Layers of Fear VR è la versione, con pieno supporto alla realtà virtuale per Playstation VR, dell’omonimo titolo uscito nel 2016 che ha ricevuto pareri positivi dalla critica ed è stato apprezzato anche dalla maggioranza degli utenti.
Sviluppato dal talentuosissimo studio Bloober Team, il quale sta facendo dei giochi horror il suo marchio di fabbrica con titoli come il recente The Medium e i vari Layers of Fear 1 e 2, Blair Witch, e il molto apprezzato Observer System Redux, Layers of Fear VR cercherà di farci immedesimare ancora di più nel genere horror thriller grazie al supporto per la realtà virtuale.
In Layers of Fear VR vestiremo i panni di un pittore che soffre di gravi disturbi psicologici il quale, rientrato a casa dopo un’udienza in tribunale, attraversa la vuota ed enorme villa mentre si dirige nel laboratorio di pittura con la speranza di finire la sua opera magna. Non appena finisce di lavorare con il primo strato del dipinto, viene subito colto da improvvise visioni e allucinazioni delle sue vicende passate.
Il protagonista era un giovane molto ambizioso che usava sua moglie, un’apprezzata musicista di pianoforte, come soggetto per i suoi dipinti. Tutto sembrava procedere normalmente per i due fino a quando lei rimase incinta e mise al mondo la loro figlia. Dopo la nascita della bimba, il pittore dedicò sempre meno tempo alla famiglia e sempre più tempo alla pittura che sembrava ossessionarlo, alla ricerca della sua composizione finale.
Layers of Fear VR: un basico gameplay funzionale
Ad essere onesti, il primo impatto con Layers of Fear VR una volta indossato il caschetto Sony non è stata dei migliori. Ricordandomi il titolo originale, ho subito notato che questo porting per realtà virtuale non ha goduto di molta cura nella lavorazione a livello grafico.
Ci tengo a specificare che, solitamente, la grafica non è un punto fondamentale per il mio modo di vedere i videogiochi, ma ci sono delle eccezioni; una di queste è sicuramente data dai giochi horror che fanno dell’atmosfera uno dei loro punti forti. Purtroppo il comparto grafico di Layers of Fear VR non aiuta in questo intento, essendo molto basilare e presentando texture non proprio all’altezza, che spesso saranno causa di una mancata immersione nel titolo di Bloober Team.
Armati di buona volontà però si può passare oltre a questo difetto e progredire esaminando il gioco che offre una meccanica davvero spettacolare: durante la nostra esplorazione, l’enorme casa sarà sempre in continuo mutamento! Ci basterà girare lo sguardo un attimo per vedere comparire tunnel lì dove fino a qualche istante prima si trovava un muro, oppure attraversare una porta che ci guida in una stanza chiusa e, una volta imboccata nuovamente quest’ultima, ci condurrà in una stanza mai vista prima. Questo gameplay casca davvero a pennello con la realtà virtuale che la rende ancora più spettacolare.
A livello puramente di tasti da premere, Layers of Fear VR non offrirà molto; ci sarà solamente da muoversi nella enorme casa infestata ed interagire con gli oggetti che ci troveremo di fronte grazie all’ausilio dei due controller PlayStation Move, obbligatori per questo titolo.
Durante l’esplorazione troveremo tantissimi ritagli di giornali, lettere e appunti da leggere, che andranno lentamente ad arricchire la trama per farci capire molto di quanto successo in passato nella vita del protagonista. Una piccola nota negativa è quella che alcune lettere sono davvero lunghe da leggere, cosa non molto comoda tramite il caschetto VR, mentre per fortuna molte altre saranno raccontate da voci fuoricampo veramente di atmosfera.
Se da una parte il gioco ci metterà di fronte ad enigmi, dall’altra la maggior parte non meriterebbe neanche questo appellativo; fortunatamente ne troveremo un paio che ci faranno davvero spremere le meningi. In Layers of Fear VR non mancheranno momenti di altissima tensione e parecchi jumpscare, pane per i denti di chi ama il genere; più di una volta, dopo fasi particolarmente concitate, mi sono dovuto prendere una meritata pausa.
Alla fine, tirate tutte le somme, il gameplay risulta essere molto semplice ma efficace; un miscuglio tra un’escape room e un walking simulator che però non risulterà mai frustrante: benché la casa sia costantemente in mutamento, sarà quasi impossibile perdersi o girovagare a vuoto perché sarà il titolo stesso a spingerci in avanti, chiudendo o facendo scomparire le porte che non saranno più utili.
Strati di atmosfera in realtà aumentata
Sebbene, come detto prima, una delle pecche maggiori del titolo consiste proprio nella parte grafica (bada bene, non sto dicendo che sia pessima, ma il VR può fare di meglio), Layers of Fear VR riesce proprio nel suo intento, trascinarci in diversi strati di terrore e tensione, con una trama che, a patto si disponga della volontà per leggere tutti i documenti e la voglia di esplorare la casa stregata, saprà coinvolgerti e farci immedesimare in quello che il protagonista sta vivendo in quei momenti; paura, tristezza, disperazione e altro.
A volte basterà anche scorrere delle tavolozze di alcuni dei lavori del protagonista per far sì che dei brividi gelidi ci scorrano sulla schiena. Il tutto è accompagnato da un sonoro davvero ben fatto che merita di essere ascoltato in cuffia, con suoni e rumori che sapranno aumentare e di molto la tensione dell’esplorazione e donare una propria vita alla vera protagonista di Layers of Fear VR, la casa stregata e tutto ciò che dimora nelle sue ombre.
Strati tecnici con un po’ di paura
Per apprezzare appieno Layers of Fear VR bisogna partire col tenere in mente che questo titolo è una produzione low cost e non un tripla A, soprattutto a livello grafico e lo si capisce dai primi secondi di gioco.
Detto questo, proprio la grafica è il vero punto debole di un titolo che, altrimenti, potrebbe essere un esempio per i prossimi giochi del genere in realtà aumentata. Per fortuna, i glitch e bug grafici che ho riscontrato sono stati veramente pochi ma vanno segnalati anche sporadici rallentamenti e cali di framerate.
Il sonoro è ben caratterizzato e coinvolgente e tutto fa la sua parte per farci immedesimare nel gioco, che siano musiche, rumori o voci fuori campo. I controlli sono molto semplici, ma qualche volta risultano leggermente imprecisi però, grazie alla tipologia del gioco, questo non ne compromette la godibilità.
Nota negativa per l’obbligo di utilizzo dei controller Move PlayStation e il mancato adattamento al controller.