Sviluppato e pubblicato da Aspyr Media in sinergia con Crystal Dynamics, Legacy of Kain: Soul Reaver 1-2 Remastered è un gioco d’azione e d’avventura che si presenta praticamente da solo. Parliamo di un cult del suo periodo, una saga che ancora oggi detta insegnamenti e che, nonostante il tempo, riesce a divertire senza alcun problema. Noi siamo tornati nei consumati e dilaniati panni di Raziel su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione. Pronto a divorare anime?
Legacy of Kain: Soul Reaver 1-2 Remastered come il ritorno di Lara ma più inatteso
Diciamocelo, ormai avevamo perso le speranze di rivedere su schermo un qualsivoglia titolo legato alla saga di Legacy of Kain e invece eccoci qui con la remastered ufficiale dei capitoli legati alle vicende di Raziel. Inoltre, parliamo di un titolo curato da Aspyr Media, gli stessi che hanno messo mano alla prima trilogia remastered dedicata a Lara Croft che, nonostante alcune criticità, è comunque uno spaccato di storia trattato con dovuto rispetto e dal potere nostalgico gigantesco.
Ecco, Legacy of Kain: Soul Reaver 1-2 Remastered condivide praticamente lo stesso potere solo leggermente più amplificato considerando che si tratta di una serie scomparsa dai radar per oltre 20 anni (l’ultimo capitolo risale al 2004). Prima di affrontare la narrazione di questa remastered, è bene evidenziare alcune particolarità di questa saga leggendaria. Prima di tutto, al momento si contano cinque capitoli principali divisi in due rami che convergono in un unico titolo.
Blood Omen: Legacy of Kain è il primo, datato 1997 e capostipite della serie avente come protagonista Kain le cui vicende proseguono nel sequel diretto denominato Blood Omen 2: Legacy of Kain del 2002. Legacy of Kain: Soul Reaver del 1999 e Legacy of Kain: Souls Reaver 2 del 2001 hanno come protagonista Raziel e sono gli unici capitoli presenti nell’omonima Legacy of Kain: Soul Reaver 1-2 Remastered qui recensita.
I protagonisti di entrambe le vicende vanno a convergere nell’ultimo titolo a noi noto: Legacy of Kain: Defiance. Inutile dire che in molti aspettavano e speravano in un sequel o, quantomeno, in un remake, considerando la lunghissima attesa ma, a conti fatti, possiamo dire che la remastered in oggetto merita assoluta attenzione sia da chi ha vissuto i capitoli originali tanto da chi è completamente estraneo alla saga.
Legacy of Kain: Soul Reaver 1-2 Remastered, infatti, riprende i capitoli con Raziel protagonista con assoluta fedeltà, senza aggiungere o rimuovere nulla ma limitandosi a un miglioramento grafico e qualche lievissimo ritocco ludico. Le vicende, quindi, ci ritrovano a vestire i disastrati panni di un vampiro, il già abbondantemente citato Raziel. Questi è anche un luogotenente del suo padrone, che è proprio Kain, il protagonista della saga Blood Omen.
Ebbene, Raziel esordisce su schermo facendo un unico errore, quello di “evolversi” prima del suo padrone, esibendo con orgoglio le sue ali che vengono viste come un affronto da parte del suo padrone. Padrone che decide di farlo giustiziare, spezzandogli le ali e gettandolo negli abissi della morte. Qui, tra atroce sofferenza e uno scorrere del tempo infinito, Raziel viene consumato ma non sparisce, la sua esistenza non cessa.
Un nuovo “padrone”, infatti, allunga le sue mire su Raziel, rendendolo il suo personale mietitore di anime e garantendogli la sopravvivenza all’interno del mondo dei morti. Non solo, Raziel ottiene anche diversi vantaggi, dimostrandosi ancora più valido di quanto pensasse e con potenzialità ancor tutte da svelare. Ci fermiamo qui con la narrazione, onde evitare di rovinare quello che è sì un canovaccio molto lineare ma anche decisamente accattivante e ben scritto.
Le frasi, in gran parte auliche e ricercate, donano enfasi a praticamente ogni scambio di battuta il tutto per un cast che, seppur non molto polposo, sa restare impresso al punto tale che molti di loro ci erano vivamente mancati. E se è vero che per godere appieno di ogni singola sfumatura dei due capitoli di Legacy of Kain: Soul Reaver 1-2 Remastered sia consigliabile aver giocato al primo capitolo di Blood Omen, è altrettanto vero che la remastered, nonché collection, è perfettamente godibile anche così com’è, riuscendo a garantire una storia ancora oggi memorabile.
Un action adventure d’altri tempi
Legacy of Kain: Soul Reaver 1-2 Remastered è un action adventure in 3D che, come anticipato, ha ancora molto da insegnare e si difende egregiamente nonostante la sua età. Parliamo di un titolo pieno zeppo di trovate ludiche, alcune molto fantasiose e incastrate tra loro in modo coerente e che difficilmente stancano. Dal level design al sistema di abilità, passando per gli enigmi ambientali e le stesse boss fights, tutto in Legacy of Kain: Soul Reaver 1-2 Remastered funziona oggi come allora, rubando rapidamente il nostro tempo così come Raziel si ciba delle anime altrui.
Ma procediamo con ordine. Prima di tutto, bisogna tener conto dello stato di Raziel stesso: lui può muoversi in due mondi (o “piani esistenziali” che dir si voglia), quello spettrale e quello materiale. Se l’accesso al mondo materiale è legato a particolari accessi e richiede la carica massima delle “anime”, viceversa non è richiesto nulla e l’accesso al mondo spettrale è immediato e a nostra totale discrezione. Inutile dire che il passaggio tra i mondi è oggetto di innumerevoli enigmi ambientali tanto che l’ambiente stesso, in alcuni casi, si plasma in modo diverso a seconda da quale mondo lo viviamo.
Discorso analogo per le tipologie di nemici che mutano al mutare del mondo, oltre a possedere determinati asset di combattimento e, purtroppo, garantendo una sfida non sempre degna. Rimane però l’ingegno di un titolo che, almeno nelle prime battute, richiede una sorta di incastro a enigmi anche per ammazzare i nemici. Questi, infatti, essendo vampiri o comunque frutto della progenie di Kain, non possono essere semplicemente mazzuolati a morte. L’unico modo per liberarcene, è divorarne l’anima.
Come fare quindi? Semplice, basta gettarli nell’acqua (che in questa saga ha un effetto letale sui vampiri), nel fuoco, impalarli con armi da recuperare stesso nell’area di gioco o spuntoni a muro e così via. Discorso diverso quando entreremo in possesso dell’iconica Mietitrice d’anime, arma ravvicinata devastante che è però legata al nostro stesso livello di anime (che è anche la nostra barra d’energia vitale la quale, terminata, ci scaraventerà nel mondo spettrale).
Da evidenziare come le aggiunte “inedite” siano relativamente poche come una pratica bussola che però non riesce comunque a sostituire l’assenza di una pratica e comoda mappa, con conseguente ed elevata possibilità di smarrirsi nei sempre più labirintici luoghi proposti da Legacy of Kain: Soul Reaver 1-2 Remastered. A venirci incontro, esistono comunque dei portali da attivare e che fungono da teletrasporto rapido ma devi comunque ricordarti dove conducono (sono legati a dei simboli).
Da evidenziare la possibilità di poter salvare quando vogliamo mentre, tra le criticità bisogna evidenziare alcune pecche legate al peso degli anni (il titolo ha sempre oltre 20 anni). Tra questi un feedback del combattimento non sempre soddisfacente, una telecamera non perfettamente idonea a seguirci in ogni budello roccioso e delle fasi platform non tutte precisissime. Nonostante ciò, l’esperienza trionfa per un sano e sincero divertimento oltre che per un già elogiato level design ricco di enigmi ambientali vari e che sapranno metterti alla prova.
Per quanto riguarda gli extra, abbiamo diverse immagini e video, oggetti di repertorio e altri assolutamente inediti, tra artwork, titoli di coda, intro, promo e quant’altro. Una sezione dedicata quindi ai più curiosi che potranno così affacciarsi nel dietro le quinte. Intrigante anche la sezione “Livelli Perduti”, una serie di aree esplorabili che sono state escluse dal progetto originale e che fungono da “museo” interattivo. Infine, non manca una sorta di jukebox dove potrai far la gioia del tuo udito, coccolandolo con le musiche di entrambi i titoli e alcune chicche inedite.
Grafica e sonoro
Criticare la grafica di Legacy of Kain: Soul Reaver 1-2 Remastered, considerando la bontà del progetto alla base, è poco fruttuoso. Sì, tecnicamente il titolo è imperfetto e, nonostante l’egregio lavoro svolto dagli sviluppatori, l’impatto estetico non è assolutamente al passo coi titoli moderni. Ed è giusto così. Questa, lo ricordiamo ancora, è una remastered e chiedere di più è quasi impossibile. Anzi, il potere nostalgico evocato da questo progetto è potentissimo e farà la gioia degli appassionati.
Inoltre, il titolo è giocabile a piacimento in entrambe le modalità estetiche, inclusa quella originale. Per quanto riguarda il sonoro, abbiamo una colonna musicale assolutamente identitaria, potente, ammaliante e che arricchisce un’atmosfera dall’impatto unico e che, sinceramente, ci mancava. Nel titolo è presente anche il doppiaggio in lingua italiana, un lavoro che, nonostante qualche imperfezione, è ancora oggi prezioso e raro.