro, l’opera in esame è a sua volta legata a un altro sottogenere stilistico molto diffuso: quello puccioso-caramelloso. Noi abbiamo affrontato innumerevoli livelli, gustandoci i nuovi aggiornamenti sul nostro dispositivo iOS e questa è la nostra recensione!
Jelly Juice: quando la magia incontra le caramelle
Jelly Juice è un prodotto tutto italiano ed è anche un titolo che resiste nel tempo sin dal lontano 2016 e che, seppur sulla palese linea tracciata dal colosso potenzialmente eterno identificabile in Candy Crush, è riuscito a ritagliarsi una sua generosa fetta di appassionati riuscendo nel non facile tentativo di rinnovarsi continuamente. Parliamo, infatti, di un’opera che, nel suo piccolo, prova a offrire un mondo touch accattivante e con una propria identità.
Se è vero che tra frutta e dolcetti di varie forme e colore, il richiamo al già citato Candy Crush è ancora forte, dovuto tra l’altro tanto all’impianto ludico quanto all’estetica generale anche dei menù, è altrettanto vero che l’opera firmata redBit Games sperimenta, nel suo piccolo, inserendo anche un impianto narrativo leggero, spensierato ma coerente ed efficace oltre che decisamente trasversale e quindi adatto a diverse fasce di utenti (soprattutto i più giovani).
Nel dettaglio, abbiamo due protagonisti: la giovanissima Jinny e il piccolo coniglietto bianco denominato Mr. Gummy Bunny. Il titolo esordisce col rapimento del coniglio da parte del crudele e goffo Pastry Chef. Grossomodo, gran parte del titolo si basa sui due protagonisti che si danno alla fuga dal minaccioso cuoco pasticcione che, per furbizia e goffaggine ci ha ricordato Gargamella de I Puffi. Certo, non siamo davanti a gag elaboratissime, ma la messa in scena leggera e priva di volgarità, è particolarmente adatta al target più giovanile.
Senza contare che i personaggi su schermo godono di una personalizzazione caratteriale grazie soprattutto al doppiaggio in lingua italiana che gli da voce e carattere nonostante la mole di testi, e quindi di dialoghi, non sia mai esageratamente verbosa (tutt’altro). Questo perché il fulcro del titolo, l’anima pulsante, è il gameplay stesso che, a differenza della narrazione, va a parlare a un target di utenza di qualsiasi età e in particolar modo agli utenti più casual (ma non solo).
Un Match-3 in continua espansione
Rispetto all’anno di pubblicazione, Jelly Juice si è evoluto molto, ampliando il proprio sistema ludica e cercando di mutare le proprie meccaniche oltre che a perfezione lo stile estetico. Di base, però, siamo pur sempre dinanzi a un classico match-3 free to play che richiama nell’immediato proprio Candy Crush. Lo fa grazie alla scelta di presentare su schermo delle caramelle colorate oltre che a bonus e sistema ludici pressocchè uguali al sovrano del genere.
Infatti, saremo chiamati ad allineare da tre caramelle in su del medesimo colore cercando di soddisfare le richieste di ogni livello nel minor numero di turni possibili e cercando di realizzare il più alto numero di combo, con relativo punteggio extra, concatenate. Come da standard, Jelly Juice esordisce in modo abbastanza pacato introducendo in modo furbo e ragionato sia le nostre possibilità che le tipologie di sfide e ostacoli.
Anche qui, nulla di concretamente innovativo. Ci sono oggetti da sgretolare creando nei loro immediati pressi una catena di tris, oggetti bloccati in gelatine da infrangere e così via. Le richieste stesse, non mutano dallo standard andando dall’eliminazione di un dato numero di caramelle alla distruzione di dati ostacoli, ecc. L’andamento lineare della campagna, il cui numero di livelli, seppur elevato, non raggiunge giustamente la mole contenutistica dei competitor più famosi e longevi, riesce a catturare e trascinare grazie a una buona varietà estetica e al buon ritmo delle sfide.
Almeno finché non finiscono le vite a disposizione. Come altri free-to-play per smartphone, infatti, anche in Jelly Juice se si vuole procedere in modo più spedito (senza quindi aspettare la ricarica temporale automatica della vita), bisogna investire del denaro reale. Eccoci quindi al VIP Pass che per 4,99 euro a settimana (esiste una prova gratuita di tre giorni) garantisce 20 monete per sette giorni, una skin personalizzata e una “ricarica vite 2x” ossia, un raddoppio del tempo di ricarica della vita. In compenso, c’è da segnalare una presenza di pubblicità meno invasiva rispetto ad altri titoli congeneri (se non quasi del tutto assente).
Per quanto riguarda le novità più recenti, gli sviluppatori hanno introdotto una nuova campagna, oltre 150 livelli inediti, un nuovo personaggio (tale Flapster), nuovi premi, nuove sfide e un pass a tema. Siamo quindi davanti a un titolo “vivo”, costantemente attento ai feedback dell’utenza e che cresce con l’utenza stessa. Da segnalare, a tal proposito, una serie di attività extra collaterali che faranno la gioia dei collezionisti e che provano a variare un po’ la natura stessa del titolo (come il decorare la stanza della protagonista con elementi da sbloccare man mano).
Sulla difficoltà di Jelly Juice, anche qui siamo sugli standard del genere dove la casualità e il possesso di bonus consumabili la fanno da padrone. Capiterà di fare partire dove non si riesce a mettere neanche un tris e altre dove in due mosse completerai tutto con risultati stratosferici. Fa parte del genere. Da segnalare comunque alcuni livelli dove la difficoltà subisce un’impennata non indifferente, chiedendo una più ponderata valutazione delle mosse da eseguire.
Grafica e sonoro
Se ludicamente il titolo rispetta gli standard senza riuscire a innovare o a staccarsi dai classici e dai titoli notoriamente più famosi, graficamente si tentano sperimentaizoni curiose. Anche qui, il primo impatto può risultare abbastanza anonimo e “già visto” eppure col tempo ci si adatta al mondo di gioco colorato e variegato, non privo di dettagli simpatici. Inutile dire che l’estetica parla ai giovanissimi e che il colpo d’occhio generale è comunque orfano di trovate completamente inedite ma pur sempre azzeccate e coerenti tra loro.
Il sonoro svolge il suo compito senza particolari lodi, offrendo un’esperienza prevalentemente gradevole, orecchiabile e quasi mai ridondante o fastidiosa. Molto positivo il doppiaggio in lingua italiana che aiuta non poco a dar carattere ai personaggi. Presente, ovviamente, la lingua italiana per tutti i menù. Infine, non sono stati evidenziati bug o rallentamenti di sorta e neanche un crash nonostante ore e ore di gioco.