Nel vasto panorama dei giochi indipendenti, capita a volte di imbattersi in titoli che, con una sola immagine o un breve trailer, riescono a suscitare un’attrazione immediata. È quello che definisco “interesse a prima vista”: quel colpo di fulmine che nasce da un dettaglio, da un elemento che cattura l’attenzione e accende la curiosità. In un periodo dominato da grandi uscite come Metaphor: ReFantazio, Silent Hill 2 Remake e Dragon Ball Sparking Zero!, è facile perdersi nella moltitudine di titoli in arrivo, e molti giochi più piccoli rischiano di passare inosservati.
Eppure, tra questi spicca Last Time I Saw You, un progetto promettente sviluppato da un team giapponese indipendente di Osaka, Maboroshi Artworks. Nonostante siano ancora sconosciuti al grande pubblico, questo team ha scelto di cimentarsi in un’avventura che affronta tematiche profonde e tutt’altro che scontate, promettendo di lasciare un segno in chiunque decida di addentrarsi nel loro mondo.
Last Time I Saw You, un tifone di realtà e immaginazione
Siamo negli anni ’80, in un Giappone rurale, precisamente in un piccolo villaggio fittizio dove la vita scorre tranquilla, come in una cartolina di un’epoca passata. I ragazzi si godono i weekend chiacchierando e giocando a baseball, i commercianti si affaccendano nei loro negozi, e le casalinghe chiacchierano tra loro, in una comunità dove tutti si conoscono. Tuttavia, c’è una sottile tensione nell’aria: un tifone minaccia di abbattersi sul villaggio, perturbando quella calma apparente.
In questo scenario di Last Time I Saw You seguiamo la storia di Ayumi, un adolescente che vive una vita normale, ma che è tormentato da sogni ricorrenti e misteriosi. Nei suoi sogni si ritrova in un mondo onirico e surreale, dove una ragazza enigmatica gli appare ripetutamente. Incuriosito e spaventato, Ayumi inizia a indagare sui significati di questi sogni e sull’identità di quella ragazza che sembra cercarlo.
Tutto cambia il giorno in cui il tifone colpisce davvero. Mentre il villaggio subisce i danni della tempesta, strane ombre appaiono tra le rovine, e Ayumi, nel tentativo di fuggire, viene salvato proprio dalla ragazza dei suoi sogni. Da quel momento, il confine tra la realtà e l’immaginazione si dissolve, e Last Time I Saw You si trasforma in una storia di realismo magico, dove il quotidiano si intreccia al mistero e al soprannaturale.
L’avventura di Ayumi prende una svolta verso l’ignoto, intrecciando elementi di misticismo e folklore giapponese che conferiscono un senso di fascino e mistero, soprattutto agli occhi di un pubblico occidentale. La fusione tra la vita semplice del villaggio e la profonda tradizione soprannaturale giapponese è gestita bene, creando un mondo vibrante e misterioso. E la ricerca di scoprire una maledizione che ha colpito il villaggio.
Il racconto di Last Time I Saw You cattura sin da subito, mantenendo alta la curiosità del giocatore grazie a un impianto narrativo solido, nonostante qualche momento più debole verso il finale. I dialoghi sono ben scritti e i personaggi risultano credibili, con la possibilità di approfondire le loro storie attraverso interazioni opzionali, che arricchiscono l’esperienza. Solo in rari casi si avvertono piccole dissonanze nei dialoghi rispetto all’ambientazione temporale, ma nulla che rovini il coinvolgimento complessivo.
Le tematiche affrontate, come il passaggio all’età adulta, i primi amori, le amicizie, la famiglia e la nostalgia di un passato che sembra svanire, sono trattate con delicatezza e autenticità, rendendo l’avventura di Ayumi non solo avvincente, ma anche un viaggio dove la realtà e l’immaginazione si mischiano, creando un bel viaggio, attraverso nostalgia del passato attraverso miti e la tradizione.
Una semplice avventura
Sul versante ludico, Last Time I Saw You si presenta come un’avventura 2D a scorrimento, in cui i vari livelli, sebbene seguano una struttura piuttosto lineare, offrono una certa libertà di movimento e di esplorazione. È possibile tornare nelle aree già visitate, arricchendo l’esperienza con una dinamica di gioco più coinvolgente. Il focus principale del gioco, come già accennato, è la narrazione, con particolare enfasi sulle interazioni con i personaggi che incontreremo lungo il nostro cammino. Le side-quest, sebbene semplici e consistenti principalmente nel raccogliere oggetti o consegnare articoli, contribuiscono a rendere l’esperienza complessiva più ricca e soddisfacente.
I giocatori possono acquistare oggetti dai commercianti, utili sia per progredire nelle missioni sia per sbloccare particolari elementi del gioco. La valuta viene guadagnata sconfiggendo le ombre, raccogliendo tesori o completando missioni secondarie. Inoltre, sono presenti collezionabili sparsi per le mappe, che possono essere trovati durante l’esplorazione o acquistati dai mercanti. Il gameplay di Last Time I Saw You si basa su meccaniche fondamentali, come il salto e una schivata laterale che permette di accedere a zone altrimenti irraggiungibili.
Il protagonista può anche attaccare con una mazza da baseball, infliggendo colpi semplici ma efficaci contro i pochi nemici che si presentano. Inoltre, segnaliamo la presenza di un diario di Ayumi, che non solo raccoglie gli obiettivi delle missioni, ma funge anche da compendio per oggetti, personaggi e note del protagonista, aggiornandosi giorno per giorno.
Gli enigmi ambientali, seppur ripetitivi, sono piuttosto semplici e non offrono una sfida significativa. Il gameplay, pur risultando piacevole, non è particolarmente elaborato e questo si traduce in alcune limitazioni. Uno dei difetti principali riguarda il bilanciamento tra la componente narrativa, ben sviluppata, e quella ludica, che presenta delle carenze. Alcune aree richiedono un eccessivo backtracking, e la difficoltà generale del gioco è piuttosto bassa. Anche se è possibile esaurire le vite, ciò non rappresenta mai una vera minaccia, poiché i checkpoint sono posizionati a breve distanza l’uno dall’altro.
È chiaro che Last Time I Saw You non punta a una struttura di gameplay complessa e articolata, ma piuttosto a un’esperienza più accessibile, incentrata sugli aspetti artistici e narrativi. Se questo può rappresentare un limite per chi cerca una sfida più impegnativa o giocosa, dall’altro lato il gioco riesce comunque a offrire un’esperienza piacevole e leggera, che si lascia giocare con semplicità e fascino. Il gioco può essere completato in circa una decina di ore.
Una bella cartolina dal sapore di nostalgia
Uno degli aspetti che spicca maggiormente in Last Time I Saw You è il comparto artistico, che riesce a catturare l’attenzione con un’estetica accattivante, perfettamente integrata con la storia che il gioco vuole raccontare. Il titolo evoca la sensazione di una cartolina dal passato, trasmettendo un forte senso di nostalgia.
Dalle foglie che cadono dagli alberi agli sfondi che rappresentano con cura il piccolo villaggio, ogni elemento visivo contribuisce a creare un’atmosfera coinvolgente. Anche i personaggi, disegnati a mano, sono un piacere da osservare durante il gioco, così come gli ambienti naturali, che pur non risultando particolarmente innovativi, riescono comunque a mantenere un loro fascino. Gli elementi tradizionali, come i santuari e le figure del folklore giapponese, sono stati rivisitati con cura, con un character design che rispetta le radici culturali senza rinunciare a un tocco di originalità.
Tutto è realizzato a mano da talentuosi artisti, sia gli sfondi che i movimenti dei personaggi, rendendo ogni scena ricca di dettagli. I vari scenari, accompagnati da una colonna sonora che si adatta perfettamente all’atmosfera, completano l’esperienza artistica e narrativa. La musica di Last Time I Saw You, varia e spesso nostalgica, riesce a fondere insieme tutti gli elementi, creando un impianto audiovisivo coeso e piacevole.
Dal punto di vista tecnico, Last Time I Saw You si presenta in maniera pulita e priva di problemi rilevanti. Durante il nostro test abbiamo incontrato solo un paio di bug minori, nulla che abbia compromesso l’esperienza di gioco. Va notato che il titolo non è disponibile in italiano, ma la versione in inglese è chiara e accessibile, anche per chi non ha una perfetta padronanza della lingua.