Lapis x Labyrinth è un dungeon crawler particolare, che basa praticamente tutto il suo gameplay su livelli veloci e combattimenti frenetici accompagnati da luci, esplosioni e tantissimi nemici a schermo. Il gioco costruisce il suo fascino sul reperimento costante di loot, dato continuamente in pasto al giocatore dopo la fine di ogni missione. Se ti piace combattere, potenziare i personaggi, per poi affrontare scontri più difficili che donano bottino migliore, allora questo gioco farà sicuramente al caso tuo. Tuttavia, l’esperienza offre poco altro.
La storia?
Come accade spesso in questa tipologia di giochi, la storia è soltanto un blando pretesto per entrare subito nel vivo dell’azione. In Lapis x Labyrinth questo concetto è portato all’apoteosi, con una trama praticamente inesistente e dei dialoghi brevissimi. Come ho accennato, il fulcro del gioco è il gameplay puro e semplice.
Detto in parole povere, impersoneremo un gruppo di avventurieri appena arrivato in un villaggio in stato di abbandono da anni. Qui risiedono solo pochi abitanti, tra cui il sindaco, che provano in tutti i modi a riportare l’insediamento ai fasti di un tempo. Di fatto, fino a poco tempo prima il posto era una meta per eroi di ogni tipo, i quali ci passavano quotidianamente per rifocillarsi prima di entrare nei dungeon sottostanti, pieni di stanze e ricchezze.
Chiaramente la nostra squadra offrirà l’aiuto necessario a rimettere in moto l’economia del luogo, accettando e svolgendo incarichi progressivamente più pericolosi per attirare altri avventurieri in cerca di bottino.
Come si può vedere, non c’è un vero e proprio intreccio e l’unica motivazione che giustifica le avventure è la voglia di ricchezza. Per tutto il tempo non vediamo nessun tipo di caratterizzazione dei personaggi e nessuna progressione narrativa degna di nota. C’è da dire che questo non è un difetto, ma una scelta di game design finalizzata a offrire un’azione immediata fin da subito.
La frenesia dei combattimenti
Anche durante il primo avvio, basta pochissimo per iniziare a giocare a Lapis x Labyrinth: il tutorial è breve ed esaustivo, le meccaniche sono immediate e i caricamenti sono quasi inesistenti.
Pad alla mano, il gioco inizia nel già citato villaggio. Da qui possiamo accedere a diverse strutture che ci aiutano nel proseguimento dell’avventura, come il negozio di cibo, il mercante o la casa per scegliere i membri del gruppo. Con i progressi ottenuti nel corso delle varie missioni si renderanno disponibili altri edifici, ognuno di essi con funzioni aggiuntive.
Questo corrisponde a un progressivo aumento di profondità e a una componente ruolistica sempre più preponderante nella struttura di gameplay. Di fatto, inizialmente abbiamo poche opzioni a nostra disposizione, le quali saranno limitate all’utilizzo di oggetti sempre più potenti. Poco alla volta, però, questi ultimi saranno vendibili, smontabili per ottenere materie prime e creabili.
A questo si aggiungono i bonus e i malus corrispondenti a ogni pezzo di equipaggiamento, che costringono a riflettere su quale sia l’arma o l’armatura migliore anche in base ai possibili benefici dati da queste abilità passive. Non finisce qui: un vero e proprio sviluppo dei personaggi sarà disponibile nelle fasi più avanzate del gioco, consentendoci di potenziare gli attributi di ognuno. Sicuramente una piacevolissima aggiunta, che tuttavia viene resa quasi inutile dal bassissimo livello di difficoltà proposto dal gioco.
Prima di parlare dei combattimenti veri e propri, va fatta una piccola premessa sugli avventurieri che controlliamo nel corso del gioco. Questi appartengono a classi ben precise, ognuna con i suoi punti di forza e di debolezza: abbiamo personaggi ranged, tank, healer e altri di supporto. Ognuno di essi vanta un moveset di attacchi ben definito e abilità speciali uniche utilizzabili in qualsiasi momento nel corso degli scontri.
Proprio le battaglie sono le vere protagoniste di Lapis x Labyrinth. Queste sono il perno su cui ruota tutto il gameplay e, di conseguenza, il motivo principale per cui giocare il titolo.
Dopo i preparativi in città si sceglie una missione e si entra nel dungeon. Questo è uno scenario bidimensionale sviluppato in orizzontale e in verticale, fatto di stanze, trampolini e mattoni da spaccare per aprirsi dei passaggi. Qui si devono trovare dei cristalli viola che, una volta distrutti, apriranno la porta per il piano successivo. In questa ricerca dobbiamo affrontare enormi orde di nemici e l’esplorazione vera e propria è ridotta all’osso.
Il combattimento è apparentemente semplice: un tasto permette di fare la combo base, un altro è associato a colpi speciali (modificabili dalle frecce direzionali), infine possiamo lanciare i compagni per farli attaccare. Durante ogni esplorazione impersoniamo un avventuriero a nostra scelta, mentre sulla nostra testa abbiamo gli altri tre membri del gruppo. Solo il nostro personaggio subisce danni, ma in qualsiasi momento abbiamo la possibilità di cambiarlo per utilizzare gli altri.
A questo si aggiungono l’Ex e il Fever. Il primo è un potente attacco che uccide tutti i nemici su schermo la maggior parte delle volte, utilizzabile dopo aver riempito la barra corrispondente. Il secondo, invece, è un temporaneo stato di invincibilità che garantisce punti e bottino extra a ogni uccisione o oggetto distrutto (oltre a far perdere diverse diottrie a ogni attivazione per le luci lampeggianti).
In ultimo, va detto che ogni livello ha dei tempi strettissimi di completamento, dato che allo scadere di un conto alla rovescia appare un fantasma che uccide tutta la squadra con un colpo. Tutto questo delinea un gameplay composto da missioni velocissime e frenetiche, con combattimenti fatti di salti, magie e combo varie tra i personaggi, con il fine ultimo di uccidere tutto ciò che si muove nel minor tempo possibile.
Dopo le orde che infestano i piani, le missioni si concludono con i boss, dei nemici estremamente più grossi e potenti, che dopo la sconfitta ci portano al bottino. Quest’ultimo è ottenibile durante l’esplorazione o alla fine dei livelli e le sue caratteristiche sono sempre casuali: potrebbe essere un’arma utilissima per un membro del gruppo, qualcosa appartenente a una classe diversa oppure persino più debole di quella attualmente equipaggiata. Proprio il fattore random, tuttavia, rende Lapis x Labyrinth estremamente longevo, data la possibilità (e in alcuni punti avanzati, la necessità) di farmare.
Inutile dire che questo gameplay è estremamente ripetitivo, dato che i livelli sono molto simili tra loro. Lo stesso dicasi per la struttura generale di gioco: accetta una missione, ottieni il bottino, potenzia i personaggi per missioni ancora più difficili, al fine di ottenere equipaggiamento ancora migliore e così via. Ciò rende l’esperienza particolarmente adatta alla fruizione portatile di Switch o ai ritagli di tempo durante le giornate, ma non a lunghe sessioni di gioco: la ripetitività intrinseca farebbe sopraggiungere la noia.
La realizzazione tecnica
Il comparto tecnico di Lapis x Labyrinth è eccelso: nonostante il gran numero di nemici, attacchi ed effetti su schermo, il titolo non mostra mai rallentamenti. In aggiunta, possiamo vedere personaggi e scenari che vantano colori accesi e brillanti, con sprite davvero ben fatti. Allo stesso modo le animazioni degli attacchi sono ben fatte e gli effetti di luce che gli accompagnano sono convincenti.
La componente artistica si mantiene sullo stesso livello di eccellenza, con uno stile chibi piacevolissimo e dei livelli belli da vedere. Il comparto sonoro abbraccia totalmente lo stile scanzonato del gioco, con canzoncine orecchiabili e vocine a ogni attacco. Sicuramente quest’ultima caratteristica può dare fastidio ad alcuni giocatori, ma le impostazioni permettono di ridurre il volume degli urletti.
In sintesi
Lapis x Labyrinth è un buonissimo dungeon crawler, con un sistema di combattimento frenetico e divertentissimo e con tanti personaggi tra cui scegliere per comporre il gruppo di eroi. Entrare nell’azione è rapido e immediato, anche grazie ai caricamenti inesistenti, e i livelli sono estremamente brevi. La nota dolente del prodotto risiede nell’eccessiva ripetitività della sua struttura, composta da un circolo vizioso basato esclusivamente sul potenziamento compulsivo degli avventurieri e sulle missioni di difficoltà crescente. Sicuramente può divertire, ma solo a brevi dosi.