Recentemente mi è capitato tra le mani Killer in the Cabin, un titolo in early access prodotto interamente da Games People Play che mi ha molto impegnato. Si tratta di un’esperienza concettualmente molto simile a quella offerta da Among Us. Il titolo è attualmente disponibile su Steam a questo link a un prezzo tutto sommato irrisorio. Ma tutto ciò varrà il prezzo del biglietto?
Se sei curioso rimani qui con me, perché in questa veloce anteprima cercherò di renderti partecipe di tutti i pro e i contro che questa avventura riporta, dandoti ovviamente la mia prima impressione iniziale!
Killer in the Cabin, un titolo che ha molto potenziale!
Come sempre, prima di passare al cuore dell’anteprima voglio introdurti al meglio Killer in the Cabin: come già detto, si tratta di un indie in early access che riprende la filosofia di Among Us. Più nello specifico ti ritroverai sperduto in una montagna insieme a diversi altri dispersi, dovrai quindi darti da fare per sopravvivere cooperando e rimanendo unito al tuo gruppo.
C’è solo un piccolo problema in tutto ciò: tra di voi si nasconde uno spietato killer che non vede l’ora di farvi la pelle! Insomma, il concept è chiaramente ispirato all’iconica controparte, ma ci sono alcune grosse e interessanti differenze, perciò bando alle ciance e scopriamole insieme.
Sopravvivere non sarà poi così tanto una passeggiata
Come ti ho già accennato, il tuo scopo principale nel caso ovviamente tu non sia il killer, rimane quello di sopravvivere. In Killer in the Cabin non è però poi così semplice rimanere in vita. In primo luogo dovrai badare attentamente ad alcuni aspetti fondamentali come la barra della fame, la barra della sete, la barra del sonno e infine le condizioni atmosferiche.
Proprio così, se trascurerai la salute del tuo personaggio, la vita comincerà a scendere fino ad arrivare a 0. Sparse per la mappa ci sono alcune cascine abbandonate, al loro interno però sono presenti armadi e mobili vari contenenti cibo, acqua e oggetti vari. L’esplorazione quindi diventa fondamentale per sopravvivere.
Poco fa, ho parlato di temperatura per un motivo: quando fuori scenderà la notte e il tutto andrà sottozero dovrai accenderti un fuoco o rifugiarti in una baita per non rischiare di morire di freddo.
Insomma, tutti questi aspetti sono secondo me il cuore pulsante del gioco perché migliorano di molto l’immersione che è in grado di offrire.
C’è però da dire che al di là di una pagina introduttiva, Killer in the Cabin non spiega assolutamente nulla. L’assenza di un tutorial si fa infatti sentire durante le prime partite, dove non avrai la minima idea di come fare a svolgere le operazioni più banali. Suggerisco vivamente d’implementare un sistema di aiuti meglio studiato che guidi il giocatore nelle sue prime ore di gioco.
In linea generale, la mappa abbonda di materiali, quindi non si correrà mai il rischio di rimanere senza qualcosa.
In secondo luogo dovrai pensare alla difesa. Che tu sia o meno il killer, avere un’arma da fuoco o un’arma bianca può fare la differenza. Prendere a pugni un giocatore non è la scelta migliore in quanto potrebbe avvertire i suoi compagni ancora prima che tu riesca a ucciderlo, o peggio ancora tirare fuori un bel coltello e avere la meglio!
Tra votazioni e uccisioni, chi è il killer?
In Killer in the Cabin, sarà in qualsiasi momento possibile accusare un giocatore di essere il killer. Nel caso in cui si accuserà qualcuno, partirà in automatico una votazione e la maggioranza deciderà la sorte del malcapitato.
Il sistema c’è e funziona e le votazioni avvengono correttamente, c’è però da migliorare l’interfaccia generale del tutto, perché anche l’occhio vuole il suo. Killer in the Cabin è però in early access, quindi probabilmente sono altri i problemi di cui si stanno preoccupando attualmente gli sviluppatori ed è corretto così.
Vi è poi un sistema di notifiche, che mira a informare tutti i giocatori della dipartita di un componente della squadra. A mio parere in questo caso le cose non funzionano benissimo, in quanto le notifiche arrivano fin troppo in ritardo, dando tempo al killer di allontanarsi sempre dalla scena del crimine. Forse bisognerebbe accorciare un po’ il time-out che precede il pop up di allerta.
Ok, ma dove sono tutti?
Veniamo ora a uno dei due scogli con cui dovrai fare i conti nel caso fossi intenzionato ad acquistare Killer in the Cabin e cioè il numero di persone online. Parto subito con la nota dolente: al momento in cui io scrivo la recensione, c’è stato un picco massimo di 8 giocatori contemporanei all’interno del gioco.
Come puoi ben capire, un gioco multiplayer senza player è un po’ fine a se stesso. Per riuscire a fare qualche partita in compagnia di sconosciuti c’è da sudare e purtroppo riguardo a questo aspetto ci si può fare ben poco in termini di sviluppo. C’è solo da sperare che con il passare del tempo il gioco venga pubblicizzato e la situazione migliori, per ora però devi essere consapevole che difficilmente riuscirai a trovare una lobby.
Gli sviluppatori per mettere una pezza hanno pensato a un sistema di bot che prenderanno il posto dei giocatori umani. Qui però c’è da mettersi le mani nei capelli purtroppo…
L’idea c’è ed è lodevole, ma i bot peccano completamente d’intelligenza artificiale e il più delle volte si limiteranno a vagare in giro evitando le collisioni e senza una meta precisa. Inoltre, mi è capitato più volte di ritrovarmi in scene comiche composte da quattro bot fermi che si fissano per minuti interi.
Un’ottimizzazione un po’ scadente
Ora è il momento d’illustrare il secondo grande scoglio di Killer in the Cabin: l’ottimizzazione! Purtroppo il titolo non dispone di un ottima ottimizzazione grafica e giocarci molte può diventare frustrante per via di un framerate ballerino come pochi.
C’è da dire che abbassando i dettagli la situazione quasi si stabilizza, ma la ricerca di un compromesso in termini prestazionali non è mai segno di grande ottimizzazione! Detto questo, il gioco è giovane, molto giovane, perciò ha davanti a sé tutto il tempo necessario per migliorare!