Labyrinth of Galleria: the Moon Society è gioco di ruolo appartenente alla categoria dei dungeon crawler. Questi ultimi si differenziano da altri giochi di ruolo, per via del loro gameplay basato sull’esplorazione di dungeon e tantissimi combattimenti, e spesso richiedono anche molto grinding per aumentare il livello del nostro party e proseguire.
Labyrinth of Galleria rispetta tutte queste caratteristiche, proprio come aveva fatto il suo predecessore, Labyrinth of Refrain: Coven of Dusk. Anzi si può tranquillamente affermate che lo scheletro del gioco è pressocché identico, non fosse per il fatto che Labyrinth of Galleria apporta delle migliorie nel gameplay, andando a raggiungere una notevole profondità soprattutto nella personalizzazione del nostro party.
Labyrinth of Galleria: una storia di streghe, marionette e labirinti
Nel gioco vestiremo i panni di Eureka, una giovane ragazza che ha come compagno di viaggio un demone imprigionato in una lanterna. Sin dai primi momenti non si riuscirà bene a capire quale sia il rapporto fra i due compagni di viaggio, ma gli eventi ci portano subito a cercare e ottenere occupazione come assistenti presso la Galleria Manor, una particolarissima ed enorme villa, abitata e gestita da Madame Marta, una strega.
Quest’ultima ci guiderà nei nostri compiti da assistente, durante sedute spiritiche e preparazioni di incantesimi vari, fino a quando scopriremo che Galleria Manor è un centro dove convergono tantissimi labirinti (accessibili da un armadio), e che Madame Marta ci chiederà di esplorare per rinvenire diverse opere d’arte e potentissimi manufatti.
Bisogna dire che prima di muovere i primi passi nel labirinto, passerà del tempo. Difatti Labyrinth of Galleria presenta una storia e un mondo costruito davvero ben caratterizzati e coinvolgenti, che però spesso vengono gestiti male, o meglio ancora lentamente, molto lentamente. In alcune sezioni sembrerà di trovarsi di fronte a un titolo del genere visual novel e non a un Dungeon Crawler. Superato questo compromesso, che a seconda dei gusti non è necessariamente un difetto, passeremo alla parte giocata di Labyrinth of Galleria, ovvero l’esplorazione dei dungeon.
Delle marionette come amiche
L’esplorazione dei dungeon avverrà con visuale in prima persona, dove andremo a compiere dei movimenti a “casella”. Difatti potremo benissimo dire di trovarci su un tavolo da gioco, nel quale a ogni nostro movimento, corrisponde quello delle creature che popolano i labirinti. Per combattere contro queste creature, Eureka utilizzerà delle marionette che, grazie all’infusione dentro di esse delle anime di antichi combattenti, prenderanno vita e saranno dotate di diverse abilità.
Saremo noi a decidere in quale tipo di guerriero si trasformerà il nostro pupazzo, tramite un menù di creazione che ci farà scegliere la classe, personalizzarne alcuni elementi e anche il ritratto che raffigurerà il personaggio. Inizialmente non avremo tantissima scelta, e neanche tante anime da utilizzare, ma andando avanti con il gioco avremo solamente l’imbarazzo della scelta.
Ogni pupazzo potrà salire autonomamente di livello, azione che gli permetterà di aumentare i propri parametri e apprendere diverse e utili abilità. Non neghiamo che inizialmente Labyrinth of Galleria si presenterà ostico, soprattutto a coloro i quali non sono avvezzi al genere, ma già dopo un paio d’ore avremo imparato a gestire al meglio il nostro party, e soprattutto quali nemici e pericoli evitare nei labirinti.
I nostri combattenti potranno essere piazzati in prima linea o nelle retrovie, e ovviamente ogni classe darà il proprio meglio in una posizione specifica. Un guaritore in prima fila verrà distrutto in men che non si dica, mentre un guerriero corazzato nelle retrovie non riuscirà neanche ad attaccare.
Il tocco di classe e di profondità nel gameplay di Labyrinth of Galleria viene dato sai diversi “patti”. Questi ultimi possono essere inquadrati come delle vere e proprie squadre, che possono contenere al loro interno diverse marionette. Quindi al posto di avere solamente cinque combattenti nel nostro party, potremo avere invece cinque patti composti da diversi membri ciascuno e che combatteranno contemporaneamente.
Un’altra caratteristica importante di questi patti è che ognuno darà accesso a speciali abilità, che saranno più o meno congeniali a diverse classi. In Labyrinth of Galleria, il giocatore sarà chiamato a sperimentare davvero tanto per trovare le combinazioni più adatte al suo stile di gioco. Inoltre, Labyrinth of Galleria contiene un’enormità di attività in pieno stile NIS (vedasi Disgaea), tra equipaggiamenti, alchimia, potenziamenti e via dicendo.
Graficamente Labyrinth of Galleria è davvero curato, sia a livello di protagonisti che delle nostre marionette, così come grande cura è stata posta nei vari disegni che ritraggono il mondo di gioco. A livello estetico l’unica pecca può essere trovata solo nei labirinti, i quali non sono fatti male, ma data anche la tipologia di gioco, risultano spesso ripetitivi.
Le varie musiche che accompagnano il gioco, pur non essendo memorabili, aiutano l’immersione nel mondo di Labyrinth of Galleria, mentre il gameplay, pur risultando semplice a livello di tasti, necessita di pratica per essere padroneggiato, ma assicuriamo che abbattere potentissimi boss nei labirinti con i propri patti, è davvero una sensazione gratificante.
Labyrinth of Galleria si attesta sulla cinquantina di ore di gioco, e dopo averlo completato una volta, difficilmente ci saranno motivazioni per ricominciare a giocarlo. Vista la mole dei dialoghi, i quali non sempre sono in un inglese facile da comprendere, va segnalata la totale mancanza della localizzazione in lingua italiana.