La febbre della Next Gen ha ormai infettato la maggior parte degli appassionati.
Gli occhi di tutto il mondo sono puntati su Sony e Microsoft nell’attesa di poter osservare qualcosa di effettivamente nuovo ed interessante. Capire cosa ci aspetta, capire qual è il futuro del videogioco.
Il video dell‘Unreal Engine 5 è senza ombra di dubbio l’esempio palese di quello che sarà in parte il futuro di questo medium. L’idea che anche le console possano arrivare a un tale livello di magnificenza pari ad un film di animazione è qualcosa di semplicemente incredibile.
Ovviamente si parla sempre di computer grafica. Ancora non vengono effettivamente presentate delle chicche interessanti che potrebbero rivoluzionare l’intrattenimento videoludico come lo concepiamo adesso.
Oggi voglio esprimerti un mio sincero parere su quella che sarà la futura Next Gen, facendo però 3 passi indietro e uno avanti.
Una leggenda chiamata Atari
Il medium del videogioco è arrivato alla veneranda età di 70 anni. Dai suoi primi studi nel 1952 nei laboratori dell’Università di Cambridge ad oggi molte cose sono cambiate.
Atari fin dagli anni 70 dominava il mercato del videogioco, prima con le sue Pong Machine e successivamente con l’Atari 2600, reliquia storica di questo medium.
Senza ombra di dubbio, Atari merita tutti gli elogi del caso, nonostate la sua rovinosa caduta e le sue pessime scelte, se non fosse stata per lei a quest’ora non avremmo nemmeno un vero e proprio medium da studiare.
Space Invaders, Q*bert, Centipide sono solo alcuni dei classici per Atari 2600. Console che con solo 8 kb di memoria e una grafica 2D a 128 colori rendeva felici i bambini di tutto il mondo.
Tutto questo fino al 1983.
In quell’anno avvenne il famoso Atari shock, un crollo inarrestabile del mercato videoludico che portò alla bancarotta molte aziende produttrici di console e computer in Nord America.
Gli 8 bit più famosi della storia
Nel lontano 15 luglio 1983 in Giappone, per la precisione all’interno degli studi Nintendo, nasceva il Family Computer o per gli amici Famicon.
Il Famicon rivoluzionò il concetto di videogioco. La grafica ad 8 bit cambiò il modo d’immaginare l’intrattenimento. Con un segnale video composito e la possibilità di visualizzare fino a 68 sprite in contemporanea su schermo, ci fu un’evoluzione decisiva nel mondo della programmazione.
Tutt’ora questo piccolo gioiellino è considerato il sistema che ha risollevato l’industria del settore videoludico dopo la crisi dell’Atari shock soprattutto grazie al successo di titoli come Super Mario Bros., The Legend of Zelda, Metroid, Ninja Gaiden e Castlevania, di livello qualitativo superiore a quello dei giochi di quel tempo.
La console inoltre introdusse un modello lavorativo oggi adottato tutti, ovvero quello di concedere a terze parti le licenze per lo sviluppo dei software.
La prima vera Next Gen
Penso che tu ormai abbia capito dove io voglia andare a parare. La Nintendo dopo la produzione del Famicon sostituì Atari sul podio dei vincitori. Molti anni passarono e tante nuove console uscirono sul mercato.
Il primo grande competitor di Nintendo fu SEGA col Sega Master System, la velocità fatta console. Gli anni passarono e vennero sviluppate col tempo console sempre più potenti.
Il Super Nintendo e il Sega Mega Drive, le fantomatiche le console a 16 bit, continuarono a migliorare l’industria creando al loro interno capolavori come Sonic the Hedgehog 3, Super Castlevania IV o Super Mario World.
Ora però vorrei parlarti di quella che per me è stata la prima vera Next Gen. Tra il 1994 e il 1996 uscirono 3 console che segnarono la fine della vecchia generazione dell’intrattenimento rendendo tutto il resto obsoleto. Nintendo 64, Playstation e Sega Saturn.
Nel mondo dell’intrattenimento videoludico giunse la 3a dimensione.
Probabilmente penserai che io mi sia bevuto il cervello. In realtà non è così. A rigor di logica guardando al passato, tutte le generazioni successive sono state caratterizzate soltanto da un aumento delle prestazioni grafiche.
Anche per quanto riguarda le console portatili, dal Game boy fino all’attuale Switch, ogni console successiva aveva come miglioramento principale il comparto grafico.
Se volessimo essere più precisi le console portatili sono state le uniche a rinnovarsi anche dal punto di vista del gameplay. Dal Gameboy fino all’Adavance SP la situazione rimase stazionaria ma col Nintendo DS si decise di aggiungere il touch screen e il pennino, rendendo tutto più interattivo.
Switch è l’emblema di questa rivoluzione. La creazione di una console ibrida che unisce una portable ad un home console.
Ma quindi qual’è il punto?
Semplice, con l’avvento della 5a generazione videoludica e della grafica 3D tutto il mercato si rivoluzionò drasticamente. Il modo di fare i giochi come lo concepivano fino ad allora i programmatori era totalmente inutile, perché il gameplay da quel momento in poi non sarebbe stato più lo stesso.
Da un Super Mario Word spettacolare, con mondi colorati tutti da scoprire ma pur sempre in 2D, si passava a Super Mario 64 totalmente libero nei movimenti che assottigliava le distanze tra videogioco e realtà.
Videogioco come opera d’arte
Da quel momento in poi il trionfo. La bellezza del 3D aveva catturato tutto il mondo.
La saga di Final Fantasy portava la narrazione contemporanea sotto forma di cinematics realizzate per farci sognare ed accompagnare i nostri cuori attraverso storie fantastiche.
Metal Gear Solid univa il cinema di Hollywood all’interazione in tempo reale dell’IA per creare una immedesimazione unica con l’ambiente.
Il videogioco stava scalando le vette dell’intrattenimento mondiale elevandosi sempre di più a forma d’arte. Lasciando le piccole sale giochi, per portarci lo storytelling a casa nostra ma in modo interattivo.
Cosa che prima di allora solo i libri game come Lupo Solitario di Joe Dever sapevano fare.
Cosa sappiamo fin’ora?
Come abbiamo già trattato in precedenza in altri nostri articoli, molte sono state le novità esposte dalle aziende. Eppure, la tecnologia utilizzata all’interno delle console di nuova generazione potrebbe portare dei cambiamenti?
Ad esempio durante la conferenza Deep Dive, Sony ha rivelato le specifiche tecniche della nuova PlayStation 5. Molte sono state le notizie da digerire in una sola ora di conferenza, ma due caratteristiche hanno attirato la mia attenzione.
In primis, l’SSD ultra veloce di nuova generazione utilizzata da Sony dovrebbe, a detta dei tecnici, annullare totalmente i caricamenti e questo sia durante che all’avvio del gioco stesso, così da rendere l’esperienza di gioco istantanea e infinita.
Successivamente il Tempest Engine di PlayStation 5che dovrebbe fornire un audio 3D di nuova generazione.
Secondo l’ingegnere Mark Cerny che ha esposto le specifiche tecniche durante il Deep Dive, i suoni durante la riproduzione offriranno un maggiore senso di immersione all’interno dell’esperienza videoludica.
Grazie all’audio 3D sarà possibile distinguere le gocce di pioggia che colpiscono diverse superfici intorno a noi e potremmo sentire e localizzare con precisione se un nemico si nasconde nelle nostre vicinanze.
Queste nuove tecnologie unite al nuovo controller, il DualSense, e la sua interfaccia aptica potrebbero cambiare il modo in cui vediamo oggi il videogioco?
Un barlume di speranza
Secondo me, dipende. Senza ombra di dubbio sono tante le innovazioni tecnologiche che stanno arrivando con l’avvento della nona generazione.
La grafica è senza ombra di dubbio il caposaldo del cambiamento generazionale e quanto visto nel video di Unreal o nella presentazione di Microsoft durante i The Game Awards 2019 potrebbe rappresentare un bel cambiamento.
L’utilizzo del SSD potrebbe permettere l’arricchimento delle ambientazioni di gioco con dettagli unici, dettagli di gioco che potrebbero permettere la creazioni di nuovi tipi di puzzle game;il DualSense da parte sua potrebbe restituire al giocatore la sensazione tattile del rinculo di un’arma da fuoco.
Forse la domanda che dobbiamo porci è COME le software house decideranno di utilizzare tali tecnologia.
Con tutto che il problema dei caricamenti è qualcosa di molto molto relativo. Abbiamo esempi come God of War che riesce a mascherare i caricamenti in modo perfetto, con animazioni mozza fiato o momenti di narrazione.
Queste tecnologie saranno sviluppate e implementate a pieno nei nuovi giochi che usciranno?
In un articolo precedente abbiamo analizzato come alcune aziende siano già interessate al DualSense e al suo feedback aptico. Feature che per molti sarebbe perfetta per il panorama horror.
Bisogna capire cosa se ne faranno gli sviluppatori di queste nuove tecnologie. Se tutto andrà per il verso giusto, ci saranno dei veri cambiamenti nel mercato del videogioco.
Che questa sia la vera Next Gen ne dubito. Probabilmente la vera Next Gen arriverà con l’avvento di interfaccie VR di alto livello che permetteranno una vera e propria immedesimazione all’interno dei videogiochi.
Forse questo non avverrà mai.
Ma credo che in cuor loro, anche nel 1983, non avrebbero mai immaginato che da li a 11 anni, il mondo del videgioco sarebbe cambiato per sempre.
Forse c’è ancora speranza per i sognatori come me che vedono un futuro fatto di occhialoni e tute per la realtà virtuale.