Si avvicina Halloween e mi sembra l’occasione perfetta per parlare su iCrewPlay della cosa più spaventosa e terribile per un videogiocatore. Il peggior incubo che tormenta ognuno di noi, ci perseguita, ci tiene svegli la notte e ci minaccia costantemente. Si, hai letto il titolo quindi sai già che sto parlando della Pila della Vergogna.
No, è inutile che fai lo gnorri. E’ inutile che fai finta di essere innocente. Anche te hai la tua pila della vergogna che ti aspetta sul comodino o dentro il catalogo digitale della tua console o di Steam. Anche te sei perseguitato da questo virus che affligge ogni videogiocatore moderno. Inutile negare la verità.
Affrontiamo quindi la realtà dei fatti e facciamolo insieme per darci più forza. Nell’articolo di oggi definiremo il concetto di Pila della Vergogna, ne analizzeremo l’evoluzione, come ha fatto a sfuggire al nostro controllo, ed infine cercheremo insieme una soluzione per rendere nuovamente sereni i nostri sonni.
Se vuoi distrarti ulteriormente, comunque, puoi dare un occhio anche al nostro articolo sulle 10 tipologie di videogiocatore medio.
Che cosa è la Pila della Vergogna?
Partiamo dalle basi, scomponiamo il problema. Il termine Pila della Vergogna ci arriva dall’estero, precisamente dall’inglese Pile of Shame, ma non è nato per parlare di videogiochi. E’ facile presupporre, in effetti, che la prima volta che questo termine è stato usato, i videogiochi ancora non erano nemmeno così diffusi.
Le prime Pile della Vergogna emersero infatti quando la letteratura si fece popolare, diffusa, economica. Molti compravano solo i libri che potevano leggere, ma altri… altri non sapevano controllarsi. Accumulavano libri su libri, andando ben oltre quello che potevano leggere in termini di tempo in tutta la loro vita.
Si creavano così queste enormi colonne di libri (o fumetti o riviste o ecc) che non venivano mai smaltite perché chi le comprava, beh, acquistava sempre qualcosa di nuovo. Il concetto stesso di Pila della Vergogna è quello di qualcosa che viene accumulato senza tener conto dell’effettivo tempo necessario a consumarlo.
Oggi che i media di intrattenimento sono così facili da reperire, così economici da acquistare e portare a casa, la maggior parte di noi ha almeno una Pila della Vergogna in casa. Se poi uno si appassiona facilmente (tipo me), allora è capace che sia invaso da migliaia di Pile della Vergogna di ogni tipo. E’ un male che si diffonde facilmente.
L’evoluzione della Pila della Vergogna
Per noi videogiocatori di vecchia data, in realtà, le cose non erano partite così male. Quando eravamo più piccoli, i videogiochi costavano davvero tanto e le console erano un investimento bello grosso. Spesso passavi mesi a risparmiare in vista di un solo singolo gioco (ed a volte si rivelava una ciofeca). La sola idea di accumulare era follia.
Certo, è vero, c’era il mercato dell’usato, ma comunque era molto situazionale e assolutamente non capillare. Inoltre alcuni giochi erano proprio difficili da trovare. Quello che ci ha davvero fregato a tutti noi è stato l’avvento del mercato digitale e la sua globalizzazione. Improvvisamente i giochi non erano più così rari o costosi.
Non solo, però, perché lo sviluppo del mercato indie e la tendenza ad applicare sconti massicci ai prodotti digitali, per non parlare degli abbonamenti gratuiti, hanno contribuito a generare un mostro che nessun videogiocatore era pronto ad affrontare. Non è un caso se nel settore dei videogiochi la Pila della Vergogna è spesso definita anche come backlog.
Per assurdo noi videogiocatori di vecchia data siamo quelli più vulnerabili all’accumulo compulsivo. Un’evoluzione comprensibile perché veniamo da un’epoca in cui quello che desideravamo era difficile da ottenere mentre ora possiamo averlo facilmente, anche se solo in formato digitale. I nostri sogni sono stati esauditi e sono diventati incubi.
Affrontiamo la nostra Pila della Vergogna
Va bene, abbiamo appurato di avere un problema, ma ogni problema ha anche una o più soluzioni. Certo, una di queste è smettere di comprare giochi e vendere quelli che abbiamo. Chiaramente sarebbe la soluzione più efficace di tutte, ma non è quella che vogliamo prendere. Ci deve essere un modo per affrontare questo nemico, no?
Di base dobbiamo elaborare una strategia efficace. Tutto qui. Personalmente individuo 5 punti fermi intorno a cui dobbiamo muoverci:
- Trovare il tempo di giocare: pare stupido e scontato, ma è fondamentale crearsi un’agenda dettagliata in cui sottolineiamo quando e per quanto vogliamo giocare. Se ci limitiamo a pensare “lo farò nel tempo libero,” ci scontreremo con il fatto che non abbiamo più del tempo libero. L’organizzazione è importante.
- Concentrati su un gioco alla volta: ogni gioco richiede del tempo per essere appreso e memorizzato. Se ti disperdi su più giochi, ogni volta dovrai perdere tempo per ricordarti come funzionava un gioco e dove eri. Non vogliamo perdere tempo, no?
- Dai priorità a giochi per giocatore singolo e con una fine: anche questo pare scontato, ma quante volte ci perdiamo dietro giochi multiplayer? A tutti piace giocare per gli amici, ma noi abbiamo una missione e dobbiamo concentrarci su quello che possiamo finire!
- Valuta i tuoi acquisti: anche se non vogliamo smettere di comprare giochi nuovi, magari possiamo pensare meglio a cosa compriamo. Abbiamo bisogno di quel gioco ora? E’ così raro? Lo sconto è così grande da rendere davvero l’acquisto immediato un affare?
- Non è necessario il 100%: un sacco di miei amici platinano i giochi e lo capisco… giocano a magari 10 titoli in un anno. Noi non abbiamo questo lusso quindi diamoci un obiettivo e fermiamoci una volta raggiunto, anche se non è il 100%.
Tenendo a mente tutto questo credo che chiunque possa affrontare la propria Pila della Vergogna e sopravvivere alla stessa. Strategia ed organizzazione sono tutto ciò che serve per raggiungere il proprio scopo. E’ ora di affrontare ed abbattere il mostro e ho intenzione di cimentarmi io stesso in questa impresa. Ci riuscirò?