“Non sono nato cieco” dice Ross.
Ross è Ross Minor un 19enne di Colorado Springs, negli Stati Uniti e questa è la sua storia.
“Quando avevo 8 anni, mio padre mi ha sparato nel sonno, poi ha sparato e ucciso mio fratello e si è suicidato. Il proiettile è entrato nella mia tempia destra ed è uscito da quella sinistra, colpendomi alla mano. Come risultato, ho perso l’occhio sinistro il nervo ottico e la retina di quello destro sono stati recisi ed ho perso anche l’olfatto”.
Normalmente, Ross giocherebbe con i videogames per sentirsi normale ed integrarsi con gli altri. Dopo la sua tragedia familiare, non è stato più possibile.
“Sono stato un videogiocatore per tutta la mia vita” dice Ross “prima di diventare cieco, giocavo con titoli come Pokemon o Smash Bros. Dopo, giocare era ancora una parte di me. Volevo tornare a giocare con i miei titoli preferiti con tutto me stesso”.
Determinato a continuare a giocare con i videogiochi, Ross è tornato nel mondo dei Pokemon.
“Mi ricordo di avere cominciato il mio Pokemon Rubino dopo essere stato dimesso dall’ospedale” spiega “mio cugino mi aiutò a resettare il gioco; da li in poi cominciai a vagare la mappa”.
Ross ha subito realizzato un paio di cose sul gioco che lo hanno aiutato a progredire nella partita. Si è reso conto che il suo personaggio faceva un certo tipo di rumore quando sbatteva contro un muro e che ogni città aveva una differente colonna sonora così da fargli capire in quale di esse si trovasse.
Ha capito anche che ogni Pokemon aveva un “grido” unico e che ad ogni attacco corrispondeva un suono diverso, seguito da un altro suono ad indicare quanto veniva danneggiato il Pokemon avversario, che variava a seconda che l’attacco fosse poco efficace, efficace o super efficace.
Insomma, si è scoperto che Pokemon Rubino era pieno di indizi audio in grado di aiutare Ross a giocare. Ma come ha imparato che ogni Pokemon era collegato ad un verso differente, se non sapeva quale corrispondesse a chi?
“Ascoltavo il verso, cercando di capire cosa mi facesse ricordare e quindi scoprivo se la mossa che avevo utilizzato fosse più o meno efficace” continua Ross “se non era molto efficace, ad esempio tipo Volante contro tipo Roccia, allora provavo un attacco Acqua. Se in questo caso l’attacco si fosse rivelato super efficace, allora ero in grado di determinare se il Pokemon fosse Roccia, Fuoco o Terra. A quel punto provavo a ricordare quale Pokemon si trovasse in una determinata area, tornando indietro a quando vedevo; quindi potevo metterlo in relazione al verso della creatura contro cui stavo combattendo”.
Questo sistema funzionò con Pokemon Rubino, che Ross già conosceva, ma con le nuove uscite della serie vennero aggiunti molti nuovi Pokemon. Questo causò ovvi problemi.
“Nei giochi più nuovi, ovviamente non avevo alcun riferimento” dice Ross “Fortunatamente, mi venne in mente l’idea di cercare quale Pokemon si potesse trovare lungo ogni percorso, per poi usare il processo di eliminazione già menzionate”.
La serie Pokemon si è rivelata fondamentale per la riabilitazione di Ross; ha costituito un punto di contatto con la società, un legame attraverso il quale riuscire a giocare ancora con i suoi amici nonostante la cecità.
“Pokemon è sempre stato speciale per me dal momento che era qualcosa di familiare, dopo avere perso la vista” spiega Ross ” quando sono tornato a scuola, avevo ancora qualcosa con cui socializzare e rapportarmi ai miei amici. Il più delle volte andavano a giocare al parco, ma io non potevo più. Però potevo ancora giocare a Pokemon”.
L’impegno di Ross nel continuare a giocare con Pokemon, riaccese il suo amore per i videogiochi. “Una volta capito che potevo giocare a Pokemon, ho iniziato a godermi la sfida; per questo ho iniziato a provare altri giochi come Super Smash Bros e Moral Kombat”.
Come per Pokermon, imparare a giocare a Mortal Kombat presupponeva un processo di eliminazione, sviluppato però in maniera diversa. Ross ha imparato quale mossa colpisse in basso, a mezza altezza o in alto esercitandosi contro il computer e sperimentando le parate in varie posizioni. In questo caso internet lo ha aiutato molto.
E’ venuto fuori che Mortal Kombat X è particolarmente accessibile per coloro i quali non possono vedere lo schermo. Grazie alle cuffie, l’avere una pletora di suoni facilmente distinguibili uno dall’altro possono aiutare a farsi un’idea di quanto avviene nel gioco (più o meno come con i versi di Pokemon).
Udire un movimento nella cuffia destra fa si che si possa ricostruire la scena a partire da questo indizio, ad esempio.
Anche l’animazione della corsa e più in generale dei movimenti di un personaggio è fondamentale.
“Se giochi a GTA e il tuo personaggio finisce contro un muro, continuerà a correre, il rumore di passi continua, essenzialmente non ho alcuna informazione che mi faccia capire se ho colpito un muro o meno” dice Ross.
“In Pokemon, posso correre contro un muro e sentire un rumore sordo, che mi fa capire che non mi sto muovendo più”.
Potrà sembrare una cosa da niente se non ci hai mai prestato attenzione, ma il feedback aptico dettato dal suono che ti informa che hai colpito un corpo solido svolge una funzione importante nell’ottica di una maggiore accessibilità. I titoli che optano invece per una corsa continua e innarrestabile diventano così meno accessibili a giocatori ciechi.
“I più recenti titoli sui Pokemon, Let’s Go Pikachu e Evee, non sono accessibili proprio per questa ragione” prosegue Ross “la corsa continua, anche finendo contro un muro. Hanno anche eliminato il suono collegato, quindi non c’è modo di sapere se stai correndo contro un muro o meno. Si continua a sentire rumore di passi anche se sei finito contro un muro, è semplicemente un pessimo design”.
Mortal Kombat beneficia del suono stereo, che aiuta a comunicare cosa sta succedendo in quale parte dello schermo. Usando le cuffie, Ross è in grado di dire dove si trova il nemico ascoltando i suoi passi. Se provengono dalla sinistra Ross sa che deve girarsi in quella direzione; se si trova al centro, sa di dovere cercare in direzione del suono.
In Mortal Kombat “ci sono suoni per ogni cosa” continua Ross “il tuo personaggio non continua a fare rumore di corsa se stai colpendo un muro e ha un buon suono stereo che mi aiuta a capire in quale parte del livello mi trovo. Giochi come il nuovo Soulcalibur non sono accessibili, perchè non usano la stereofonia. Siamo nel 2019 e i giochi usano il suono stereo dai tempi della PlayStation 2, forse anche da prima”.
Quindi la tecnologia per facilitare l’accessibilità esiste, viene però messa da parte a favore di nuovi tipi di sonorità che in fin dei conti diminuiscono l’accessibilità di un gioco. I più recenti titoli dei Pokemon ad esempio sono i meno accessibili ai non vedenti, proprio perchè hanno abbandonato gli elementi che precedentemente li rendevano fruibili.
La sensazione che si ha con Ross è che rifiuti che la sua disabilità gli possa impedire di portare un vero cambiamento del mondo. Si avverte un ottimismo palpabile, il desiderio di istruire ed ispirare gli altri, nonostante la sua tragica vicenda.
Recentemente Ross ha postato un video sul proprio canale YouTube che lo mostra intento a giocare a Mortal Kombat X sulla base degli indizi audio.
“Quando ero piccolo, giocare con i videogame era per me un modo di sentirmi normale, sentirmi parte della comunità vedente” dice Ross “i bambini, così come gli adulti, provano imbarazzante interagire con una persona cieca, a tratti ne sono spaventati. Il mio obiettivo nella vita è rimuovere queste barriere sociali”.
“Ho un tatuaggio braille sull’avambraccio che dice ‘Serve dolore per crescere’; potrebbe essere un po’ discutibile per qualcuno, ma è una frase che risuona profondamente in me. Non ho padroneggiato Pokemon in un giorno. Non ho preso parte alle Paralimpiadi perchè pensavo che fosse divertente. Non sono uscito dall’ospedale ed erano tutte rose e fiori. Ho affrontato una terapia psicologica, ho speso anni a memorizzare Pokemon e Mortal Kombat. Tutto quello che ho realizzato l’ho fatto attraverso sangue, lacrime e sudore. Tutto ciò mi ha reso l’uomo che sono oggi, le cose diventano difficili prima di farsi facili. Durante un viaggio, comunque, sono le sfide che ti trasformano nella migliore persona possibile”.
Nella sua storia, i videogiochi lo hanno aiutato “a tenere la bussola rivolta sempre a nord” dice Ross
“Una volta diventato cieco, sarebbe stato facile arrendersi e non combinare nulla. I videogiochi mi hanno dato un obiettivo da raggiungere. Durante la mia adolescenza, sono stato fortunato ad essere in grado di aprire un canale YouTube e mostrare a tutti come gioco con i videogame da cieco. Mi ha dato l’opportunità di conoscere nuove persone. Ci sono alcuni giocatori ciechi come me che creano video su YouTube nella speranza di insegnare ad altri come giocare e allo stesso tempo mostrare alle persone vedenti un’alternativa nel mondo del gaming. Ho iniziato anche a creare video in cui faccio qualsiasi tipo di cosa pur essendo cieco, ma le mie radici rimangono ancorate al gaming”.
Contemporaneamente all’essere diventato un accanito videogiocatore, Ross è un nuotatore paralimpico e un musicista. Ha gareggiato negli Stati Uniti, in Canada e persino in Italia, allenandosi 20 ore a settimana nel Colorado’s Olympic Training Center. Per quanto riguarda l’altra sua passione, la musica, suona pianoforte, chitarra e canta “un poco”.
Vive con Dixie, il suo cane guida che definisce “una vera pasticciona”.
Articolo spettacolare, una storia davvero da condividere e da cui prendere esempio. Complimenti per la scelta e per la realizzazione Emanuele!
Grazie, sono contento ti sia piaciuto, visto l’argomento delicato e insolito
Non è facile trattare questi argomenti, appunto, con delicatezza, ma sei riuscito senza se e senza ma a comunicare quel che volevi. Grande!
Mamma mia che articolo incredibile ? a volte non ci rendiamo conto della fortuna che abbiamo noi.
Sono lieto che ti sia piaciuto :)