Si parte dall’incipit di un evento realmente accaduto per finire intrappolati nella bellezza storica di un’opera visiva che ti immerge dentro le sue immagini, come catturato dalla forza positiva di un magnete. Con le immagini la settima arte, il cinema, continua a sorprendere milioni e milioni di spettatori con storie realmente accadute, che sanno far capire allo spettatore la veridicità di quell’evento unico e – in alcuni casi – pericolosi. Ammaliano l’astante attraverso una serie di immagini nel quale resta molto fedele al crescendo di tensione e drammaticità che si sta vivendo sulla poltrona di una sala cinematografica, come se ci trovassimo in prima linea durante quegli eventi catartici; restringendo di molto la divisione tra cinema e spettatore.
L’ottava arte, il videogioco – che insegue il cavallo di battaglia del cinema come espediente primordiale per raccontare una buona storia – racconta anch’essa con immagini visive e multimediali la complessa arte narrativa di una storia potente e affascinante, che lasci il consumatore esterrefatto dalla bellezza narrativa impostogli davanti allo schermo del televisore.
LA BELLEZZA STORICA NEI VIDEOGIOCHI FINO AD OGGI
I videogiochi hanno avuto nel complesso una fedeltà narrativa tale da saper riproporre una porzione di storia, nonostante gli eventi raccontati siano stati visti e rivisti centinaia di volte. Possiamo citare su tutti la riproposizione della guerra bellica di Call of Duty o Battlefield, due produzioni di sparatutto che – attraverso una seppur brevissima campagna singolo giocatore – hanno riproposto in maniera fedele piccole parti della Grande Guerra o della Seconda Guerra Mondiale nei giochi.
Oppure possiamo passare al ricordo storico-fantastico della serie più venduta a livello internazionale: Assassin’s Creed. Sebbene il genere mischia personaggi realmente esistiti con altri che fungono da fili conduttori per arrivare alla fine di una trama, il genere di questo brand non ha giocato un grandissimo ruolo nel raccontare storie realmente accadute. Piccola nota di merito va data ad uno degli ultimi del franchise: Assassin’s Creed Origins, infatti, ripercorre le gesta del protagonista Bayek di Siwa, attraverso il potere di ricostruire un Egitto ferito e umiliato sotto l’egida fiera di Cleopatra. Seppur da protagonista, Bayek non è altro che la chiave di volta per arrivare ad una verità storica e narrativa sulle vicende amorose tra la regina d’Egitto e Caio Giulio Cesare di Roma.
Passando oltre, la narrativa in casa Sony è da sempre fortemente voluta per puntare, come una freccia tesa da un arco, direttamente al cuore del suo pubblico: narrare una storia che abbia un inizio e che arrivi ad una fine. Da queste parole potremmo citare molte esclusive PlayStation che hanno saputo intrattenere il consumatore con storie dal calibro cinematografico, proponendo una narrativa multimediale che ha saputo lasciare emozioni dentro il nostro corpo, immergendoci sempre più in esclusive dal grande fascino.
Per questo la domanda che ci poniamo di fronte alla bellezza visiva di ogni videogioco ci arriva spontanea: e se il genere action open-world in terza persona di Ghost of Tsushima di Sucker Punch (genere sperimentato eccellentemente in altre sue produzioni tra cui Sly Cooper e inFamous) altro non fosse che la nascita di una sotto categoria ludico narrativa, atta a narrare la storia fedelmente, così come viene scritta sui libri di scuola? Scopriamolo insieme.
L’ISOLA DI TSUSHIMA: LA GUERRA AI TEMPI DEI SAMURAI
L‘isola di Tsushima è una terra al centro tra il Giappone e la Corea del Sud, facente parte dell’arcipelago giapponese e appartenente, perciò, alla prefettura di Nagasaki. Quest’isola ha conosciuto molte lotte nel corso della sua storia, ma il nostro obiettivo si sofferma sulla battaglia tra i Mongoli di Kublai Khan e il Giappone verso la fine del 1200.
Desideroso di mettere le mani sulla fiorente isola al largo della costa del Giappone, il nipote di Gengis Khan decise in più occasioni di assoggettare l’isola al comando degli Shogun per annetterla al vasto impero mongolo e permettersi uno grande sbocco sul mare. La prima invasione risalì quindi al 1274, con l’invio di una flotta di 900 navi e 33.000 soldati. L’assalto fu un disastro, garantendo così la vittoria dei giapponesi, grazie alla forza dei samurai in battaglia e alla provvidenza di un tifone che distrusse quasi la metà delle navi, uccidendo molte vite che erano a bordo.
Nonostante la vittoria, i giapponesi capirono che senza una muraglia o rinforzamento per proteggere la costa dagli invasori, avrebbero per sempre permesso a quest’ultimi un vantaggio senza precedenti. I samurai, allora, decisero di edificare una muraglia che costeggiava la baia di Hakata, lunga venti metri e in grado di aumentare le difese di quella terra desiderata da molto tempo dai Mongoli.
La seconda battaglia dell’isola di Tsushima non tardò ad arrivare, come conseguenza della decapitazione di cinque emissari di Kublai Khan da parte dei samurai, dietro la loro “pacifica” richiesta di annessione dell’isola all’impero Mongolo. Così la flotta partì nel 1281, con un’armata che costituiva un rinforzo maggiore rispetto alla prima invasione: 140.000 soldati su 4.000 navi. Numeri che fecero rabbrividire anche i giapponesi stessi, in forte inferiorità numerica rispetto all’esercito invasore.
Sebbene le sorti dell’esercito mongolo furono soggette dello stesso fato meteorologico della prima invasione, insieme ai rinforzi giapponesi da parte della Cina, la software house di Bellevue attinge senza esclusioni di colpi alla prima invasione mongola. Ghost of Tsushima nasce proprio da quest’idea: riproporre le dinamiche storiche attraverso un’avventura senza precedenti.
GHOST OF TSUSHIMA, IL FANTASMA SAMURAI
L’opera che è prevista durante l’estate del 2020 seguirà le vicende dell’ultimo samurai Jin alle prese contro l’invasore mongolo. L’idea, il disegno, l’architettura giapponese che affascina lo sviluppatore sono accompagnate nell’insieme dalle stagioni riproposte fedelmente attraverso i venti dell’isola che fanno muovere l’erba verso un lato o che fanno cadere le foglie rosse sul terreno fangoso. E poi i complotti, la storia che orbita intorno al protagonista, le amicizie e i tradimenti che si evinceranno nell’opera di Sucker Punch (un assaggio fu riproposto durante la lunga sessione di gameplay durante la fiera losangelina del 2018), il tutto condito da una catarsi storica che sfumerà – sempre fermo restando all’idea della narrazione storica come idea centrale per raccontare fedelmente le vicende della prima battaglia nell’isola di Tsushima – verso il conciliabile esito della dipartita mongola ai danni di un clima imperioso in quel Giappone.
Il fascino del continente giapponese ha da sempre raccolto migliaia di fan che volevano vedere sin da subito un’opera videoludica ambientata nella terra del Sol Levante. Ebbene, il team di Sucker Punch non può che definirsi il padre di quest’ambientazione dal fascino unico e mozzafiato, mosso dalle possibilità di raccontare per la prima volta vicende realmente accadute in una terra così lontana dalla nostra.
UN POSSIBILE NUOVO GENERE IN GHOST OF TSUSHIMA?
Non saranno le fantasie ambientate nelle nostre città, governate da animali antropomorfi; o non si tratterà di una catastrofe nucleare volta a governare gli abitanti con poteri sovrumani in una città dilaniata dalla fobia per i non-umani. Questa volta Sucker Punch punta dritto al cuore della narrazione. Prende delle basi storiche di vicende realmente raccontate sui libri di storia e ne produce un’intera opera per il giocatore. Si tratterà di un’epopea senza precedenti, laddove la software house ha carta bianca per scrivere un nuovo genere dell’action in terza persona open-world: raccontare le vicende storiche realmente accadute. Senza colpi di fantasia, senza poteri sovrumani o animali parlanti. Potrebbe trattarsi di un nuovo genere che porterebbe alla luce la qualità eccezionale del team, elevandolo ad un unico capostipite per raccontare vicende di questo genere.
Se a questo genere si aggiungeranno missioni secondarie mirate alla sempre e già citata fedeltà storica – con missioni di salvataggio, recupero e occupazione/liberazione che evidenzino le brutalità della prima battaglia tra mongoli e giapponesi, sbloccabili di ogni tipo (dai collezionabili ad un ramo delle abilità per diventare un maestro samurai) che ricostruiscano la civiltà egregia del Giappone Feudale e un mondo dinamico spremuto dalla forza tecnologica di PlayStation 4, allora il nuovo genere sopracitato sarà il passpartout di Sucker Punch verso una nuova era del racconto dentro l’ottava arte. Un genere che affonderebbe la diversità del videogioco come concezione inutile rispetto ad altre forme d’arte; e avvicinerebbe sempre di più la linea di confine che c’è tra non-giocatore e opera storica raccontata sui libri o al cinema.
Chissà… forse Ghost of Tsushima potrebbe non essere l’unico di questo nuovo genere. A patto che Sucker Punch stia davvero elaborando la riproduzione storica come racconto ufficiale senza ritocchi fantastici.