Benvenuti ad un nuovo appuntamento con Player One, la rubrica dedicata ai personaggi già iconici nel mondo dei videogiochi. Come i miei illustri colleghi hanno avuto modo di di raccontare, nel mondo videoludico esistono diverse figure importanti. Per me però uno su tutti prevale nell’ambito dei videogiochi ambientati in Giappone ed è lo stoico e leggendario Drago di Dojima, Kazuma Kiryu.
Protagonista dei primi sei capitoli della saga del Ryu Ga Gotoku Studio, Like a Dragon(o come è conosciuto in Italia Yakuza) e di uno spin-off(Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name) abbiamo avuto modo di osservare attentamente l’evoluzione del leggendario Drago di Dojima da giovane adepto a capo di uno dei clan più famigerati di Tokyo fino alla sua scomparsa dal mondo del crimine. Ma cosa muove davvero questa figura così famosa dagli appassionati e che ha dato la possibilità ad una sconosciuta casa di produzione di Tokyo di raggiungere l’apice della fama?
Andiamo con ordine e scopriamo insieme la storia di Yakuza in compagnia del suo più illustre esponente.
Kazuma Kiryu: Il prezzo dell’onore
Se vogliamo seguire il nuovo ordine suggerito dal Ryu Ga Gotoku Studio(che ha aggiunto il prequel Yakuza 0) abbiamo modo di scoprire un ventenne Kazuma Kiryu che da sconosciuto cerca di farsi strada in un modo crudele e sanguinario. Già da questo primo capitolo possiamo renderci conto che la forza di volontà è uno dei punti cardine della vita di Kazuma. Elemento che durante il corso degli anni e di tutte le battaglie vissute in compagnia dei suoi più stretti amici, non cesserà mai di venire meno.
I più appassionati che hanno avuto modo di poter seguire tutte le vicende del nostro Kazuma hanno avuto modo di rendersi conto anche di quanto la vita di quest’uomo sia stata costellata di dolore. Cresciuto in un orfanotrofio dopo aver perso i genitori, Kazuma diviene amico di Akira “Nishiki” Nishikiyama, figura che resterà per sempre fissata nella mente e nel cuore di Kiryu.
Con il primo episodio di Yakuza vediamo Kazuma rinunciare alla propria libertà dichiarandosi un omicida per salvare l’uomo che considerava come un fratello, Nishiki, che qui aveva ucciso Sohei Dojima, Boss mafioso. dopo essersi fatto dieci anni di galera andrà in cerca della verità e incapperà in una figura che segnerà per sempre il suo destino: una bambina di nome Haruka. Questa figura, così importante per lui, lo seguirà per tutto l’arco narrativo della serie che lo vede protagonista.
Durante gli eventi di questo Yakuza arriverà a scontrarsi con lo stesso uomo a cui aveva regalato la libertà, Nishiki, durante lo sviluppo degli eventi arriveranno ad uno scontro finale che vedrà quest’ultimo morire, costringendo Kazuma a vedere l’ultima traccia del proprio passato svanire con lui.
La nobiltà d’animo
La forza d’animo di Kazuma fa si che da semplice membro della Yakuza ne diventi durante il corso della sua vita quarto capo del Clan Tojo, un vero leader agli occhi dei suoi amici. Con una mossa però che stupisce tutti quelli che lo conoscono rinuncia subito al titolo e alla fine di Yakuza 2 spinge affinché Daigo Dojima(figlio del precedente Boss) diventi il sesto capo clan.
Kazuma dimostra tutta la sua nobiltà d’animo cominciando fin da ora a cercare di distaccarsi da quel mondo fatto di crudeltà e violenza per cercare di costruire un mondo migliore per la ragazzina che ha salvato e nella quale certamente si rivede molto. Haruka infatti, proprio come lui e Nishiki è diventata orfana, Kazuma decide quindi in Yakuza 3 di costruire un orfanotrofio chiamato Sunshine e di raggruppare ragazzi come lui e che come lui non hanno mai avuto possibilità.
Tra mille difficoltà e in compagnia della sempre presente Haruka, ormai figura chiave anche nella vita degli altri personaggi, Kazuma riesce a ritagliarsi una piccola oasi felice dove poter finalmente coltivare i propri sogni. Ma come egli è ben conscio nessuno può fuggire dal proprio destino e di nuovo il passato che pensava di aver lasciato alle spalle torna a presentare il conto.
L’eterna lotta del Drago di Dojima
Durante gli anni come direttore dell’orfanotrofio, Kazuma ha l’occasione per capire quanto sia importante la sua influenza per i bambini e le bambine sotto la sua ala e decide, suo malgrado di allontanarsi dai suoi cari in modo che la sua reputazione e le sue amicizie nel mondo della criminalità non ledano alla reputazione dei suoi ragazzi.
Questa scelta difficile non spezza la volontà di Kazuma che cambia identità e si allontana cambiando persino città e trovando un nuovo lavoro come tassista. Tutto questo per dare la possibilità ai suoi ragazzi, e in particolare ad Haruka, la prima bambina che ha aiutato e per la quale ha deciso di dare una svolta alla sua vita, di costruirsi una carriera pulita e onesta, tutto ciò che lui da giovane non aveva potuto avere la possibilità di maturare.
Kazuma Kiryu nel corso della sua vita ha sempre posto il bene dei più deboli e degli sconosciuti prima di tutto, prima della scalata al successo, a cui non è mai stato interessato se non per permettere un miglioramento della qualità della vita delle persone a lui care e più in generale per combattere un mondo che spesso ha espresso indifferenza verso tutte le persone che considerava al di fuori della società. Se vogliamo azzardare un commento all’intera vicenda di Yakuza, sembra che tutte le lotte di Kazuma e dei suoi compagni siano stati una presa di posizione verso un mondo grigio e crudele che pone sempre prima gli interessi economici e di potere al vero progresso sociale.
Verso un tramonto di emozioni
La parabola di Kazuma Kiryu come quella di tutte le persone che camminano su questa terra non può che essere discendente. Dopo aver vissuto così tante emozioni e aver fatto la conoscenza con i diversi strati della società, anche un drago, anche se pieno di grazia e potenza, deve alla fine trovare il suo posto nel mondo. Kazuma Kiryu alla fine del suo arco narrativo sembra aver trovato una conclusione, anche se solo apparente, chi infatti ha avuto modo di seguire le vicende degli ultimi Like a Dragon(senza fare spoiler) sa che la sua leggenda è molto presente. Alla fine di tutto forse, non è tanto chi è stato effettivamente Kazuma Kiryu, quanto più che altro ciò che ha saputo accendere in tutte le persone che gli stavano intorno, e forse anche a noi giocatori, che abbiamo potuto, attraverso la sua storia trovare in lui un’amico di bevute(anche se solo virtuali) e ha saputo smuovere i tutti noi giocatori quel fuoco che si nasconde in un drago sopito dentro ognuno di noi.