Le scelte nei videogiochi sembrano legate a doppio filo esclusivamente agli RPG ma non sempre è così. In questo nostro articolo faremo una piccola classifica di quelle che sono state alcune delle più difficili scelte da fare all’interno di famosi videogiochi, talmente difficili che ci hanno dato da pensare persino alla nostra seconda partita. Ma anche terza, quarta e così via. Ecco a voi, quindi, le nostre 5 scelte iconiche nella storia dei videogiochi!
P.S. Con scelte nei videogiochi non ci riferiamo a singole quest, magari secondarie e limitate, ma a scelte che condizionano il mondo di gioco o che, addirittura, determinano il finale.
5. Trevor, Mike o follia?
La “meno peggio” fra le più iconiche scelte nei videogiochi è quella che determina il finale di Grand Theft Auto 5. Nei panni di Franklin, dovremo decidere se far fuori il nostro mentore, Mike, oppure il nostro folle, sociopatico, violento, maniaco ma lealissimo amico, Trevor. Oppure possiamo scegliere se “fare una follia“.Questa scelta rappresenta il classico good ending. In una sorta di battesimo di fuoco, i nostri tre protagonisti stermineranno tutti i loro nemici, si riappacificheranno e si daranno la possibilità, dopo tutte le loro disavventure, di ricominciare da capo, come amici. Ma, in caso contrario, scegliere fra la morte di Michael e quella di Trevor ci porterà, in entrambi i casi, a due finali molto amari.
4. Morire per qualcuno che ami
“Fino a che punto ti spingerai per salvare qualcuno che ami?”. Questa frase rappresenta l’incipit, il motore narrante di Heavy Rain. Un serial killer, l’assassino dell’origami, ha rapito il figlio di Ethan, pochi anni dopo la morte per incidente del primogenito. L’assassino metterà Ethan alla prova, con 5 terribili sfide che prevedono il costante rischio della vita di Ethan, l’automutilazione, l’omicidio e, infine, la morte. Sì, perchè l’ultima prova consisterà nel bere un presunto veleno mortale, che non ci lascerà che poche ore per poter ritrovare, finalmente, il figlio di Ethan. La scelta sarà tremendamente difficile, specialmente quando il giocatore, SPOILER ALERT, non sa che il veleno è finto, nient’altro che un raggiro dell’assassino dell’origami.
3. Impero o Ribellione?
Alduin va ucciso in ogni caso. Uccidere o salvare Paarthurnax è una scelta talmente pendente da una sola parte (chi lo uccide ha un posto speciale all’inferno) che non la si può per nulla chiamare “scelta difficile”. Ma scegliere se unirsi all’Impero o ai Manto della Tempesta nella guerra civile che, assieme ai draghi, dilania Skyrim? Quella sì che è una scelta bella tosta. Ascoltando gli infiniti dialoghi presenti nel gioco, il giocatore non riesce a darsi pace: chi ha ragione? Ulfric con i suoi reclami d’indipendenza e il suo orgoglio Nord oppure il generale Tullius, che ritiene lo Jarl di Windhelm null’altro che un assassino assetato di potere, mentre l’impero è l’unico a poter assicurare la pace a Tamriel?
Scelte nei videogiochi – Nient’altro che intrighi politici
In entrambi i casi, il Dovahkiin potrebbe restare deluso. Nell’ascoltare il discorso di Ulfric al popolo, nel caso in cui decideremo di aiutarlo a prendere il potere, noteremo come effettivamente lo Jarl di Windhelm sembri solo interessato ad accaparrarsi il trono. Il modo insicuro e quasi patetico con cui ci domanderà se il suo discorso ci è sembrato convincente potrebbe confermare il fatto che Ulfric non sia altro che un politico interessato al potere. D’altro canto, aiutare l’impero a soffocare la ribellione, non ci mostrerebbe altro che una Skyrim assoggettata ad un imperatore debole e interessato unicamente a non essere spazzato via dal Dominio degli elfi alti, con nessun riguardo per i Nord e le loro tradizioni.
2. Triss o Yennefer?
The Witcher 3 è famoso per le scelte imposte al giocatore. Prima fra tutte la scelta da fare durante la quest del Barone Sanguinario. Ma noi abbiamo deciso di parlare di scelte iconiche, difficili da fare e che fungano quasi da mascotte per un certo videogioco. Eccoci quindi alla scelta che pervade The Witcher 3, dall’inizio alla fine: chi scegliere fra Triss Merigold e Yennefer di Vengerberg? Rispetto alle scelte che determinano la vita e la morte, la salvezza o meno del mondo e dell’umanità, una scelta di genere “romance” potrebbe sembrare sottotono, ma non è così, non in The Witcher 3. Rincorrere perennemente la fredda e ambigua maga dai capelli corvini è infatti una costante della vita di Geralt di Rivia.
Scelte nei videogiochi – La donna giusta
Scegliere Triss sembra quasi snaturare il personaggio di Geralt, chiaramente pazzo d’amore per la maga Yennefer. Non soltanto per quello che abbiamo letto nei libri di Sapkowski ma anche per ciò che The Witcher 3 sottintende. La storia d’amore, finita male, tra Geralt e Triss potrebbe sembrare una semplice parentesi in quello che è invece un amore vero e più grande. Triss è innamorata, chiaramente, del nostro strigo. Yennefer è e resta sempre ambigua, fredda e sprezzante. Durante la sua prima partita, l’autore di questo articolo si è buttato (ahimè, virtualmente) tra le braccia della strega rossa, preferendo un amore forse meno profondo e tormentato ma sicuramente più puro e salutare per il Witcher. E poi Triss è stupenda, oh.
1. Luce o Oscurità?
“Soon, the flame will fade and only dark will remain”. Una delle frasi più iconiche di Dark Souls, il motivo ricorrente, la fiamma che lotta disperatamente per non soccombere all’oscurità. E noi, prescelti non morti, ignari di tutto, a decidere il destino dell’esistenza stessa. Che cosa rappresenta davvero la luce in Dark Souls? E qual è il vero ruolo dell’oscurità? In un mondo così ossessivamente ambiguo ed instabile, è possibile che bene e male siano così ben distaccati e facili da scegliere? Dopo essere sopravvissuti a potenti demoni, divinità cadute, creature dimenticate e snaturate e, sopratutto, orde di non-morti, affronteremo l’antico signore della luce solare e ci ritroveremo sul luogo del suo estremo sacrificio. Cosa fare?
Il naturale corso delle cose
Molti sostenitori del finale “Dark Lord” ritengono che esso sia il vero finale di Dark Souls. Perché esso viene, innanzitutto, messo in atto da un essere umano, piuttosto che da un Lord o da un essere divino, “superiore”. Abbandonare la fiamma a se stessa significa seguire il corso naturale delle cose, lasciare che ciò che dev’essere sia e se la fiamma, per sua stessa natura, è destinata a spegnersi, così sia. Il regno dell’oscurità e dell’uomo sembrano legati a doppio filo, così come lo erano luce e divinità, quelle stesse divinità che hanno avuto il loro tempo per regnare, dopo aver sconfitto i draghi, che a loro volta hanno regnato sul mondo in passato. In queste indelebili scelte nei videogiochi, tu da che parte stai?