L’evoluzione dell’atomo.
In un precedente articolo abbiamo raccontato brevemente l’evoluzione dei modelli atomici; partendo dal lavoro di Thomson, fino a giungere a Rutherford e Bohr. Questi tre ricercatori hanno favorito l’avanzare della conoscenza, pur offrendo risultati alquanto differenti in riferimento al medesimo oggetto di studio: l’atomo.
Una domanda
A questo punto è lecito chiedersi cosa abbia causato un tale mutamento di prospettiva. A ben pensarci, siamo passati dal ritenere l’atomo un “panettone” fino a conoscere che le cariche negative punteggiano una massa di carica positiva come un piccolo universo con tanto di orbite ellittiche dove è probabile incontrare gli elettroni.
Possibili risposte
La prima risposta è di natura storica o filosofica: lo studio della realtà mediante l’osservazione e il desiderio di descriverla, secondo il modello matematico, hanno origini lontane ma, per secoli, ci si è appellati più al principio di autorità che all’evidenza empirica. Nel far questo, il pensiero creativo di molti ricercatori è stato ostacolato o messo da parte in quanto distante dal “sempre detto, sempre creduto”.
La seconda risposta ha a che vedere con lo sviluppo tecnologico: maggiori e migliori gli strumenti, più risultati interessanti possono provenire dalla ricerca.
Il metodo scientifico
Un protagonista non trascurabile della fisica moderna e di diverse aree del sapere è, infine, proprio lui: il metodo scientifico. Questo si presenta come un metodo per studiare i fenomeni, basato su: la chiarezza delle ipotesi, il rigore metodologico e la proposta di un piano per l’analisi dei dati. Da ciò comprendiamo come uno dei vantaggi del metodo scientifico sia la possibilità di replicare gli studi confermando, oppure no, i risultati.