Hideo Kojima è senza ombra di dubbio l’uomo del momento: il papà della Metal Gear saga è tornato sulla cresta dell’onda grazie al suo nuovo videogioco Death Stranding, un vero e proprio spartiacque dell’industria videoludica.
Non mancano inoltre i riconoscimenti personali per il talentuoso autore giapponese: recentemente, Kojima si è aggiudicato due Guinness World Record come game director più seguito sui social Twitter e Instagram.
Aldilà del suo lato artistico, che lo ha innalzato a vero e proprio “Maestro” per i fan, e del suo straripante successo nel settore, Hideo Kojima non ha sempre vissuto momenti di gloria nel corso della sua esistenza.
In particolare, un evento che ha segnato la sua crescita è stato affrontare la morte del padre, venuto a mancare quando Hideo aveva circa 13 anni:
“Tutti pensano che io faccia cose folli, ma in realtà sono una persona molto sensibile. Ho perso mio padre quando ero molto giovane, non ho mai potuto parlare davvero con lui.”
Hideo continua affermando che il trauma della morte di suo padre lo ha formato come persona, spronandolo a credere in se stesso. Evidentemente, questo spiacevole episodio deve averlo formato anche artisticamente: non è difficile infatti tangere questo tipo di dolore emotivo nelle sue opere, specialmente in Death Stranding, che basa uno dei suoi concetti principali sulla connessione tra il mondo dei vivi e quello dei defunti.
Infine, Kojima conclude l’intervista rivolgendosi ai lettori, cercando di dare man forte a tutte le persone che hanno vissuto brutti momenti:
“Tutti hanno un trauma, che lo dicano o no. Non ti dirò di superare il tuo, ma non devi permettergli di essere d’intralcio. Spero di incoraggiare la gente con dei traumi ad essere coraggiosi e, semplicemente, ad andare avanti.”
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