Se esiste una saga di cui non si parla mai abbastanza, questa è indubbiamente la coppia NieR/Drakengard. Certo, il successo dello strepitoso NieR: Automata ha fatto ottenere a questi videogiochi una certa fama… ma più per lo scarso abbigliamento della protagonista (e delle cosplayer che ci si dedicano) che per i suoi effettivi meriti.
Nel corso di un’intervista apparsa nell’ultimo numero di Weekly Famitsu, nota rivista videoludica giapponese, il producer dell’ultimo titolo, Yosuke Saito, ha fatto notare come nel 2020 cada il decennale dell’uscita su PlayStation 3 e Xbox 360 del primo capitolo della saga spin-off (NieR Gestalt/Replicant) e che, per l’occasione, potrebbe essere realizzato “qualcosa.”
Ma facciamo un passo indietro. Prima di NieR c’era Drakengard, una serie di action rpg ideati da quattro figure (tre delle quali hanno lavorato ad ogni singolo titolo del franchise): Takuya Iwasaki, Takamasa Shiba, Yoko Taro e Sawako Natori. Alle loro spalle c’é una casa di produzione di tutto rispetto, ovvero Square Enix. L’idea è quella di creare un gameplay che unisca Ace Combat a Dynast Warrior 2, ma non è questo a permettere alla trilogia di Drakengard di ottenere un certo successo ed una certa fan-base (anzi, il gameplay ripetitivo è probabilmente una delle più grandi falle della stessa).
A rendere questi videogiochi memorabili è una storia estremamente complessa e adulta che unisce elementi della mitologia nordica e celtica ad un pessimismo apocalittico tipicamente nipponico. Non stupisce scoprire che tra le fonti di ispirazioni ci sono anime come Neon Genesis Evangelion e Puella Magi Madoka Magica. Due serie che non sanno neanche dove siano le parole ottimismo e Happy Ending.
La saga di NieR nasce ancora prima dell’uscita di Drakengard 3 (che si rivelerà un prequel) e si pone come “sequel alternativo” del primo gioco. Dove Drakengard 2 seguiva la trama principale, NieR prende ispirazione dal quinto finale ottenibile che vede la Terra essere ridotta in uno stato di rovina quasi completo. In che direzione sarebbe andata l’umanità a questo punto? Da questa premessa Iwasaki, Taro e Natori sviluppano una nuova storia che si mantiene comunque adulta, violenta e malinconica come la trilogia “originale.”
Sia i tre Drakengard che i due NieR sono titoli che meritano di essere giocati per il coinvolgimento emotivo che la storia è capace di generare, sopperendo a dei difetti più che evidenti a livello di gameplay. Purtroppo però questi non hanno mai ottenuto molta attenzione. E se, a questo punto, il misterioso progetto in cantiere accennato da Saito fosse una collection che permetta al pubblico moderno di rivalutarli tutti (alla fine i primi due Drakengard sono usciti per PlayStation 2 e il terzo insieme a NieR Replicant/Gestalt è uscito per PlaStation 3)? Sarebbe sicuramente un dono gradito che permetterebbe a questa saga, troppo spesso sottovalutata, di riottenere l’attenzione che merita.