Oggi, 9 Maggio, si celebra un evento annuale a tutti molto caro.
No, non parlo di conferenze quali E3 o Tokyo Game Show.
Mi riferisco a qualcosa di più personale: la festa che celebra le madri di tutto il mondo.
Prima di continuare, permettimi di fare gli auguri a tutte le nostre lettrici che sono anche mamme: siate delle ottime madri e perché no… trasmettete ai vostri bambini l’amore per i videogames.
Ed è proprio qui che voglio andare a parare.
Sappiamo che il connubio perfetto madri-videogames esiste, ma c’è un altro aspetto della maternità che vorrei analizzare con te, caro lettore, nel mondo dei videogiochi.
Mi riferisco, ovviamente, alle madri presenti all’interno dei titoli da noi giocati.
I personaggi che abbiamo amato durante le nostre avventure sono effettivamente legati sentimentalmente alle proprie madri? La protagonista è una madre in cerca di un futuro migliore per i propri figli? Personaggi secondari sono coinvolti in drammi familiari o no?
La risposta ovviamente è semplice: ci sarebbero così tante madri all’interno delle trame dei videogames da poter scrivere almeno una cinquantina di articoli.
Già lo scorso anno ti avevamo elencato alcune delle migliori madri di famosi titoli videoludici.
Ma come ti ho detto poco prima, ci sono meno stelle nello spazio visibile ad occhio nudo, che madri all’interno delle trame dei videogiochi. Quindi, è probabile che l’anno prossimo torneremo a parlarti di nuove eroine che significano tutto per i personaggi principali e secondari.
In questo articolo ti parlerò di quelle che reputo le madri più iconiche (fidati che è stata una scelta difficile riuscire a fare una scrematura).
Pronto quindi?
Andiamo, perché se è vero che di madre ce n’è una sola… per noi ce ne sono ben cinque!
Dahlia Gillespie: una madre unica nel suo genere
Sì, talmente unica da utilizzare la propria figlia come incubatrice di un dio che dovrebbe purificare il mondo, e che per accelerarne la nascita decide di dare fuoco alla propria casa con la piccola al suo interno.
Chi non vorrebbe una madre del genere?
Sì, so cosa stai pensando: “Ma avevi detto che avresti scritto delle madri più iconiche!”
Beh, iconica non significa mica buona.
Dahlia Gillespie è uno dei personaggi più inquietanti della serie Silent Hill. Fa la sua apparizione nel primissimo capitolo della saga, e sin da quel momento capiamo che qualcosa non va.
La fede della donna, capo della setta dell’Ordine, può portare a limiti estremi come appunto dare fuoco alla propria figlia, Alessa, per completare un rituale.
Fortunatamente, come in una favola a lieto fine, per una donna talmente orribile esiste una fine altrettanto orrenda.
Dahlia verrà appunto uccisa dalla figlia in qualunque caso (sì è sopravvissuta, ed è davvero inca…volata), sia nel Good Ending del gioco, che nel Bad Ending.
Dahlia fa un’ulteriore apparizione nel prequel, Silent Hill Origins, dove la ritroviamo più giovane ma ugualmente folle. Proprio all’inizio del gioco ci ritroveremo infatti coinvolti nel salvataggio della piccola Alessa dalla casa in fiamme, che darà poi il via all’incubo che gli amanti della saga conoscono fin troppo bene.
Viva la mamma, quindi!
Affezionata a quel culto un po’ orrendo!
Nora Estheim: una madre ribelle per salvare il figlio
Per ogni madre orribile, ce n’è una che darebbe la propria vita per suo figlio.
Così è nella vita vera… proprio come nei videogames.
Nora Estheim, personaggio secondario di Final Fantasy XIII, ne è il classico esempio.
La donna, madre di uno dei personaggi principali del gioco, Hope, si ritrova coinvolta in qualcosa che stravolge la propria vita e quella del figlio.
I due erano infatti in vacanza nella città marittima di Bodhum per ammirare i fantastici fuochi d’artificio che, si crede, possano fare avverare ogni desiderio.
Quando ha inizio l’epurazione per il ritrovamento di un fal’Cie di Pulse su Cocoon, i due si ritrovano a dover sopravvivere, insieme alla ribellione capitanata da Snow e i NORA (che casualità questa omonimia, vero Square Enix?)
La donna arriva anche al punto di impugnare un fucile pur di difendere il proprio figlio, ma un incidente improvviso da parte delle forze armate di Cocoon, porta la donna ad un triste epilogo a cui Hope può solo assistere inerme e che alimenterà un odio smisurato per Snow.
Come una leonessa che farebbe di tutto per proteggere il proprio cucciolo, Nora ha dovuto compiere un sacrificio estremo per salvare la vita del suo unico figlio.
Se non è da ammirare per un gesto simile, non saprei come convincerti.
Jenova: una madre venuta dal cielo
In tutti i sensi, eh.
Personaggio importantissimo per la trama di Final Fantasy VII, Jenova è un’entità cosmica, arrivata dallo spazio su Gaia moltissimi anni prima dall’inizio delle vicende del gioco.
Essa veniva chiamata la “calamità dai cieli” dal popolo dei Cetra che quasi venne estinto, cercando di contenerla. I vari resti vennero trovati millenni dopo dalla Shinra, che iniziò a fare esperimenti di vario genere a livello cellulare. Da questi sono stati creati i maggiori antagonisti della saga, tra cui Sephiroth, diventandone proprio la madre sotto un certo punto di vista.
L’aspetto di Jenova non è in effetti mai stato mostrato, dato che la maggior parte delle volte viene presentata come un’entità dormiente. Questa appare come una figura femminile, completamente nuda dalla pelle grigia e con lunghi capelli argentei. Possiede solo l’occhio sinistro, di colore rosso acceso, mentre il destro è una semplice cavità spesso coperta dai capelli.
Un vero e proprio angelo caduto dal cielo.
Peccato che non avesse le migliori intenzioni quando precipitò, eppure il suo figlio prediletto, Sephiroth, sembra provare un amore a tratti morboso per la sua “madre”.
Conoscendo le intenzioni dell’antagonista possiamo tranquillamente dire “tale madre, tale figlio”.
Freya: la madre degli dei
Se c’è un personaggio che ho davvero amato nell’ultimo capitolo di God of War è proprio Freya.
Regina dei Vanir, ex-moglie di Odino e madre di Baldur, ha un ottimo curriculum per diventare una delle madri iconiche di questa classifica.
Il sentimento che la lega al figlio è qualcosa che trascende la vita stessa.
Chi, almeno per una volta, non ha desiderato che una persona a noi cara potesse vivere in eterno?
Bene, anche Freya lo desiderava profondamente, e avendo poteri divini ha potuto avverare il suo stesso desiderio.
Ella ha infatti fatto in modo che il suo unico figlio divenisse immortale, lanciandogli un incantesimo che al tempo stesso era anche una maledizione, in quanto Baldur si è ritrovato privato della banale capacità di provare ogni minima cosa… che fosse dolore fisico o benessere.
Esiliata a Midgar, decide di andare alla ricerca del figlio, ma quest’ultimo, una volta trovato, tenta di ucciderla per averlo maledetto. Nonostante tutto, impedisce più e più volte a Kratos di ammazzare Baldur, ma non riuscendoci alla fine giura vendetta verso il protagonista del gioco.
Freya è l’esempio di quanto l’amore di una madre per il proprio figlio possa essere così grande, ma al tempo stesso talmente viscerale da non riuscire a capire che la protezione può essere un’arma a doppio taglio.
Possibilmente la rivedremo nel sequel annunciato di God of War, attualmente in via di sviluppo.
Mama: una madre legata “mortalmente” alla figlia
Ed eccoci a quella che reputo l’esempio migliore di madre nel mondo dei videogiochi.
Il suo vero nome è Målingen ed è uno dei personaggi principali di Death Stranding, l’ultimo capolavoro di Hideo Kojima.
Ha una sorella gemella di nome Lockne, ed entrambe collaboravano per la Bridges. Questo fin quando Lockne non decise di abbandonare il progetto e andare a Mountain Knot City tagliando i ponti con tutti. Eppure tra le due c’è sempre stata un’incredibile unione: essendo nate con delle DOOMS, erano infatti in grado di comunicare telepaticamente.
Cosa c’entra quindi con la classifica delle madri?
Perché per comprendere l’unione tra Målingen e il proprio figlio, bisogna prima analizzare il triste rapporto con la sorella.
Le due erano infatti le due facce opposte della stessa medaglia, anche a livello fisico.
Le ovaie di Lockne potevano produrre ovuli, ma non poteva avere bambini in quanto alcuni problemi all’utero glielo impedivano.
Målingen, al contrario, aveva un utero in grado di poter ospitare l’embrione di un bambino ma le sue ovaie non producevano ovuli.
Il desiderio da parte di Lockne di avere un figlio, ha portato Målingen ad impiantare gli ovuli fecondati della sorella nel suo stesso utero per portare avanti una gravidanza. Da qui inizia l’amore della ragazza per il figlio… o meglio, la figlia.
Durante un attacco terroristico alla struttura ospedaliera in cui la ragazza avrebbe dovuto partorire, Målingen è rimasta schiacciata sotto le materie, ma è stranamente sopravvissuta partorendo nell’altro mondo, portando nella nostra realtà la morte anziché la vita. La bambina si è manifestata, infatti, come una innocua CA legata al corpo della madre in modo indissolubile. Dopo giorni, dissetandosi solo con la cronopioggia, la ragazza è stata portata in salvo.
Da allora quell’unione ha tenuto in vita entrambe, ma ha impedito alla ragazza di abbandonare il luogo dell’incidente in quanto ciò che lega la piccola CA a quel posto lega anche lei. Da quel momento, tra Målingen e Lockne è stata recisa l’unione che le accomunava.
Quando, però, la ragazza decide di riunirsi alla sorella per fermare il Death Stranding, decide di compiere il sacrificio più grande: lasciare andare la propria bambina. Recidendo il cordone che legava Målingen alla piccola CA, la ragazza ha permesso alla figlia di riposare in pace oltre la spiaggia, ma al tempo stesso ha condannato se stessa in quanto il loro legame era ciò che manteneva Mama in vita.
Conclusioni
Come hai potuto vedere, queste sono solo cinque delle tantissime madri presenti nel mondo dei videogiochi.
Personalmente, ho preferito parlarti di quelle che reputo le più rappresentative, ognuna con i suoi pro e i suoi contro (sebbene io non riesca a trovare un solo pro in quella strega di Dahlia), ma pur sempre delle madri.
Avrei voluto parlarti di molti altri personaggi che rappresentano delle ottime madri, e probabilmente ce ne sarà occasione: Amelia Croft di Tomb Raider, Kara di Detroit Become Human, May di It Takes Two, Ellie e Dina di The Last of Us Parte 2, la stupenda strega Edea che fungeva da madre per tutti i bambini dell’orfanotrofio di Final Fantasy VIII… e moltissime altre.
Avrei dovuto scrivere un articolo enorme, ma alla fine ho optato per queste madri che ti ho descritto, passando dalla perfidia di Dahlia al sacrificio di Nora, dalla forte protezione di Freya al legame indissolubile di Mama, senza dimenticarci di Jenova e della sua prole.
Spero che tu possa aver apprezzato e condiviso il mio stesso pensiero.
Rinnovando i migliori auguri a tutte le madri del mondo, ti aspetto il prossimo anno per un’altra classifica sulle madri presenti nel mondo dei videogiochi.
Peccato per l’assenza di EVA (Big Mama) e The Boss! Come hai sottolineato anche tu parlando di Målingen, Kojima nel corso degli anni ci ha regalato figure materne memorabili. Il suo profondo legame con la madre, venuta a mancare proprio durante lo sviluppo di Death Stranding, perdura in molti dei suoi giochi.