Già ti immagino mentre leggi il nome Kunio-kun e ti chiedi quale oscuro picchiaduro andrò a tirare fuori dalla cassapanca dei ricordi nel mio articolo di oggi. D’altronde probabilmente non lo hai mai sentito e sicuramente ti immagini qualche gioco singolo di un’epoca remota e che non ha avuto successo, vivendo oggi solo nella memoria di pochi.
Quello che non puoi immaginare è che non solo, con 30 e passa titoli, Kunio-kun è una delle saghe più longeve generate da un beat’em up, non solo è un personaggio talmente di successo da essere divenuto la mascotte del suo studio di sviluppo, ma, se hai 30 anni o più, lo hai giocato inconsapevolmente nella tua infanzia.
D’altronde sono sicuro che avrai sentito parlare di Double Dragon, no? Ecco, in Giappone Kunio-kun ha per il genere e gli appassionati di beat’em up la stessa rilevanza di quest’ultimo, al punto che quando di recente è uscita una collection, le due saghe sono state unite in un pacchetto unico di 18 giochi.
Kunio-kun insieme a Double Dragon ha contribuito a creare gli stilemi dei beat’em up, un genere che sarà anche forse nato con Kung-Fu Master, ma che non sarebbe mai diventato quello per cui lo conosciamo oggi senza Kunio-kun. Perché quindi se ne parla così poco, pur vivendo in un’epoca di rinata attenzione per il retro-gaming?
Kunio-kun – Colui che è stato dimenticato
Il franchise di Kunio-kun venne creato nel 1986 da Technos Japan Corp e fu il primo titolo di successo della software house, al punto che questa assunse Kunio come propria mascotte. I creatori della saga ancora oggi, dopo l’acquisizione di Technos da parte di Arc System Works, contribuiscono alla realizzazione dei nuovi titoli.
Tuttavia, al contrario dell’altra grande saga beat’em up creata da Technos, la già citata Double Dragon, Kunio-kun non venne quasi mai localizzato in occidente. Questo perché la storia e le ambientazioni di Kunio-kun sono molto legate alla cultura giapponese e, negli anni ’80, difficilmente avrebbero avuto presa a ovest.
Non è un caso che i pochi titoli arrivati da noi abbiano tutti ricevuto un pesante cambiamento di titolo e stile. Vuoi i nomi? Ecco qua: Renegade, Super Dodge Ball, River City Ransom (che in Europa era Street Gangs), Nintendo World Cup, la versione per Gambe Boy di Double Dragon II e Crash ‘n the Boys: Street Challenge.
Le cose sono cambiate dopo l’acquisizione della saga da parte di Arc System Works che ha riunito tutto sotto l’unico brand occidentale di River City e ha iniziato a localizzare giochi e personaggi anche a ovest, riconoscendo che i tempi erano effettivamente maturi per un simile passaggio. Tutto questo però è avvenuto solo nel 2015!
Kunio-kun – Facciamo ordine?
Avere un’idea chiara dello sviluppo della saga di Kunio-kun non è semplice. Fino al 2011 i titoli venivano divisi in tre macro-serie: la prima era Nekketsu Koha Kunio-kun, quella nata dal beat’em up originale ideato da Yoshihisa Kishimoto. I giochi di questa si concentrano su scontri tra gang giovanili ed hanno un tono per lo più serio.
Nel 1987 Hiroshi Sato stava sviluppando un simulatore di dodge ball e Yoshihisa Kishimoto venne coinvolto per includere Kunio nel titolo. Da Nekketsu Koko Dodgeball Bu nacque così la seconda macro-serie che comprende tutti i titoli sportivi con i personaggi della saga, spesso caratterizzati da toni più umoristici e surreali.
La terza macro-serie nacque infine nel 1989 dalla volontà di Hiroyuki Sekimoto e Mitsuhiro Yoshida di creare un “Double Dragon” con maggiore libertà e che anche i bambini potessero giocare. Nacque così Downtown Nekketsu Monogatari, un beat’em up che comprende molte meccaniche tipiche degli rpg ed una narrazione più leggera.
Come anticipato questa divisione ha però avuto fine nel 2011 con l’uscita di Nekketsu Koha Kunio-kun Special ad opera di Arc System Works. Questo sulla carta era un semplice remake del primo Kunio-kun per i suoi 25 anni, ma in realtà forniva gli elementi per fondere al suo interno tutte le tre macro-serie in un unico canon totale.
Da quel momento sono usciti sia nuovi titoli che nuovi remake, tutti uniti da un’unica linea narrativa che fonde le tre macro-serie pre-esistenti. La situazione continua però ad essere molto confusa, non solo infatti ci sono giochi di Kunio-kun che non entrano da nessuna parte, ma persiste il problema occidentale e degli spin-off.
Esistono sequel nati direttamente dalle localizzazioni (Renegade per esempio ha due seguiti a sé stanti), senza contare almeno due spin-off creati da Arc System Works, ovvero River City Ransom: Undergrounds e River City Girls. Fare realmente ordine all’interno del franchise di Kunio-kun è un’operazione da emicrania assicurata.
Kunio-kun – Un po’ di curiosità?
Prima di terminare l’articolo, vediamo un po’ di curiosità e partiamo proprio dal nome della saga. Perché questa si chiama Kunio-kun? Beh, Kunio è il nome del protagonista. Kun è invece un tipico suffisso onorifico giapponese usato per indicare i ragazzi con cui si ha in confidenza. Volessimo proprio tradurlo in italiano, potremmo uguagliarlo al “bro” odierno.
Pochi sanno che il primo gioco, Nekketsu Koha Kunio-kun, venne creato da Kishimoto come una specie di autobiografia che si basava sui suoi anni scolastici, soprattutto in riferimento ad un periodo turbolento in cui si gettava continuamente nelle risse per passare oltre il fatto di essere stato scaricato da una ragazza dell’epoca.
Per creare i concept del gioco, Kishimoto fuse le sue esperienza ad un’ambientazione tipica dei film di arti marziali di Honk Kong, soprattutto “I 3 dell’Operazione Drago” (Enter the Dragon). Per altro Double Dragon del 1987 in origine doveva essere il primo sequel di Nekketsu Koha Kunio-kun, salvo poi diventare un titolo a sé stante.
Considerando l’origine di tutta la storia dietro Kunio-kun, sorprenderà sapere che il nome di Kunio non è in alcun modo legato al suo autore. Questo deriva infatti da quello che era l’allora presidente di Technos Japan, ovvero Kunio Taki. Ovviamente Kunio non si chiama così in occidente dove è stato rinominato Alex o Crash Cooney.
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