Sviluppato dal team russo Supergalactic Gamedev, Justaxe è un videogioco platform a scorrimento laterale 2D, che mette particolare enfasi su piccoli puzzle game da risolvere nel corso dell’avventura. Un videogioco che lascia da parte tecnicismi e picchi di difficoltà, ma che piuttosto si concentra sul raccontare una storia di perseveranza in un mondo colorato ma pericoloso, presentando un gameplay che potrei definire rilassante. Scopriamolo insieme nella recensione!
Justaxe: ascia e martello
L’incipit di Justaxe ci racconta di un mondo un tempo florido, ma che adesso giace in rovina. Farà un po’ strano leggerlo ma la storia, o almeno il presupposto su cui si basa la narrazione, è una specie di rivisitazione in salsa sovietica di una fiaba, mi spiego meglio. A New Soviets, una piccola comunità montana scappata dai ritmi delle grandi città, vive grazie al lavoro collettivo nei campi: ognuno fa il suo dovere nella società e ogni prodotto è condiviso con il prossimo.
A minare il benessere di questa utopia ci penserà l’arrivo di una razza aliena provenuta da chissà dove: violenta, disumana, immorale, gli alieni non provano nessun rimorso a distruggere i campi di New Soviets o a maltrattare i suoi abitanti estorcendo le loro ricchezze, pena il rapimento, e la probabile uccisione, dei propri cari. La nostra protagonista, Martha, vive con la sorellina nella vecchia capanna del nonno ma, ovviamente, la loro vita tranquilla verrà sconvolta dall’arrivo degli alieni.
Senza poter fare niente, vedremo la nostra sorella venir rapita dai prepotenti extra-terrestri, solo perché non avevamo nulla da offrire loro in cambio. Disperata, Martha afferra la vecchia ascia da boscaiolo del nonno e partirà in un’avventura per salvare la sorellina.
Un po’ platforming, un po’ puzzle game
Justaxe, come detto in precedenza, è un platform game a scorrimento 2D: dovremo saltare con precisione, scovare segreti e, soprattutto, sconfiggere gli odiosi alieni a suon di colpi di ascia. Il titolo non presenta mai una difficoltà elevata, ma comunque riesce a creare un senso di incremento della stessa in modo naturale, raggiungendo il suo apice proprio nei livelli finali. I controlli non sono il massimo, sembrerà che sia una sorta di delay quando premeremo un tasto nei confronti di ciò che vedremo a schermo, ma questo problema si presenterà solo a volte nel corso dell’avventura.
C’è una buona varietà di nemici, tutti molto diversificati sia nell’aspetto estetico che nel loro comportamento, ma il loro difetto più grande è sicuramente l’hitbox degli attacchi: molte volte verremo colpiti anche se il modello di Martha sarà a debita distanza, lo stesso vale per i nostri colpi che molto spesso andranno a vuoto ingiustamente. Uccidere gli alieni ci garantirà un ripristino parziale dei punti vita, perciò a livello di design, ucciderli non ha quasi nessuno scopo. Non a caso, molte volte potremo schivare quasi del tutto i mob del livello e raggiungere il boss finale senza aver mai combattuto.
Per limare questo difetto, gli sviluppatori di Justaxe hanno fatto sì che alcuni nemici abbiano la capacità di saltare gli ostacoli e di raggiungerci ovunque andremo, complicandoci la vita e impendendoci di fuggire come dei codardi verso la fine del livello, soprattutto quando incontreremo i numerosi puzzle game che ci bloccheranno la via. Al riguardo, questi ultimi sono integrati bene nella struttura ludica di Justaxe, non hanno mai una difficoltà alta, cosicché il ritmo del gioco non ne risenta, evitando momenti “morti” e di frustrazione.
Oltre a finire il livello, avremo la possibilità di trovare dei collezionabili sparsi per i livelli, come ad esempio dei gettoni a forma di luna che ci serviranno per acquisire power-up fondamentali per proseguire nell’avventura, come un dash aereo o un rampino, abilità che aggiungeranno ancor più spessore al platforming. Sfortunatamente quest’ultimo è troppo basilare, senza nessun idea originale o guizzo di personalità, ogni livello si gioca “allo stesso modo” e se consideriamo che Justaxe si finisce in 3/4 ore l’offerta di gameplay proposta è al limite della sufficienza.
Un mondo fiabesco
Molto probabilmente lo scopo degli sviluppatori non era proporre qualcosa di innovativo per il genere o di hardcore, ma piuttosto regalare alcune ore immersi in un racconto fiabesco e colorato, con l’intento di creare un vero e proprio “platform chill“, ossia un’esperienza rilassante ma al contempo stimolante.
L’impatto grafico, in questo, riesce molto bene, anche non avendo apprezzato particolarmente il design della protagonista, un po’ fuori luogo se posso permettermi, il senso estetico generale rievoca moltissimo l’aspetto fiabesco di Justaxe, grazie a una palette di colori vibranti e molto netti. Anche la musica fa la sua parte, una composizione al pianoforte che non rievoca mai momenti di tensione o di pericolo, ma che accompagna Martha per tutta l’avventura regalando un senso di fanciullezza e spensieratezza.