Non più tardi di un mese fa, nel corso dello showcase Back to Hogwarts, Warner Bros. ha presentato una nuova edizione della LEGO Harry Potter Collection; un po’ a sorpresa dal momento che si tratta di una remastered di una remastered, ovvero della Collection originale uscita nel 2016 sempre ad opera di Double Eleven. Anche all’epoca si trattava di un unico pacchetto contenente le due metà della saga di Harry Potter, ovvero il primo capitolo contente gli anni 1-4 e il secondo che concludeva la serie con i restanti anni 5-7.
Tornando ancora più indietro, siamo nel 2010, in piena Potter-Mania, quando TT Games (o, se preferisci, Traveller’s Tales) dopo il successo dei numerosi titoli LEGO sviluppati a tema Star Wars, Indiana Jones e Batman, decide di gettarsi sul maghetto più amato di sempre e portare i giocatori a viverne le avventure in quel di Hogwarts e dintorni. Ovviamente, il primo capitolo fu un successo che trovò il suo degno epilogo l’anno seguente con la parte conclusiva.
Con uno stacco di 5 anni andiamo al 2016, anno in cui con l’uscita di Animali Fantastici la popolarità del brand torna alle stelle: a questo punto Warner Bros. affida ad un altro team, Double Eleven, il compito di riproporre in due giochi in versione più adatta alla generazione all’epoca in voga. Oggi, con il fiorire di titoli dedicati al mondo incantato creato da J.K. Rowling tra cui Hogwarts Legacy e il più recente Quidditch Champions, ci viene riproposta una remastered….della remastered.
Benvenuto a Diagon Alley
La trama di LEGO Harry Potter Collection è abbastanza intuibile: anno dopo anno seguiremo le avventure di Harry e dei suoi amici maghi per come sono narrate nei libri. Dalla prima lettera di convocazione ad Hogwarts, al finale della saga, tutta la mitologia del mondo della Rowling trova spazio all’interno dei due giochi. Il tutto, naturalmente, filtrato dall’ironia tipica dei titoli LEGO che ci regala spesso siparietti divertenti e al limite del demenziale (immagineresti mai Hagrid usare un carrello come skateboard per scorrazzare nel salone della Gringott?).
In questa nuova remastered non abbiamo particolari contenuti aggiuntivi che non fossero già presenti nella nuova versione, per cui si può dire che giocheremo l’avventura per come era stata originariamente ideata da Traveller’s Tales, rispettivamente 14 e 13 anni fa. Ed in effetti, all’occhio attento ed esperto di titoli LEGO, la cosa salta un po’ all’occhio; già da parecchio tempo i vari giochi che compongono la serie seguono un modello abbastanza radicato in termini di gameplay e struttura dell’avventura stessa.
Normalmente oggi partiamo da un ambiente che funge da hub, come potrebbe essere la bat caverna oppure la torre degli Avengers e abbiamo una sorta di pseudo open world davanti; tutto questo, in LEGO Harry Potter è solo accennato, si nota come sia un’idea in divenire limitata alla sola Diagon Alley che comunque propone alcune attività.
Anche il gameplay risulta ancora parzialmente da affinare, principalmente per la complessità degli obiettivi da raggiungere, non sempre chiarissimi, e per l’ampia mole di incantesimi e animaletti da gestire che rappresentano un unicum nell’intera serie. Il resto, oltre a non essere mai cambiato, è più o meno identico a quanto visto in altri titoli: potremo comandare un personaggio per volta tra quelli presenti sulla scena e ognuno di essi avrà una propria abilità da sfruttare al momento opportuno per risolvere un enigma, aprire una porta o compiere varie azioni contestuali.
Segnali di stile in LEGO Harry Potter: grafica e sonoro
A completamento di quanto già detto, occorre aggiungere che nemmeno il comparto audiovisivo si discosta notevolmente dall’edizione precedente; sono stati aggiunti il 4K e i 60 FPS ma trattandosi di un titolo semplice e con un suo stile particolare, non possiamo certamente gridare al miracolo.
Questo perchè, se non addirittura dal 2010, già nel 2016 le texture erano state rifinite e la palette colorata resa più luminosa. Inutile aggiungere che il tutto funziona a meraviglia.
Unica lieve pecca, per quanto riguarda il comparto audio, lamancanza di doppiaggio tipica dei titoli LEGO fino a quel punto. Oggi quasi tutti i capitoli successivi godono di prestazioni di alto livello, sicuramente migliori dei versetti buffi che troviamo in questo caso.