Laboratorio di Videogiochi diventa protagonista al Summer Camp di Bulgorello, vicino al lago di Como, insieme a ben 34 bambini per insegnare le basi della programmazione; il futuro è tecnologico e, volente o nolente, il mondo videoludico sta facendo la sua parte nella vita quotidiana dei ragazzi. Non solo come divertimento, ma anche come percorso psicoterapeutico. Durante il 2021 ci sono stati vari incontri europei per stabilire come poter inserire all’interno delle proprie lezioni metodi di apprendimento sempre diversi, che riescano a stimolare lo studente in maniera attiva e positiva. Sono stati presi in considerazione proprio i videogiochi, tanto che in Francia esiste già un metodo d’apprendimento incentrato sulla ludopatia con effetti più che positivi.
In Italia ci stiamo avviando verso questa direzione, nonostante non sia stato integrato ancora all’interno delle scuole. Un esempio? Basti pensare al progetto siciliano AUGuSTUS che permette a persone di tutte le età di visitare siti archeologici della tanto amata Sicilia tramite alcuni giochi e missioni. Ebbene, non esistono più solo progetti del genere, perché al Summer Camp di Bulgorello sono andati oltre, insegnando il coding ai bambini e come poter sfruttare la propria immaginazione al meglio delle loro possibilità. L’esperimento ha avuto un grandissimo successo e i piccoli hanno avuto modo di dare sfogo alla propria creatività portando sul piccolo schermo della Nintendo Switch le proprie fantasie.
Collaborazioni e creazioni: al Summer Camp di Bulgorello sembrava aver preso vista, veramente, un grandissimo laboratorio di videogiochi.
Laboratorio di Videogiochi: un modo per stimolare i ragazzi grazie alla logica del game design
Il coding è ben più della classica schermata nera con i numeretti verdi che, solitamente, si vedono nei film. Durante la fase di programmazione si ha modo di interfacciarsi con problemi di varia natura in grado di accendere le nostre cellule grigie in modi che neanche immagini. Il concetto di problem solving, che viene scritto costantemente sui curriculum di tutto il mondo, deriva anche dalla programmazione che ti permette di arrivare alla soluzione del problema con logica e una certa tranquillità d’animo.
Se questo viene insegnato ai più piccoli, allora in futuro avranno già la conoscenza base per poter affrontare anche sfide sempre più difficili. L’esperimento ha visto per ben tre settimane di camp i 34 bambini, dove hanno seguito assiduamente le lezioni impartite dal gioco stesso e da un esperto comunicatore scientifico. Il risultato di tale esperimento ha fatto sì che i bambini comunicassero di più tra loro divertendosi e i videogiochi che ne sono nati hanno reso soddisfatti non solo i più piccoli, ma soprattutto i più grandi.
Gli stessi grandi si sono appassionati al game design anche grazie ai Nodon, creature misteriose all’interno del videogioco che guidano e istruiscono i giocatori. E sono stati tantissimi ad abbandonare la programmazione guidata per usufruire della Programmazione Libera, dove hanno potuto mettere in pratica gli insegnamenti avuti sia da soli che insieme ad altre persone.