Si può dire che è un momento particolarmente florido per le avventure a tema spaziale: con l’uscita di Subdivision Infinity DX (in separata sede puoi consultare la nostra recensione) ed Everspace 2 rilasciato in early access a giugno di quest’anno, le epopee nello spazio sembrerebbero essere tornate in auge dopo un breve periodo di magra.
Tralasciando il trattamento più arcade della tematica in questione per entrare nel merito delle simulazioni più realistiche, il titolo maggiormente interessante a riguardo è sicuramente Kerbal Space Program: Enhanced Edition. In attesa del sequel ufficiale in arrivo nel 2022, il connubio Squad e Private Division porta il titolo di successo su console next-gen.
Ma come si comporta il titolo su hardware di nona generazione? Scoprilo con noi, grazie alla nostra recensione di Kerbal Space Program: Enhanced Edition per PlayStation 5!
Kerbal Space Program, verso l’infinito e oltre
Lo scopo del gioco è quello di allestire il proprio centro spaziale sul pianeta Kerbin. I suoi abitanti, dei simpatici esserini alieni chiamati Kerbal, saranno pronti a gestire al meglio la struttura e ci accompagneranno sin dalle prime ore nella nostra epopea interplanetaria.
Kerbal Space Program è un titolo fortemente didascalico, ma i toni di gioco sono quasi sempre leggeri grazie all’umorismo dei Kerbal, i quali contribuiscono a snellire con le loro linee di dialogo, un linguaggio di gioco fortemente tecnico che altrimenti risulterebbe gravoso da portare avanti per lunghe sessioni.
Il titolo presenta tre diverse modalità giocabili: la più completa di tutte è la modalità Carriera, che ci permetterà di gestire tutti gli aspetti legati sia al progettuale che al finanziario. Il Consiglio di Kerbin ci affiderà delle missioni da svolgere per migliorare i vari settori del nostro centro spaziale fino ad arrivare ai lanci nello spazio per esplorare i corpi celesti presenti nel mondo di gioco.
Nella modalità Sandbox invece, il giocatore è libero da ogni preoccupazione economica: il nostro dovere è relegato principalmente allo sviluppo dello space center senza prestare attenzione ai costi delle strutture o alle spese delle spedizioni intergalattiche. In parole povere, è la modalità giusta per tutti gli appassionati del genere che vogliono immergersi completamente nelle meccaniche di gioco senza prestare particolare attenzione alle finanze del centro spaziale.
Una delle modalità più curiose è Science, la quale ci permetterà di concentrarci sulla progettazione di razzi e altri veicoli per spedire i kerbonauti su nuovi pianeti e satelliti naturali altrimenti irraggiungibili. La progressione di questa modalità è attuata tramite un albero delle abilità pregno di progetti e parti meccaniche da assemblare ai nostri razzi per migliorarne l’efficienza.
In sintesi, la varietà di approccio è uno dei punti forti di Kerbal Space Program. La possibilità di scegliere una modalità a cui dedicarsi completamente impreziosisce l’esperienza del giocatore, aumentandone esponenzialmente la rigiocabilità del titolo.
Un titolo fortemente simulativo… forse troppo?
Il fulcro principale del gameplay è quello di simulare realisticamente tutte le operazioni che ruotano attorno al mondo dell’ingegneria aerospaziale. Dall’espansione delle infrastrutture fino alla progettazione, tutto sarà soggetto a un numero ragguardevole di varianti che potrebbero influenzare, in maniera positiva o negativa, la sortita finale del nostro lancio nello spazio.
Kerbal Space Program è uno dei simulatori spaziali più promettenti sulla piazza, e la sua inclinazione al realismo è ciò che lo ha reso popolare; questo si tramuta in un’esperienza completa per gli appassionati di astrofisica, tuttavia questo potrebbe rappresentare una lama a doppio taglio.
Se da una parte la componente simulativa con una conduzione così minuziosa può stuzzicare la fantasia del giocatore più serrato sull’argomento, d’altro canto un neofita può riscontrare serie difficoltà ad approcciarsi al gioco. La curva d’apprendimento è davvero troppo ripida, complice anche la mancanza di un vero tutorial in game che possa illustrare al meglio le meccaniche di gioco.
Certo, la filosofia che c’è dietro al titolo è quella di provare e fallire fino a quando il lancio spaziale non sarà un successo, ma il rischio di abbandonare già nelle prime ore di gioco è costante. Per sopperire a questa non-accessibilità gli sviluppatori hanno rilasciato dei veri e propri video tutorial per principianti; insomma, per giocare a Kerbal Space Program serve molta dedizione e forza di volontà.
Tuttavia, la parte migliore giunge quando iniziano ad arrivare i primi successi: la soddisfazione che arreca riuscire a realizzare un buon lancio è semplicemente fantastica, a maggior ragione se hai sudato per raggiungere il tuo obiettivo. Dopo aver calcolato brillantemente il peso del combustibile del razzo e la posizione millimetrica di un’ala sull’endoreattore, credo che l’euforia potrebbe spingermi a mandare dei curriculum all’Agenzia Spaziale Italiana.
Probabilmente, è questo senso di appagamento a spingere il giocatore a non mollare; ho avuto una relazione di amore e odio con Kerbal Space Program, proprio per il suo gameplay eccessivamente simulativo, ma particolarmente soddisfacente nel caso di buona sortita.
Comparto tecnico
Per quanto concerne la grafica di Kerbal Space Program, in questa Enhanced Edition gli sviluppatori hanno migliorato la qualità delle texture. Ciononostante, il comparto tecnico inizia a essere obsoleto, e forse un lavoro sulla risoluzione non basta per far splendere il titolo su console next-gen. Il gioco gode di 1440p su PlayStation 5, malgrado ciò la realizzazione spartana dei modelli poligonali non risalta il lavoro svolto dal team per questa versione migliorata.
Un lavoro certosino è stato svolto invece sull’interfaccia; chi mastica il genere dei gestionali è conscio di come la gestione dell’HUD possa essere mutilante quando si parla di porting su console casalinga.
Nel caso di Kerbal Space Program questo problema è stato parzialmente risolto con la possibilità di navigare nei menù con le levette analogiche o in alternativa passare alla modalità con il cursore tramite l’uso del touchpad. Certo, siamo lontani anni luce dalla precisione della versione PC, ma Squad e Private Division sono riusciti a mettere una pezza a questo grattacapo.
Per quanto concerne la colonna sonora, l’OST di gioco è quasi sempre incalzante grazie a una realizzazione caratteristica ma senza eccesso di zelo. Nulla di esageratamente eccezionale, ma la soundtrack garantisce un ottimo tappeto musicale sia nelle fasi più ragionate che in quelle più epiche.
In conclusione
Kerbal Space Program è uno dei simulatori più completi del genere della simulazione spaziale: i suoi punti di forza sono da cercare nel gameplay estremamente situazionale cosi tanto voluto dagli sviluppatori e nel soddisfacimento personale quando una fase progettuale si conclude al meglio.
Tuttavia, l’iperbolica ricerca del realismo potrebbe diventare un grande ostacolo per il giocatore meno avvezzo all’universo astrofisico. Il gioco predilige una componente trial and error che potrebbe allontanare i neofiti già nei primi minuti di gioco, complice anche l’assenza di un tutorial esplicativo che spieghi al meglio le dinamiche di gameplay. Inoltre è da tener conto la mancanza della lingua italiana, peculiarità che potrebbe creare non poche difficoltà in un titolo così tanto tecnico nel linguaggio utilizzato.
Cionondimeno, se sei un grande appassionato dello spazio e non ti spaventa il fattore simulativo ti consiglio di concedere una chance a Kerbal Space Program: Enhanced Edition e ai suoi ambiziosissimi kerbonauti. Potrebbe diventare uno dei tuoi giochi preferiti.