Sviluppato da Exe-Create in sinergia con Kemco e pubblicato da quest’ultimo, Knights of Grayfang rientra tra i giochi di ruolo in 2D, dal forte sentore nostalgico e targati Kemco. Noi abbiamo vissuto la nuova avventura in compagnia di vampiri e non solo su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Knights of Grayfang – vampiri buoni e un mondo da salvare
Dopo aver recensito la versione per Android, siamo tornati nel mondo di Knights of Grayfang in quella che è, a conti fatti, l’ennesima trasposizione per console di un titolo di marchio Kemco. Ancora una volta, ci ritroviamo a specificare questo elemento perché i titoli di questa casa si assomigliano incredibilmente troppo tra loro e con ben poche eccezioni (come METRO QUESTER di cui puoi recuperare qui la nostra recensione).
Knights of Grayfang, come molti altri titoli Kemco, non fa eccezione, risultando terribilmente anonimo sul piano estetico e molto, troppo, povero e riciclato in termini contenutistici e ludici. Ambientazioni, nemici, gameplay, quasi tutto rievoca direttamente o meno altri titoli di casa Kemco con poche eccezioni che andremo a elencare nei successivi paragrafi.
Narrativamente parlando, invece, Knights of Grayfang fatica a emergere. La storia non è male, l’intreccio è abbastanza standard e con pochi colpi di scena degni di nota, ma manca un guizzo innovativo capace di attirare più di tante altre storie. Ma procediamo con ordine.
La protagonista principale si chiama Lise e, oltre ad avere un colore bicromo di capelli che richiama direttamente Fire Emblem Engage, è una vampira. Ma non una vampira qualunque: un cavaliere vampiro, buono. Perché sì, in Knights of Grayfang i vampiri sono buoni e non solo, per garantire la massima espressione dei loro poteri, la società li aiuta anche a restare in forze.
Ecco quindi i Blooder Soldiers, esseri umani il cui scopo è accompagnare i cavalieri vampiri donando loro il proprio sangue per potenziarli in battaglia. Tutto regolare, accettato e condiviso. Oltre a essere uno dei pochi guizzi narrativi semi-originali dell’opera Kemco. Il resto, invece, si traduce nell’ennesimo viaggio per salvare il mondo.
Questa volta, con ben poca sorpresa, i cattivi di turno sono dei prevedibili mostri che, però, sono dotati d’intelletto. Non solo, lo scopo di Lise è quello di accompagnare la Principessa del suo regno alla ricerca dei suoi genitori scomparsi. Il tutto in un’avventura dalla durata standard per il genere che regala ben pochi capovolgimenti degni di nota, afflitta anche da un cast stereotipato e che poteva osare decisamente di più.
In compenso il mondo di gioco è abbastanza vasto, le situazioni narrative e rocambolesche, tipiche dell’avventura on the road di stampo fantasy, piaceranno agli appassionati del genere anche se il retro gusto di “già visto” faticherà ad abbandonarti. Riassumendo è una storia godibile seppur poco coraggiosa e altrettanto poco originale.
Turni e poteri
Knights of Grayfang è un gioco di ruolo decisamente standard, quasi nostalgico, in linea coi canoni del passato e col progetto di trasposizione su console portato avanti da Kemco stessa. Questo si traduce in un gameplay ben poco innovativo e che farà sentire a casa tutti i nostalgici del genere.
Avremo un team di massimo quattro personaggi, tutti interamente personalizzabili, con proprie abilità e statistiche da curare. Potremo difenderci, attaccare o spendere MP per magie e abilità specifiche. Non manca la possibilità di fuggire e, come da mobile, quella di mandare in “auto” il combattimento o velocizzare la battaglia.
Come di consueto, essendo sempre un prodotto nato su mobile, Kemco ha deciso anche questa volta di recuperare e riproporre il sistema di menù extra con tanto di roulette giornaliera. Un sistema che include anche micro transazioni che per fortuna non influiscono sul normale svolgimento del gioco ma che servono unicamente per velocizzare e semplificare l’esperienza di gioco.
Per quanto riguarda l’esplorazione, questa è decisamente standard e prevedibile, con enigmi ambientali poco ispirati e già visti altrove. Dungeon e città sono collegati tra loro da una macro mappa e il tutto con combattimenti casuali che, per fortuna, non risultano mai estenuanti. Peccato per l’assenza di attività secondarie di rilievo che potevano potenziare l’esperienza e modellare un po’ il ritmo, classico, di gioco.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Knights of Grayfang continua a mostrare un mondo molto simile a quello di altri titoli Kemco. Così come il character design, seppur ben curato. Infatti, salvo per piccoli dettagli, personaggi e mondo potrebbero appartenere a quasi qualsiasi altro titolo di casa Kemco. Il che è un peccato e mina pericolosamente l’identità di Knights of Grayfang.
Ambienti spogli, interni riciclati e una scarsa inventiva generale, impoveriscono un titolo che fatica incredibilmente a emergere dal catalogo di congeneri. Discorso analogo per la colonna sonora che, in questo caso, è anche striminzita e ridotta a poche tracce che rischiano anche di risultare ripetitive.
Da segnalare poi la totale assenza dei sottotitoli in lingua italiana il che, considerando la mole di testi presenti nel titolo, possono risultare un ostacolo per chi non conosce bene la lingua. Infine, Knights of Grayfang si difende discretamente in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo anche se noi consigliamo la versione portatile per comodità e compattezza visiva che va a nascondere la pochezza generale di alcune zone.