Con Baldur’s Gate 3, siamo di fronte a uno dei migliori esempi di GDR vecchio stampo, un gioco che, nonostante il genere di nicchia, è riuscito a infrangere numerosi record di vendita e, soprattutto, a distinguersi per la sua qualità. Questo successo è stato possibile grazie all’abilità del team belga Larian Studios, che ha saputo creare un’esperienza di gioco incredibile, forte della sua esperienza nel settore. Tuttavia, come spesso accade durante lo sviluppo di un videogioco, sono emersi alcuni dubbi, talvolta anche piuttosto curiosi.
Larian Studios, dubbi sulla longevità
Lo sviluppo di un videogioco è un processo complesso, un vero e proprio puzzle in cui ogni elemento deve incastrarsi perfettamente o quasi. Non è raro che sorgano dubbi tra i creatori stessi, e questo è accaduto anche al team di Larian Studios, in particolare a Swen Vincke, il direttore di Baldur’s Gate 3, che si è mostrato preoccupato per la longevità del gioco.
Nonostante il titolo superi le 100 ore di gioco e offra molteplici possibilità di rigiocabilità, il team era incerto se la durata complessiva fosse sufficiente. Tuttavia, nonostante questa preoccupazione, Larian Studios ha deciso di non allungare ulteriormente il gioco per evitare di compromettere la qualità complessiva. Diversi contenuti sono stati tagliati, come nel caso delle Moonrise Towers, originariamente concepite come due torri, ma ridotte a una sola nella versione finale.
Alla fine, non possiamo lamentarci del prodotto che Larian Studios ha consegnato ai giocatori con Baldur’s Gate 3: un titolo mastodontico, ricco di contenuti e possibilità. Quel dubbio iniziale sulla longevità si è rivelato infondato, dato che nessuno si è lamentato, anzi, il gioco è stato apprezzato proprio per la sua varietà e la grande rigiocabilità. Anche i migliori sviluppatori possono nutrire incertezze riguardo a certi aspetti delle loro opere, ma in questo caso il risultato finale parla da solo.