Il Parkinson ed il sistema nervoso centrale
Una delle patologie degenerative del sistema nervoso centrale, che colpisce circa l’1% della popolazione con età superiore ai 60 anni, è il morbo di Parkinson. Questo è caratterizzato dalla morte delle cellule nervose in grado di produrre e rilasciare dopamina, situate nella sostanza nera mesencefalica.
Nel mesencefalo è osservabile il passaggio dei fasci ascendenti e discendenti; questi mettono in comunicazione le formazioni telencefaliche con quelle più caudali, assicurando la comunicazione tra tutte le parti del sistema nervoso centrale (SNC).
Tra i nuclei e le formazioni che possiamo riconoscere in questa porzione di SNC, la sostanza nera è il luogo deputato alla produzione di dopamina, un neurotrasmettitore con diversi compiti biologicamente importanti. Ha, infatti, un ruolo importante nei movimenti volontari, nella coordinazione motoria e in alcune funzioni cognitive.
All’interno della sostanza nera possiamo individuare una parte reticolata ed una compatta; quest’ultima è il luogo di insorgenza del morbo di Parkinson.
La patologia è caratterizzata dalla morte delle cellule nervose in grado di produrre dopamina ed i nuclei in cui sono collocate, normalmente riconoscibili per la loro colorazione scura, appaiono decisamente più chiari.
La malattia di Parkinson ha importanti ricadute sulle funzioni motorie e, successivamente, su quelle cognitive. Per arginarne il decorso, i pazienti vengono trattati con la levodopamina, un precursore della dopamina stessa.
I metodi naturali sono possibili in caso di Parkinson?
Accanto alla sua somministrazione in pillole, la ricerca su preparati fitoterapici a base di levodopaina ha suscitato interesse nei malati di Parkinson e nelle loro famiglie.
In questo caso, la pianta protagonista è la Mucuna Pruniens, i cui semi contengono levodopamina e possono essere utilizzati per una preparazione naturale il cui contenuto di levodopa è paragonabile a quello presente nei preparati farmacologici.
È da sottolineare come questa sia strada percorribile solo in quelle aree geografiche dove la possibilità di accedere a medici neurologi che possano fare una diagnosi accurata è davvero remota.
Nei medesimi luoghi, il numero limitato di farmacie e la scarsa disponibilità di farmaci -il cui costo sarebbe comunque proibitivo- rendono impellente la necessità di soluzioni alternative.
Questa opzione può essere valida nel continente africano, dove reperire semi di Mucuna Pruniens è possibile e ha costi ragionevoli. Nel caso in cui si voglia tentare la stessa strada in Europa, ciò renderebbe necessaria l’importazione dei semi stessi.
Ciò renderebbe necessarie diverse garanzie circa l’origine e sulla qualità del prodotto a fini terapeutici, cosa pressochè impossibile in Europa. Questo fa sì che l’ipotesi di una cura naturale per il Parkinson non sembri -ad oggi- realistica.
Questo, tuttavia, non rappresenta un limite alla ricerca farmacologica, cui spetta la sfida di offire farmaci sempre più efficaci, che minimizzino i disagi per il paziente.