Layers of Fear 2 è il sequel dell’indie pubblicato da Bloober Team nel 2016, titolo che ha riscosso un discreto successo fra i fan dei giochi più spaventosi. Questo secondo capitolo è uscito nel 2019 per PC e alcune console, fra cui PlayStation 4 e Xbox One, mentre il 20 maggio è approdato su Nintendo Switch, piattaforma da cui ho giocato. Il titolo in questione è un horror psicologico che segue le orme del suo predecessore, cambiandone alcuni aspetti.
Dalla pittura alla cinematografia: due arti a confronto
Mentre nel primo capitolo interpretavi un pittore in piena crisi psicologica nella sua enorme casa, qui invece prenderai i panni di un attore, protagonista di un film registrato su un transatlantico di nome Icarus, cambiando di conseguenza il tema artistico del videogame che passa dalla pittura alla cinematografia.
La sanità mentale del nostro protagonista è sempre più corrosa da svariati problemi che, come nel gioco antecedente, prenderanno vita sempre più frequentemente, man mano che proseguiamo con la nostra storia. Il tema fondamentale che Layers of Fear 2 vuole percorrere è quello della costruzione del personaggio e della sua importanza artistica, elemento che possiamo riflettere sia sul lato teatrale che cinematografico.
I riferimenti nel corso del gioco sono svariati e, se sei appassionato di cinema e spettacolo, allora ti divertirai a scovare il maggior numero di riferimenti possibili: da 2001 Odissea nello Spazio a Pirati dei Caraibi, da Shining a The Ring, da Julius Caesar di Shakespeare a Il Mago di Oz, queste sono solo alcune delle citazioni che ho trovato.
Come nel precedente titolo, anche qui su Layers of Fear 2 abbiamo la possibilità di affrontare ben 3 differenti finali, sappi però che non c’è una versione ritenuta canonica, tant’è che Bloober Team non ha nemmeno lasciato traccia di spiegazioni o indicazioni ufficiali sul come leggere il corso degli eventi, perciò apri la mente e preparati alla libera interpretazione di moltissime parti della storia.
Porta a porta fra i vari strati della paura
Nello stile del primo capitolo, anche questo gioco si è guadagnato il nickname che ha condannato Layers of Fear ad anni di sbeffeggiamenti, infatti potremmo benissimo soprannominare questo titolo “Door Simulator 2”. Il 90% del tempo passato su questo titolo è stato aprendo e chiudendo porte, le quali hanno dimostrato in questo sequel molteplici modalità di apertura e chiusura, avendo adottato persino dei giochi psicologici su di esse che ci porteranno in alcuni casi a ritrovarci nelle situazioni più paranormali.
Alcuni esempi che ti posso fare sono: tentare di aprire una porta e, trovandola chiusa a chiave, voltarci e vederla apparire in una nuova stanza, oppure riuscire ad entrare in una camera semplicemente guardando dallo spioncino.
Avrai modo di aprire numerosissime tipologie di porte, dalla griglia a scorrimento dell’ascensore al doppio sportello in stile saloon, dal meccanismo blindato di un caveau fino alla leva che, una volta abbassata, solleva enormi saracinesche; tutti questi sono aspetti che ti faranno provare ansia in alcuni momenti, ma noia in moltissime altre situazioni.
Da inquietante ad irritante è un attimo!
Layers of Fear 2 si presenta fin da subito molto inquietante ed abbastanza pieno di jumpscare, ma andando avanti con la storia troverai il livello di difficoltà in un crescendo abbastanza irregolare: nei 5 atti proposti dal gioco, ho trovato i primi 2 incredibilmente facili e gli ultimi 3 con parti a dir poco impossibili.
La difficoltà però non è assolutamente incentrata sugli enigmi, i quali sono stati spruzzati qua e la senza troppa logica ed impegno, risultando particolarmente semplici ed oltretutto discutibili, mentre le scene di fuga e le stanze nascoste sono l’elemento che danno realmente difficoltà ad alcune parti del gioco.
In Layers of Fear 2 avremo due “opzioni” a disposizione, proposte a inizio partita, una delle quali permetterà al giocatore di non poter mai morire, ma sappi che l’alternativa in cui si rischia la morte è l’impostazione consigliata per godere al meglio della tensione e della paura che il titolo può offrire, oltre al fatto che gli sviluppatori stessi evidenziano questa come la modalità pensata per il gioco quando è stato creato.
Le mostruosità nel gioco e nel suo codice di programmazione
Su Layers of Fear 2 si possono identificare due modi per i quali rischiamo la nostra vita: in una tramite la bruciatura, che può avvenire a contatto diretto col fuoco o con altre fonti di luce e calore che troveremo spesso nel corso del titolo, ma in ogni caso non sarà nulla di eccessivamente spaventoso o complicato, infatti basterà semplicemente muoversi col giusto tempismo in determinate zone; l’altro pericolo per la nostra vita sarà una creatura mostruosa in grado di potersi trasformare, teletrasportare e che ci inseguirà più e più volte.
Le prime apparizioni di questo mostro smuoveranno in noi sicuramente una paura incredibile, ma una volta fatta l’abitudine resterà solo un irritante ostacolo da superare. Stesso ragionamento si può applicare nello stile complessivo dell’intero schema di gioco, infatti se inizialmente ti ritroverai spaventato e disorientato, andando avanti vedrai come il fastidio ed il nervosismo prenderanno il posto di paura e terrore.
L’aspetto perennemente spaventoso dell’atmosfera inquietante, non avendo alcun tipo di pausa se non in rarissime occasioni, fa si che il giocatore si abitui allo status di paura iniziale per poi esserne totalmente allenato, venendo gettato in degli inseguimenti dove non viene mostrata chiaramente la via da seguire e, dopo svariate morti consecutive, ti lascerà soltanto un senso di sconforto e puro fastidio.
Layers of Fear 2 su Switch: ne è valsa la pena?
Osservando le esecuzioni ed i pareri sul titolo in altre piattaforme, come PC o PlayStation, ho potuto constatare come l’adattamento per Switch di Layers of Fear 2 sia stato fatto in maniera molto approssimativa. La tanto acclamata grafica, che nelle altre piattaforme risulta particolarmente curata, sulla console ibrida di casa Nintendo viene invece sminuita e abbassata di qualità, risultando quasi come se fosse in stile cartoon in moltissime scene proposte.
I cali di frame sono stati frequentissimi, sia durante la trasmissione sul televisore, che sulla Switch stessa. In Layers of Fear 2 inoltre non è stato integrato alcun tipo di comando in più rispetto alle altre piattaforme, cosa che poteva migliorare notevolmente il gameplay scomodissimo, infatti il touch screen o il sensore di movimento del joy-con non sono stati completamente integrati con i comandi, rendendo quindi inutile l’uscita di questo titolo per Switch.
In conclusione, com’è Layers of Fear 2?
Volendo rendere più dinamica e “survival” questa avventura horror, gli sviluppatori di Layers of Fear 2 hanno invece creato un ibrido che non è né carne né pesce. Diventando quindi un gioco che non ti da modi per difenderti, né alcun tipo di inventario o supporti paralleli, ma che allo stesso tempo ti spezza continuamente l’avventura grafica con dei momenti insensati di inseguimenti che provano a richiamare lo stile di giochi come Outlast, senza però darti i giusti mezzi per affrontare le situazioni proposte.
In compenso la storia di Layers of Fear 2, proposta a volte in maniera un po’ troppo confusionaria, appare molto intrigante e, insieme alla splendida esecuzione degli scenari e delle ambientazioni che sono fra le più inquietanti e disturbanti di sempre, rimane quindi l’unico motivo per cui vale la pena continuare a giocare, cioè per cercare di capirci qualcosa.