Nel mondo della natura, ogni peculiarità deve saper essere sfruttata al meglio: immaginate un orso senza artigli, un leone senza fauci o un uccellino che non può volare. Da questo presupposto parte la storia di Kiopioke, platform in 2D sviluppato da HardieSoftworks.
Vivere l’avventura della propria vita senza poter attingere a tutte le possibilità che la natura ci propone non è certamente cosa facile: la storia del piccolo uccellino ci insegna che soccombere a ciò che ci accade non ci permetterà mai di scoprire il mondo che ci circonda. Scopriamo al meglio i contenuti di questo titolo nella nostra recensione.
Fatti forza, piccolo amico!
La storia di Kiopioke inizia con una violenta tempesta che travolge il nostro piccolo protagonista è proprio mentre sta seguendo le sue prime “lezioni di volo”. Al nostro risveglio, l’uccellino non sarà in grado di volare a causa delle ferite riportate in seguito al contatto con un fulmine e si troverà decine di metri sotto terra: salvato da un uccello più esperto, che ci introduce alle meccaniche di gioco con un brevissimo tutorial, avrà inizio le nostra avventura. Il fine del nostro viaggio? Ovviamente, ritornare a casa.
Con la piccola ala fasciata ma con nuove inedite abilità, avrà inizio la nostra avventura: il titolo è composto da una serie di piccoli livelli 2D a tenuta stagna, all’interno dei quali dobbiamo applicare la nostra rapidità di movimento o la nostra furbizia. Il titolo, a seconda dell’abilità di cui sapremo fare sfoggio, ha una durata stimata tra le 6 e le 8 ore per il completamento.
Sebbene, infatti, l’uccellino non sia più in grado di volare, grazie al tutorial iniziale scopriamo di poter usare in maniera del tutto inaspettata Il nostro becco: sfruttandolo come se fosse una catapulta in miniatura, possiamo appenderci a particolari pareti e lanciarci da un lato all’altro dei piccoli livelli di gioco.
Il trial and error “senza rancore” di Kiopioke
Tra le abilità del nostro protagonista rientrano anche il salto, il salto a parete e la scivolata lungo la parete: sfruttare tutte le abilità dell’uccellino è il solo modo per arrivare fino alla fine del gioco, in quanto non vi è un’abilità più utile dell’altra, ma solo un momento più o meno opportuno per usarla.
I piccoli livelli, infatti, richiedono certamente più tentativi per essere completati, soprattutto se ad un prima occhiata non si riesce a comprendere la struttura pensata dagli sviluppatori. Questo permette al titolo di essere rapido e semplice nella comprensione ma, al contempo, una piccola sfida per noi giocatori: fin dai primi minuti di gioco, sono presenti sessioni che richiedono grandi abilità e un tempismo eccellente.
Complice il fatto che non esiste il game over ma che, semplicemente, alla nostra morte torneremo all’inizio del piccolo stage, Kiopioke riesce ad essere un’avventura non semplice ma nemmeno stressante. Si tratta certamente di un punto a favore per quanto riguarda la valutazione del gioco in quanto difficilmente, anche scavando nel mercato indie, si trovano titoli così ben equilibrati sotto questo punto di vista.
Uno stile artistico semplice ma efficace
Lo stile grafico del titolo è contraddistinto da due caratteristiche evidenti fin dai primi minuti di gioco: una pixel art attenta al dettaglio e una scelta dei colori vivace ma mai eccessiva. Kiopioke non ha dalla sua grafiche profonde e realistiche, quanto più una scelta che punta sulla semplicità al fine di realizzare piccoli quadretti a pixel che poco hanno a vedere con titoli del calibro di Eastward, ci mancherebbe altro, ma non sfigurano nemmeno.
Siamo inoltre rimasti piacevolmente colpiti dalla colonna sonora, che richiama i titoli in vecchio stile risultano al tempo stesso piuttosto originale e ben pensata. Kiopioke, insomma, riesce ad avere uno stile artistico generalmente coerente senza eccellere in nulla, ma portando su schermo un qualcosa che, per la sua delicatezza e semplicità, non appare come un “more of the same”.
Una struttura tecnica non eccellente
In conclusione, ci soffermiamo su una struttura a livello tecnico che, purtroppo, risulta essere il tallone d’Achille del gioco: giocato su un PC portatile con buone prestazioni, Kiopioke evidenzia scatti e micro-caricamenti piuttosto inusuali nel passaggio da uno stage all’altro.
Segnalazioni invece più positive arrivano per quanto concerne i controlli: come ci consiglia lo stesso Steam, il titolo dà il meglio di sé con un controller (noi abbiamo usato un controller PS5 originale) e non abbiamo rivelato problemi relativi all’input lag. In un gioco dove ogni secondo può fare la differenza tra il completamento di una sezione e l’ennesima morte, sarebbe stato un problema non da poco!